Appunti di viaggio: Irlanda e il Connemara

Fra le molte ragioni che ogni anno attirano migliaia di viaggiatori e turisti in Irlanda, il fascino della verde isola e delle sue antiche tradizioni gioca certamente un ruolo fondamentale. Così, anche noi, ammaliati dalla storia di questo paese ed incantati dalla natura e dalle atmosfere che avremmo trovato, abbiamo deciso di prendere un traghetto che dal sud della Scozia (dopo aver

Un'immagine di San Patrizio, Patrono d'Irlanda

Un’immagine di San Patrizio, Patrono d’Irlanda

visitato le isole di Islay e Jura), più precisamente da Cairnryan, approdasse a Larne, in Irlanda del Nord. Da appassionati di whisky e whiskey fra le tappe obbligate, nei molti chilometri percorsi, non potevano mancare alcuni fra i maggiori luoghi di produzione del distillato irlandese: Jameson (a Dublino), Bushmills e Kilbeggan, dove si produce il Connemara, unico Irish Whiskey torbato.

Un po’ di storia

Old bushmills

La targa dell’Old Bishmills Distillery

Le origini del whiskey irlandese sono remote anche se la vera fama di questo distillato risale certamente al regno di Elisabetta I (1558 – 1603), che lo benedisse personalmente, aumentandone così la notorietà. La prima licenza ufficiale per una distilleria della verde terra d’Irlanda fu concessa, nel 1608, alla Old Bushmills Distillery, nella contea di Atrim. Solo cinquant’anni dopo però, nel 1661, la storia dell’Irish Whiskey, subì un duro colpo a causa della nuova imposta sul distillato istituita dal governo inglese; una tassa che peserà non poco sulle distillerie scozzesi (cambiandone la geografia) e che influenzerà anche quelle irlandesi, riducendo notevolmente il mercato del loro prodotto.
Una nuova legge inglese, nel 1823, cambiò nuovamente il panorama della produzione del Whiskey Irlandese, favorendo la nascita di una vera e propria industria. Il testo infatti favoriva i produttori muniti di alambicchi di capacità superiore ai 160 litri, tagliando fuori tutte le piccole aziende. Fra 150 distillerie allora attive in Irlanda le due grandi aziende di Dublino, la John Jameson & Son e la John Power & Son, trassero i maggiori vantaggi da questa nuova normativa. La rivoluzione industriale e lo sviluppo dei trasporti, ferroviari e marittimi, consentirono infatti a queste due distillerie di aumentare la produzione di Irish Whiskey, avviando anche la distribuzione di questo distillato oltreoceano. Nonostante la concorrenza scozzese, che all’inizio del ‘900 aveva ridotto a sole 30 le aziende attive in Irlanda, l’Irish Whiskey divenne una delle bevande più apprezzate in tutti gli Stati Uniti. Due eventi storici però cambiarono, nuovamente, i destini di questo distillato: la Guerra d’indipendenza irlandese e il Proibizionismo.
Nell’aprile del 1916 la Rivolta di Pasqua segnò infatti l’inizio della guerra Anglo-irlandese con conseguenze durissime sulla produzione di Irish Whiskey, dovute anche al conflitto commerciale fra Inghilterra e Irlanda. Le barriere doganali vigenti fra i due stati lasciarono alle aziende irlandesi solo il mercato americano. Il Proibizionismo rappresentò così uno scoglio insormontabile per molte piccole distillerie che chiusero i battenti a cavallo degli anni ’20. Neanche la fine del divieto di produrre ed importare alcool negli USA, nel 1933, riuscì a risollevare la produzione di Whiskey Irlandese.  Solo nel 1966, con la nascita della Irish Distillery Company, fondata dalle tre principali aziende (la Cork, la Power e la Jameson) iniziò la ripresa. Nel 1988 la Allied-Lyons e la Grand Metropolitan tentarono un’Offerta Pubblica di Acquisto alla stessa Irish Distillery Company, che però, nel 1989 venne acquistata dalla francese Perond Ricard. L’interesse delle grandi multinazionali e la nascita di nuove distillerie (come la Cooley, sorta nel 1989) dimostravano però la nuova vitalità della produzione di Irish Whiskey.

L’Irish Whiskey

Esistono molte versioni e leggende sulle origini del whisky, gli irlandesi però sono sicuri, la nascita di questo distillato si lega indissolubilmente alla figura di San Patrizio. Durante una delle sue peregrinazioni il Santo patrono d’Irlanda avrebbe infatti

La cittadina di Kilbeggan

La cittadina di Kilbeggan

importato l’arte della distillazione dal Medio Oriente. E’ proprio per ricordare questo particolare “merito” che, ogni 17 marzo, gli irlandesi festeggiano, in ogni angolo del mondo, la festa del San Patrizio, con eventi, manifestazioni, canti, birra e whiskey.

