Death’s door Gin

E’ dal nome inquietante di un piccolo braccio di mare che separa la Door Peninsula dalla piccola Washington Island che deriva quello di una piccola, interessante, azienda del Wisconsin: Death’s door. La punta estrema di questa penisola, affacciata sulla Green Bay che divide lo stato statunitense dal Michigan, con i suoi 700 abitanti e una natura meravigliosa ed incontaminata appare il luogo ideale per creare distillati originali e genuini, curati nei minimi dettagli dalla raccolta delle materie prime fino all’imbottigliamento. Un territorio straordinario che fornisce a John Jeffery, head distiller di Death’s door, le materie prime necessarie per la produzione dei loro distillati. Tutto ciò che viene impiegato nella creazione del Gin, della Vodka e del Whisky di questa piccola ma significativa azienda è infatti direttamente raccolto su Washington Island. Non è un caso quindi se gli unici botanical presenti nell’aromatizzazione del Death’s door Gin siano, oltre al ginepro, il finocchio ed il coriandolo, piante che crescono in abbondanza nella Door Peninsula. Una filosofia di autenticità e genuinità che coinvolge anche la lavorazione stessa del prodotto. Base di partenza di questo distillato è infatti la stessa Vodka realizzata negli stabilimenti del Middleton Business Park. Per conoscere a fondo il Death’s door Gin non si può dunque che iniziare da ciò che ne costituisce il punto di partenza: la Death’s door VodkaDeath's door Gin bottiglia

Per mediare fra le esigenze di un mercato alla continua ricerca di prodotti dal flavuor neutro e la volontà dell’azienda di creare un distillato dal carattere riconoscibile John Jeffery ha ideato una ricetta idealmente al centro di queste due esigenze. Un risultato ottenuto grazie all’utilizzo di due tipi di spirito, uno più forte (prodotto con grano ed orzo) e uno meno marcato (prodotto con mais), miscelati e ridistillati per ottenere il prodotto finale. Prodotto che, come detto, è alla base del Death’s door Gin. Quando la vodka è pronta viene infatti reinserita negli alambicchi e ridistillata, facendo passare i vapori alcolici in colonne contenenti ginepro, coriandolo e finocchio interi. La scelta di produrre il Gin attraverso ridistillazione e non macerazione, così come quella di non macinare o grattare i tre botanical, è dovuta alla necessità di contenere quelle note amare che rischierebbero altrimenti di rovinare l’equilibrio del prodotto finale. Scelte chiare, come quella di limitare a tre gli ingredienti aromatizzanti di questo distillato. La volontà di Brian Ellison, presidente dell’azienda, e di John Jeffery era infatti, in primo luogo, quella di sfruttare la biodiversità della Washington Island, utilizzando esclusivamente erbe, bacche o piante provenienti da loro territorio. Da qui la scelta, ad esempio, di sostituire le bucce di agrumi (che non crescono nel Wisconsin) con il coriandolo per restituire quel sentore di agrumato, fondamentale nel bouquet del Gin. La presenza di soli tre botanical consente inoltre di valorizzare al massimo il loro sipirt di base in una ricetta in cui mais, grano ed orzo aggiungono un piacevole ricordo di malto al tono generale del distillato. Infine, anche la tecnica scelta per il metodo di distillazione premia la decisone di limitare il numero degli aromatizzanti. La tecnica utilizzata, definita “one shot”, prevede infatti una distillazione unica e una correzione, attraverso tagli successivi, del prodotto finale. Una tecnica che necessita di sperimentazione e lavoro continuo, distante anni luce dalla tecnica “multi shot “ che, utilizzando molti più botanical del necessario, garantisce comunque un risultato accettabile.

Note degustativeDeath's door Gin etichetta

Al naso il Death’s door Gin appare morbido ed equilibrato. Le ricche note di coriandolo arricchiscono i toni del ginepro in un bouquet tanto semplice quanto bilanciato in cui si avvertono ancora ricordi di malto.

Al palato, sin dal primo assaggio, il Gin rivela tutta la perfetta armonia. Le note agrumate  e balsamiche dei botanical (finocchio e coriandolo), bilanciano il carattere del distillato, correggendo il tono deciso del ginepro. Ricordi di malto, date dallo spirit originale, completano un prodotto dal carattere davvero particolare.

Un distillato ideale per la miscelazione viste le sue equilibrate note acide, perfette per un abbinamento con lime, limone, pompelmo o per la preparazione di Martini. L’alta gradazione (47°) si adatta inoltre alla lavorazione in cocktail come il Negroni, mentre le evidenti note dei botanical lo rendono eccellente anche per il più classico dei Gin Tonic.

Giampiero

Dal cinema al whisky il passo può esser breve. Basta fare un viaggio in Scozia, perdersi magari nel cuore delle Highlands, e ritrovarsi a chiacchierare in un piccolo pub di Ullapool parlando di torbatura e imbottigliamenti. Nasce così una passione travolgente, girando l’Italia, l’Europa (e non solo) di degustazione in degustazione, di locale in locale... alla scoperta del meglio che questo universo può offrire. Cocktail preferito: Rob Roy Distillato preferito: Caol Ila 25 yo

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