Head to Head Competition: The Race Club – Roma

Solo uno sarà il vincitore, non il più bravo, ma il più geniale. Con questo spirito ha avuto inizio la terza edizione di Head to Head Bartender Competition, la più importante gara tra barmen della capitale che, da questa edizione, allarga i suoi orizzonti per espandersi a livello nazionale. La prima tappa inaugurale di questo confronto si è svolta il 24 ottobre al The Race Club Speakeasy, a pochi passi dal Colosseo.  Le regole sono semplici: al primo turno gli 8 sfidanti, divisi in quattro batterie  hanno a disposizione 8 minuti di

Daniele Gentili, Francesco Spenuso e Federico Tomasselli

Daniele Gentili, Francesco Spenuso e Federico Tomasselli

tempo per realizzare il loro cocktail, 3 minuti di selezione e scelta degli ingredienti, 5 minuti per la preparazione; la giuria selezionerà per ogni batteria un ingrediente che dovrà essere usato obbligatoriamente per 30ml nella preparazione; con il proseguire della gara verranno aggiunte ulteriori penalizzazioni e test per gli sfidanti. A comporre la giuria sono chiamati Federico Tomasselli, bar manager del Porto Fluviale di Roma, Francesco Spenuso, di FlairProject e Daniele Gentili, F&B Manager di Yugo Fusion Bar di Roma, in un clima quasi da stadio, con il pubblico asserragliato dietro ai giudici per vedere questi artisti all’opera.

La prima coppia è formata da Damiano Miraglia e Alessandro Cofini. L’ingrediente scelto per la sfida è risultato essere il Riserva Carlo Alberto Extra Dry . I due contendenti si affrontano proponendo due cocktail molto diversi: Miraglia presenta una propria rivisitazione del “Corpse Reviver”, rinominata “Corpo sul fiume”, shakerando il Dry Vermuth con Grand Marnier, Bombay London Dry Gin, Pino Mugo Quaglia, lime, succo di limone, bitter d’arancia, angostura e maraschino; Cofini propone invece un twist sull’”Old Fashioned”, sostituendo la zolletta di zucchero con sciroppo ai millefiori, aggiungendo al vermouth di base il Frangelico, un Wild Turkey 101 e qualche goccia di bitter al cioccolato, ribattezzando la sua creazione “Vecchio Alberto”.

Wray and Nephew sul banco di gara

Wray and Nephew sul banco di gara

La seconda batteria è invece composta da Giuseppe Prosperi e Mattia Ria, che devono vedersela con il Wray and Nephew White Overproof Rum. La sfida tra i due si gioca a colpi di shaker, con il primo che propone una propria rivisitazione del “Daiquiri”, aggiungendo Fernet Branca, Applelton Estate per ammorbidire l’overproof e completando il tutto con succo di lime e zucchero liquido, presentando la sua opera con il nome “Sic on the Race”, una dedica congiunta al Race Club e a Marco Simoncelli (di cui ricorreva il giorno prima il quinto anniversario della morte); chiamato al bancone, Ria ha invece optato per uno shakerato in metal cup, dove ad aggiungersi al rum bianco sono stati Calvados du Pays d’Auge, Old Jamaica Ginger Beer, succo di lime, zucchero di canna semolato; angostura bitter e menta , un mix che prendendo spunto dalla menta nel bicchiere è stato indicato come “L’Erba di Race”.
Il gusto aniciato del Mistra’ Pallini ha invece segnato la prova di Gianluca Vino e Ugo Acampora. Il primo ha proposto una rivisitazione del sour in chiave sarda, shakerando con il liquore d’anice il gin sardo Giniu, succo di pompelmo, limone, angostura bitter e bianco d’uovo, chiamando il tutto “Nodu Piano”; Acampora invece si cimenta in un “Bitter is Better”, un cocktail ‘rollato’ che esalta la secchezza del Mistra’

Ugo Acampora

Ugo Acampora

aggiungendovi una birra IPA Pale Ale, sciroppo millefiori, lime e  zucchero.
Ultimo turno, questa volta la protagonista della preparazione è la vodka, la Russian Standard, e a doversi confrontare sono chiamati Alessandro Parmegiani e Michele Ferruccio. Il primo decide di unire Russia e Italia, facendo sposare la vodka con il Liquore Strega, aggiungendo lime, zucchero liquido e albume per creare la sua “Strega Russa”, un cocktail shakerato e arricchito da un goccio di tonica; il secondo invece sperimenta un accoppiamento con il Lagavulin 16, cui accompagna liquore al chinotto, Agave Monin, lime e zenzero fresco, presentando come risultato un vero “Ibrido Russo”.

Al secondo turno passano Alessandro Cofini, