Die Hard: Cask Streinght

Per gli habituè romani della degustazione del whisky il Banana Republic, alle porte del quartiere prati di Roma, è ormai un classico luogo di ritrovo. A condurre le danze, tra i cocktail e le portate preparate e servite dallo staff del locale, è l’ormai mitico “ambasciatore del whisky” Michelangelo Di Toma, che con la sua verve nel racconto, la sua conoscenza degli spiriti scozzesi e la sua sagacia affabulazione riesce a condurre lo spettatore tra i paesaggi e i fiumi della Scozia. Tema di questa serata sono stati i whisky cask streinght ovvero quei distillati imbottigliati alla gradazione con cui erano nella botte, senza alcuna diluizione. Tutti whisky tra i 40° e i 60°, tutti spiriti per uomini  (o donne) forti.

1°abbinamento: Westport 1997 Sherry Wood Wilson & Morgan con crostino di polenta al tabulone di manzo Westport 1997 Sherry Wood

Il westport è un single blended, cioè la miscelazione di due single malts. In questo caso si tratta di Glenmorangie e Glen Moray. La prima è una distilleria del nordovest delle Highlands, fondata nel 1843. Una distilleria che ha come particolarità i suoi famigerati alambicchi, e soprattutto il fatto di possedere gli alberi da cui trae le botti per invecchiare il proprio whisky, non prima di 20 anni in cui hanno contenuto del bourbon. La seconda Glen Moray è una piccola distilleria nata come birrificio nello Speyside.

Note di degustazione: colore scuro tendente all’ambra;

aroma: si sente l’alcol avvicinandolo al naso ma risulta morbido, fiori, confetto;

sapore: apertura alcolica, poi resina, erbe, retrogusto secco, sentori di menta.

2° abbinamento: Ledaig 2005 Sherry finished Wilson & Morgan con risotto ai funghi porcini e zafferano

Anche qui siamo di fronte a un single blended, un unione di Tobermory e Ledaig. Tobermory è una distilleria dell’isola di Mull, nata nel 1798 pochi anni dopo la fondazione dell’omonima cittadina; il Ledaig non è nient’altro che la versione torbata del Tobermory.

Note di degustazione: colore: chiaro, con riflessi più scuri;

aroma: alcolico, leggermente torbato, sentori di castagna e mandorla;

sapore: affumicato ma comunque morbido, ruggine, legno, un whisky dal sapore comunque dolce con note di ciliegia e mandorla tostata.

3° abbinamento: Mortlach 15 Sherry wood Wilson & Morgan con arrosto di tacchino, castagne e cipolline in agrodolce michelangelo di toma

Mortlach è una distilleria così detta silente, infatti il suo prodotto viene perlopiù utilizzato nella creazione del blended Johnny Walker Gold Label, e pochissimo whisky viene destinato al distillato principe della casa madre. Produttore di gran classe la Mortlach, anche se piuttosto giovane ( del 1923) rispetto alle secolari storie delle distillerie precedenti, risiede a Dafftown nello Speyside, vicino allo Speyside cooperage, uno dei più grandi sito di lavorazione di botti delle Scozia. Una delle peculiarità di Mortlach è la triplice distillazione a cui sottopone i suoi spiriti.

Note di degustazione: colore: piuttosto chiaro;

aroma: dolce, fortissime le sensazioni di bourbon;

sapore: un whisky corposo, in bocca si sente tutto il legno, ma anche complesso, si percepiscono sapori di ciliegia sotto spirito e orzo maltato.

4° abbinamento: Peat Monster compless box con strudel di mele e castagne

Il Peat Monster non è un semplice whisky, come la Compless Box non è una distilleria. Quest’ultima è un assemblatore, uno che Peat Monster compless boxparte da varie componenti per creare qualcosa di unico. Questo è il caso del Peat Monster, un whisky nato dall’unione di vari single malt. Infatti Peat Monster è composto da un 50% di Laphroaig e Caol Ila e un 50% di Ardmore e Clynelish, quindi una metà con le qualità e la wildness dell’isola di Islay e una metà con le caratteristiche e la seduzione, la sweet emotion delle distillerie dello Speyside. Tutti questi whisky componenti sono invecchiati dai 10 a i 16 anni.

Note di degustazione: colore: chiarissimo, a prima vista potrebbe essere scambiato per una Falanghina.

Aroma: una leggerissima torbatura fa da sfondo a un aroma floreale e con punture di salsedine.

Sapore: Un bouquet così complesso di sapori è difficile da descrivere. Si spazia dal salmastro, al  chiuso e fumoso di un camino, al selvaggio del muschio, al delicato dell’albicocca, al dolce della crem brulè, poi lo speziato della cannella, per chiudere con un lascito sul palato di amaro, quasi catrame.

Fabio

Iniziata la mia carriera bevendo sidro per tutti i pub del quartiere Prati di Roma, fatale fu un viaggio in Scozia che mi fece scoprire le gioie della birra e del Whisky, per poi consacrarmi al luppolo sulle strade del Belgio tra Trappisti e Lambic. Dal pub sottocasa al micro birrificio più sperduto, dal Manzanarre al Reno, dalla Gran Bretagna alla Scandinavia, in una costante ricerca della birra più introvabile; senza mai disdegnare un buon distillato o un ottimo cocktail. Birra preferita: La Duchesse de Bourgougne (una Flanders Red Ale della Brouwerij Verhaeghe Vichte) è stata per anni la mia compagna preferita; Cocktail preferito: MIlano – TOrino, in fondo siamo pur sempre italiani; Distillato preferito: Sarò uno dei pochi a dirlo ma…Scapa!

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