Per l’evento In Perfetto Stile Italiano del Banana Republic sono stati chiamati dietro il bancone i maestri della miscelazione Flavio Angiolillo e Francesco Mandrà, che si sono messi alla prova proponendo dei drink con liquori prodotti e distribuiti dalle distillerie Fratelli Branca. Parlare della nota distilleria milanese significa, ovviamente, parlare del Fernet Branca, prodotto di punta della azienda, utilizzato in innumerevoli cocktail, spesso come bitter. Nato come anticolerico nel 1845 a Milano (leggenda vuole creato dal dottor Branca e dal dottor Fernet), il Fernet è un elisir di 27 erbe e 12 spezie, in grado di raggiungere, in pochi anni dalla sua creazione un gran successo mondiale. Oggi esistono due siti di produzione a Milano e a Buenos Aires; a Milano si produce per tutto il mondo e in Argentina solo per l’Argentina, dove se ne producono quasi 40 milioni di litri. Altrettanto storica è la produzione del Carpano, con prodotti come il Carpano Antica Formula, il primo Vermouth della storia (1786) creato da Benedetto Carpano, dal gusto più vanigliato rispetto il Carpano Classico, o lo Stravecchio Branca, presente in questa serata nel suo imbottigliamento Stavecchio Magna Mater, una riserva di questo Brandy. Un prodotto commemorativo (27 anni) per i 120 anni della botte madre, botte dove si effettua l’ultimo passaggio dello Stravecchio dopo i canonici 3 anni di invecchiamento. Infine il Rum Maount Gay, prima azienda al mondo a produrre Rum delle Barbados, presente con un blended di due ron di 8 e di 12 anni, miscelati per creare un rum dalla particolarissima sapidità. Per i drink a base vodka proposti dal duo Flavio Angiolillo e Francesco Mandrà l’ultimo prodotto è la Sernova, una Vodka italiana prodotta dalla Branca. Una Vodka morbida e rotonda che sa emergere nel palato.
La guest
Basterebbe probabilmente il nome, Flavio Angiolillo, direttore creativo e bartender di due locali milanesi (di cui avevamo già parlato nella nostra guida sui locali di Milano), Mag Cafè e 19:30, per restituire il clima e l’atmosfera di questo Perfetto stile italiano. Questi locali rappresentano infatti due fra più interessanti e innovativi esempi del panorama milanese; il primo, situato sui navigli, è un perfetto street-bar, sito nel centro nevralgico e vorticoso della night-life meneghina, mentre il secondo, un autentico speak-easy club (non riveleremo infatti l’ubicazione), è specializzato in quella che potremmo definire una ricerca metafisica e concettuale del bere, dove la sperimentazione e la ricerca su distillati e prodotti è all’ordine del giorno. Per chi fosse meno avvezzo ai cocktail bar, Flavio Angiolillo è anche una star televisiva, co-conduttore, insieme a Leonardo Leuci, della trasmissione Mixologist. Ad assisterlo e coadiuvarlo, dietro al banco del Banana, c’è Francesco Mandrà vero braccio destro di Flavio e bartender del Mag Café.
I drinks
Il menù della serata comprendeva cinque cocktail:
1) Bishop: Carpano Antica Formula; Carpano Classico; Crema di Cacao Bianco; Dom Benedectine e Fernet Branca. Un trionfo di Vermouth (e si sente!) che regala all’assaggio note tanniche. L’effetto sfuma lentamente e lungamente verso l’amaro del Fernet.
2) Branca Daiquiri : Mount Gay Xo; Lime; Branca Menta; Zucchero di Panela. Twist sul “Classico” Daiquiri, in cui le note caratteristiche del Branca Menta, amaro e menta, emergono prepotentemente in bocca, posandosi lungamente sul palato.
3) 622: Brandy Stravecchio Magna Mater; Birra; Abbot’s Bitter; Bitter alla Menta; Riduzione di Vermouth Rosso e Spezie. Una rivisitazione dell’ Old Fashioned di fatto, con un taglio di Vermouth rosso, per un cocktail dal colore ambrato, profumi agrumati (il zest di arancia è deciso), con un’entrata in cui si avverte il dolce, il corpo respira dell’aroma del Brandy Stravecchio, che lascia sul palato un sapore di castagno.
4) Mag a Porter : Sernova Vodka; Crema di Cacao Bianco; Menta; Orzata; Limone e Albume. Idea vincente quella di creare un drink da servire in un bicchiere di carta da “caffè americano” con il classico copri-bicchiere (a portar via appunto), un bicchiere con il logo del Mag Cafè da una parte e dall’altra la scritta : “don’t judge a book by its cover” (“non si giudica un libro dalla sua copertina”), facile riferimento al fatto che il contenuto del bicchiere non è, come atteso o potrebbe apparire, del caffeè o tè, ma il drink appunto. E allo stesso tempo permane l’idea, sempre amata dagli storici del bartending di celare e nascondere l’alcool, come lo speak-easy in cui si celava il bar. Al gusto si avverte una nota pungente di cioccolato, per una consistenza granulare e cremosa dal gusto bilanciato e leggermente zuccherino. Nel finale una nota di menta persistente e un ricordo di ciccolato, per un drink decisamente beverino.
5) Sernova Basil Martini : Vermouth del Professore; Carpano Vermuth Dry; Bitter alla Menta; Sernova Vodka e Basilico fresco. Twist sul “classico” Vodka Marini, ingresso duro e deciso creato dalla secchezza della Vodka e dall’aroma di maggiorana, il corpo si ammorbidisce grazie alla miscelazione con il Vermouth. Nel finale trionfo di basilico, il cui odore riporta il ricordo ai carruggi genovesi.