Head to Head Competition: Nu Lounge – Bologna

Nel cuore di Bologna, a pochi passi da Piazza Maggiore, incastonato in un classico porticato del capoluogo emiliano, il Nu Lounge Bar ha ospitato la terza tappa dell’Head 2 Head Competition. In un affascinante mix tra le atmosfere del classico lounge bar a suggestioni caraibiche e tropicali, che ben si sposano con la grande offerta di rum al bancone, altri otto giovani bartender si sono sfidati a colpi di shaker e mixing glass. Le atmosfere tiki e la preponderanza del rum non devono trarre in inganno: i concorrenti avranno a

La giuria della terza tappa

La giuria della terza tappa

disposizione una vasta selezione per dare sfogo alla loro creatività e al loro genio. D’altronde, il motto della competizione è proprio quello: qui non viene premiata solo la bravura, ma la genialità. Sarà la giuria, composta in questa occasione da Max Morandi, Leonardo Pinto e Gianni Zottola a giudicare “con attenzione e con il desiderio di bere bene” (come sottolineato fin da subito) le creazioni dei competitors. Le regole rimangono sempre le stesse: al primo turno gli 8 sfidanti si divideranno in quattro coppie che si confronteranno nella preparazione di un cocktail basato su un ingrediente base pre-selezionato nella dose  minima di 30ml; i concorrenti avranno 8 minuti di tempo per la preparazione, 3 minuti di selezione e scelta degli ingredienti, 5 minuti per la preparazione; con il procedere della gara verranno aggiunte delle penalità. A fare da accompagnamento musicale alla serata, le note e la voce di Lucio Dalla, scelta quantomeno appropriata vista la città in questione, un po’ meno ovvia vista l’atmosfera tiki del locale. Risultato: una suggestione costante.

Le batterie

Ad aprire le danze di questa nuova tappa sono Antonio Lugli e Pietro Onofri, che devono vedersela con un grande classico: il Bitter Campari. Entrambi gli sfidanti scelgono di preparare un rivisitazione dell’ unforgettable “Negroni” ed entrambi scelgono di sostituire la componente gin con un rum dolce per compensare l’amaro del bitter. Va ricordato che i due concorrenti non possono seguire le rispettive prove, di conseguenza la scelta di entrambi di virare sul rum ha strappato più di qualche sorriso in giuria al

Il Nu Negroni

Il Nu Negroni

momento dello speech. Lugli, come detto, decide di sostituire il gin con un Rum Abuelo 12 anni, melassato dai lievi sentori di vaniglia, che viene cosi unito al Campari e al Vermouth Berto, che il concorrente ammette di usare spesso. Al momento della preparazione però Lugli sfora di 30 secondi, dilungandosi troppo nel discorso introduttivo, presentando il suo “Nu Negroni” in ritardo. Come detto, anche Onofri opta per il rum, aggiungendo al Campari del Punt & Mes come vermouth e il rum El Dorado Demerara 12, giustificando la sua scelta puntando sulla dolcezza del prodotto; qualche goccia di bitter all’arancia a completare “Il presidente di Barbados”. Al secondo turno si presentano Nicola Zoboli e Lashgari Morteza, che dovranno usare nella loro creazione il rum Abuelo 7 anni, distribuito da OnestiGroup. Zoboli decide di puntare su una rivisitazione del “Manhattan”, appunto in chiave rum: utilizzando il mixing glass per miscelare al rum selezionato il Punt & Mes, del Martini Extra Dry, qualche goccia di chocolate bitter e due dash di orange bitter, presentando il tutto con il nome “Tiki Manhattan”. Lashgari decide invece di virare su un twist del “Martinez”, affumicato alla cannella; sostituendo il gin proprio con il rum, miscelando poi con il Vermouth Antica Formula, del Bulleit Bourbon, e qualche goccia

Martinez al rum

Martinez al rum

di bitter; la creazione di Lashgari, il “Martinez al rum”, soffre però di una forte penalizzazione, in quanto a preparazione ha richiesto più di un minuto extra. La terza batteria è composta da Jacopo Tioli e Federico Zuco, con la scelta dell’ingrediente base che è ricaduta sul Bacardi Carta Blanca. Tioli si ispira alla ricetta del “Don’s Special Daiquiri”, shakerando il Bacardi Carta Blanca con J.Bally, il Saint Germain, del succo di lime, miele, sciroppo al frutto della passione (uno dei tanti prodotti home made del locale), del liquore al pimento e delle foglie di menta, presentando la sua opera con il nome “J. Grey”. Zuco opta invece su un twist del “Julep”, con un Ron Abuelo 12, della ginger beer al posto della soda, il Bacardi Carta Blanca e per concludere una zolletta di zucchero e qualche goccia di bitter al

Voglia di Mare

Voglia di Mare

cioccolato e la menta a condire il tutto, presentando un cocktail estivo dal nome “Voglia di Mare”. Ultima coppia, Enrico Scarzella e Andrea Terenzi, sono chiamati invece a creare un cocktail a base Tann’s Gin distribuito da Compagnia dei Caraibi. Terenzi sceglie un twist sull’”Aviation”, con il Tann’s Gin shakerato con il Fernet Branca, del gel di Cassis al posto della creme, e del succo di limone e un twist di limone per guarnizione, ribattezzando ironicamente il suo lavoro “Il Fernet Branca ha preso il volo”. Invece Scarzella opta per un twist del “Gin Fizz”, giustificando la scelta di preparare qualcosa di classico per

