Flair Project on air: Il piacere della miscelazione in Radio

Com’è nata l’idea di Francesco Spenuso di parlare di bere miscelato in radio. Ecco quello di cui si è parlato, in attesa delle nuove puntate autunnali

Quando Francesco Spenuso (per tutti “Ciù Ciù), mi disse che sarebbe dovuto andare a fare una trasmissione radiofonica, rimasi piacevolmente stupito. “E cosa farai?”, gli chiesi, ben conoscendo le sue innate doti di speaker, “Parlerò di coctkail, distillati,

Massimo Macrì e Francesco Spenuso

Massimo Macrì e Francesco Spenuso

liquori… Insomma, un po’ di cultura del bere miscelato”. Grande idea. Tant’è che non mi feci ripetere due volte la sua richiesta di collaborare insieme, ogni mercoledi, in diretta. La radio è Radio Kaos Italy (www.radiokaositaly.it) e la trasmissione “Flair Project on air”, rigorosamente in diretta, è stata trasmessa sia in streaming sul sito che sulle frequenze fm di 88.100.
Nessuno di noi due aveva fatto un’ esperienze di quel tipo, ma affrontammo la questione così, come quando ‘si spacca’ a una partita di biliardo. Il pallino va contro il triangolo e poi si attende l’esito. Un po’ audaci, ma ‘professionali’. Veicolare il giusto messaggio sul buon bere, specie in questo momento particolare di grande rinascita della miscelazione, è una grande opportunità. Un’ occasione per il pubblico di avvicinarsi a quel mondo, un’occasione anche per Spenuso e per la scuola di bartending che rappresenta, la Flair Project, per sottolineare il confine tra chi fa (in)formazione seria e chi – ahimè succede anche questo – scuce soltanto soldi e perdita di tempo, ammantandosi di una finta aura di conoscenza acquisita chissà come e dove. Per me personalmente, poi, è stata una grande avventura con una persona che ho sempre stimato. Un’avventura che continuerà, anche meglio di prima. In queste prime puntante ci siamo soltanto rodati. Abbiamo presto i tempi e modi radiofonici, quindi dopo l’estate riprenderemo con più voglia e vigore.
Volendo fare un riassunto delle puntate precedenti, ecco gli argomenti che sono stati trattati. Abbiamo iniziato con ‘whisky e whiskey’, parlando dell’origine del distillato, della sua storia ed evoluzione, raccontando aneddoti e storielle che si perdono nella notte dei tempi. Lo stesso dicasi per il gin; il tequila e il mezcal; i vermut e i bitter. E per ogni argomento, abbiamo sempre cercato di distinguere le notizie vere da quelle presunte. Il dato storico, dal racconto che si tramanda. Ovviamente non potevano mancare i cocktail, quelli più importanti, dall’ “Old fashioned”, al “Sazerac”, al “martini cocktail”, per citarne alcuni. Nella puntata in cui si raccontava il “Negroni”, è intervenuto un grande ospite come Luca Picchi, dando alcune anticipazioni in anteprima sul suo nuovo libro dedicato al conte “Negroni” e alla sua celebre invenzione alcolica. Come se un ospite solo non bastasse – ormai ci avevamo preso gusto – nell’ultima puntata in fm ci siamo concessi ‘il lusso’ di invitare al telefono una serie di amici/bartenders di grande caratura. Parliamo di persone che all’ora della trasmissione (dalle 20 alle 21) ovviamente lavorano,

Flair Project on air

Flair Project on air

quindi con tutte le difficoltà del caso siamo riusciti a raggiungerle e a far condividere le loro esperienze in radio. Massimo D’Addezio, al riparo da orecchie e occhi indiscreti nel bagno del suo locale (lo diciamo con la stessa goliardia con cui ce lo ha riferito, ci mancherebbe altro!) ci ha parlato di martini cocktail. Patrick Pistolesi ha descritto il suo Sazerac, regalandoci nel finale una delle sue barzellette. Federico Tomasselli, fresco della gara della Bacardì Legacy in Australia, ha raccontato la storia del Daiquiri. Paolo Sanna, grande amante del whisky, ci ha parlato di un classico come il “Manhattan” e del “Rob Roy”. Emanuele Broccatelli purtroppo è stato impegnato al lavoro. Altrimenti sarebbe sicuramente intervenuto. Lo riavremo nel prossimo futuro. Il bello della diretta, lo abbiamo provato anche noi. Succederà ancora. E va benissimo così. L’intento è proprio quello di essere sinceri, spontanei, genuini, non costruiti, divertenti, ma sempre professionali. Abbiamo raccontato una parte di quel mondo che amiamo, con l’intento di farlo conoscere ai non addetti ai lavori, ma la lezione vale pure per quelli che ne fanno parte e per i quali ‘una bella rinfrescata’ non farebbe mai male. Speriamo di aver fatto scoprire che, oltre a un’etichetta stampata sul vetro di una bottiglia, così come dentro a una coppetta da cocktail, c’è tutto un mondo, una storia o più di una, che danno molto più valore a una bevuta, di quanto in realtà sia il suo prezzo sul listino. Lo stesso discorso vale per i bartenders che abbiamo invitato, con cui abbiamo riso e scherzato, per mostrarne anche l’altra faccia. E soprattutto perché qui nessuno vuole prendersi sul serio. Il bar è pur sempre un gioco, per adulti, ma un gioco rimane. Quindi, aspettatevi le prossime mosse. I dadi sono stati lanciati. Stay tuned!

Flair Project On Air: tutti i mercoledì dalle 20 alle 21 su www.radiokaositaly.it

Flair Project: www.corsobarman.com

Gaetano Massimo Macrì

Martiniano. Bartender/giornalista. Insegnante di quello che – seppur in molti sembrano esserselo dimenticato – va sotto la voce di “American Bar”. Tradotto significa: esigente bevitore al bancone e miscelatore ignorante, perché, come scriveva un ‘collega’ degli anni ’30 del secolo scorso (Elvezio Grassi in “1000 misture”) l’essere un buon barman è “sapere quanto poco noi sappiamo”. Mi sembra un ottimo punto di partenza. Per questo motivo vado in giro per locali, alla ricerca del mio perfetto martini cocktail, nonché del mio bartender di fiducia. Un po’ Ernest Hemingway, un po’ David Embury, un giorno scriverò anche io una ‘bartender’s guide’ o qualcosa del genere. Infine, ma assolutamente non da ultimo per importanza, ecco alcune disposizioni per chi fosse interessato a farmi da bere. Colui che mi preparerà un buon Americano, avrà la mia simpatia. Colui che saprà costruirmi un Boulevardier degno di nota, otterrà la mia riconoscenza. Se, poi, non solo non disdegnerà un Old Pal, ma sarà in grado di equilibrarmelo nella coppetta, godrà di tutta la mia più profonda stima. Il martini, tuttavia, è un’altra faccenda.

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