Come in Scozia anche in Irlanda lo sviluppo delle distillerie era legato alla presenza di due elementi fondamentali: l’acqua pura e l’orzo. Non è un caso dunque se le più importanti aziende della verde isola siano sorte intorno ai centri di Cork, Dublino e Bushmills.
Le tecniche di distillazione utilizzate sono varie, dai tradizionali pot still ai column still, fino alle tecniche miste, com quella in uso a Middleton. Visitare le singole aziende, dalla Jameson a Dublino in Irlanda del Nord, fino a Tullamore, nel cuore dell’Irlanda, significa toccare con mano questa storia e queste tradizioni.
Se si è però alla ricerca di quell’atmosfera magica e unica, quel clima che sono la Scozia e l’Irlanda sanno creare, se si vuole trovare la tranquilla serenità dei paesi immersi fra le verdi colline, l’aria pura e frizzante, il cielo pieno di nuvole cantato da Fiorella Mannoia allora la distilleria da visitare può essere solo una: Kilbeggan.
Attraversando il cuore verde dell’Irlanda, su strade semideserte, fra valichi e fiumi, si giunge, infatti, in un piccolo paese, poche

Appunti di viaggio da Kilbeggan

Appunti di viaggio da Kilbeggan

case dai caratteristici muri bianchi e dall’inconfondibile architettura. Sulla strada principale di Kilbeggan, in un mondo che appare come sospeso, fra la taverna locale, la “Saddle’s Inn”, il belvedere ed il pub, il “Black Kettle”, non potrete non notare le indicazioni per la distilleria il cui fumaiolo, con su scritto “Locke’s Whiskey”, troneggia su tutto l’abitato. Arrivati in prossimità del tipico fabbricato, anch’esso bianco, la poche abitazioni lasciano il posto alla natura, ai prati verdi e al gorgoglio delle acque. Come molte distillerie anche quella di Kilbeggan è costruita sulle rive di un fiume, il Brosna, sul quale si muove uno dei simboli dell’azienda, il grande e antico mulino ad acqua. Vale certamente la pena fare una piccola deviazione sul proprio percorso, magari prima di raggiungere i resti della magnifica abbazia di Clonmacnoise, per visitare l’azienda, seguendo il tuor che mostra tutte le fasi della produzione, o anche, semplicemente, per degustare, all’interno dello shp della Kilbeggan Distillery, uno dei vari imbottigliamenti proposti (Kilbeggan, Connemara, Greenore, Tyrconnell).

Il Connemara single peated malt whikey

Il Connemara single peated malt whikey

Il Connemara single peated malt whikey

Fra i quattro brand prodotti dalla Kilbeggan Distillery ci ha però particolarmente colpiti, sin dal primo assaggio in distilleria, il Connemara single peated malt whikey, unico whiskey irlandese ottenuto con malto torbato. Invecchiato per minimo 5 anni (per poter prendere la denominazione di Irish Whisky il distillato deve invecchiare in Irlanda per almeno 3 anni), questo particolare prodotto, che prende il nome dalla penisola occidentale dell’Irlanda, fu lanciato a metà degli anni ’90 con l’obiettivo di

conquistare nuove fasce di mercato.
Sin dal colore, un oro paglierino con riflessi che arrivano fino al verde, questo prodotto rivela la sua complessità. La scelta del master distiller era infatti, dichiaratamente, quella di creare un whiskey dalla torbatura delicata, presenta ma non coprente. Gli elementi principali, malto e torba, dovevano perciò bilanciarsi rendendo il distillato rotondo ed equilibrato. Al naso il Connemara sinlgle peated malt whiksey, evidenzia subito la sua natura torbata, con le delicate note di fumo che spiccano immediatamente, seguite dagli aromi del malto e da sentori dolci, che richiamano alla mente la vaniglia. In bocca appare morbido, liscio sul palato, decisamente meno spigoloso di altri whiskey irlandesi (Jameson, Bushmills, Paddy). Anche al gusto emerge, al primo assaggio, la forte nota di torba, ben equilibrata però da quella del malto (riconoscibilissima sin dal primo sorso) e da sapori dolciastri, che sembrano ricordare la vaniglia, in un mix perfettamente bilanciato.

Giampiero

Dal cinema al whisky il passo può esser breve. Basta fare un viaggio in Scozia, perdersi magari nel cuore delle Highlands, e ritrovarsi a chiacchierare in un piccolo pub di Ullapool parlando di torbatura e imbottigliamenti. Nasce così una passione travolgente, girando l’Italia, l’Europa (e non solo) di degustazione in degustazione, di locale in locale... alla scoperta del meglio che questo universo può offrire. Cocktail preferito: Rob Roy Distillato preferito: Caol Ila 25 yo

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