Il Fernet Branca ha preso il volo

Il Fernet Branca ha preso il volo

dare risalto all’ingrediente base. Unendo del simple syrup, del succo di limone, albume, il Tann’s Gin, lo Shrubb Clement Martinique dai vaghi sentori all’arancia, un po’ di soda e scorza di limone. Non trovando immediatamente il nome per il cocktail, alla fine, dopo un vivace scambio di battute con la giuria, opta per “I Gemelli”, in onore dei gemelli di cui a breve diventerà padre. Alla fine del primo round, i giudici elogiano i concorrenti che, al netto di essere stati a volte vittime dell’emozione da gara, hanno comunque dimostrato le loro abilità, invitando i vincitori a preparare i loro cocktail come se si trovassero nel loro locale e dovessero quindi pensare solo al cliente e non alla competizione, ragionando quindi sulla normalità del lavoro e la semplicità.

Le semifinali

Al secondo turno passano Pietro Onofri, Nicola Zoboli, Jacopo Tioli ed Enrico Scarzella, che a questo nuovo round dovranno confrontarsi con l’introduzione delle penalità. La prima coppia, Onofri e Zoboli, dovrà preparare un cocktail a base di Carpano Antica Formula con 30 secondi d’anticipo rispetto al tempo regolamentare, pena l’annullamento della prova. Onofri punta tutto su una variante del “Manhattan”, unendo l’Antica Formula con il bourbon Knob Creek, maraschino e una spruzzata di Mezcal nella

Il No Name

Il No Name

coppetta, servito con la classica ciliegina al maraschino. Alla richiesta di spiegazione da parte dei giurati sulla motivazione che ha condotto alla scelta di questa variante, Onofri la giustifica per la facilità di preparazione, battezzando la sua creazione “La Chicca”. Zoboli invece punta sul classico “Rob Roy”, miscelando l’Antica Formula con un Glen Grant 5 anni, più leggero, due dash di bitter al pompelmo e ciliegina al maraschino per guarnire.  Un cocktail che viene fantasiosamente presentato come “No name”. Al secondo turno di queste semifinali Tioli e Scarzella non potranno shakerare il loro drink, che dovrà contenere  la vodka Russian Standard. Tioli, forse ispirato dall’atmosfera tiki del locale, decide di proporre un “Don’s Mix”, aggiungendo alla Russian Standard sciroppo di ginger, sciroppo di cannella, succo di limone e top di Cedrata Tassoni. Un mix di gusti che viene presentato come “Garden”. Ultimo, Scarzella, decide di osare proponendo un classico “Bloody Mary”, senza particolari twist: vodka Russian Standard, tabasco, salsa worcestershire, ovviamente pomodoro, sale hawaiano molto ricco di minerali e pepe. Non basta, né a lui né a Zoboli, che salutano qui la competition.

La finale

Siamo giunti così all’ultimo showdown, che vedrà contrapporsi Onofri e Tioli. In questa fase così

Un momento del lavoro della giuria

Un momento del lavoro della giuria

fondamentale, i giudici si appellano al motto della competizione, alla genialità del bartender; non basta essere bravi, il genio è fondamentale e l’originalità vale quanto il gusto stesso del drink presentato. Per coloro che non sono passati i giudici riservano comunque parole al miele, invitando tutti i partecipanti a continuare a mettersi in gioco ed osare.
Finale al cardiopalmo tra Onofri e Tioli, che avranno un bel da fare, dovendo preparare i loro drink usando come base il rum Don Q Anejo, distribuito in Italia da Ghilardi Selezioni, versando a collo libero e dovendo utilizzare a scelta un prodotto San Pellegrino (tonica, lemon o acqua frizzante). Inizia Onofri che si cimenta in un “Rum Fizz”, aggiungendo al Don Q Anejo del liquore al pimento, succo di

Il Prato fiorito

Il Prato fiorito

limone, sciroppo al frutto della passione, albume, shakerando leggermente e chiudendo con un top di lemon San Pellegrino. Il drink viene presentato con una guarnizione di orchidea e ribattezzato “Prato fiorito”. Chiude Tioli che sceglie di ricreare una sorta di “Punch” tagliando il Don Q Anejo con un Ti’ Arrangés de Ced Ananas Victoria (un rum infuso con fette di ananas), liquore al pimento, falernum, succo di pompelmo, condendo il tutto con un top di lemon San Pellegrino; il drink viene servito in una tiki cup e guarnito, anche in questo caso, con orchidee e una fetta d’ananas a richiamare il rum infuso utilizzato. Nome scelto:“Nu Punch”.
Finita la gara i giudici si prendono qualche minuto per pronunciare il verdetto finale. La distanza tra i due contendenti è minima nei loro giudizi, ma alla fine un vincitore deve esserci e ad aggiudicarsi la serata è Jacopo Tioli. La sua interpretazione del “Punch” è riuscita a guadagnarsi i favori dei giudici e più di qualche complimento sparso dagli stessi.

Giorgio Morino

"L'incapacità di stare fermo e il desiderio di scoprire sempre cose nuove mi ha portato a scrivere. Il cinema è stata la mia prima casa, il mondo era la luce del proiettore in una sala buia e affollata. Fuori dal cinema c'era Springsteen e il rock 'n' roll, immagini di un'America che forse non esiste più a bordo di una Chevelle decappottabile. Un giorno ho scoperto il whisky, e da quel momento la mia vita non è stata più la stessa. Perché non scrivere anche di questo in fondo? Cocktail preferito: whisky sour Distillato preferito: Talisker 10 anni"

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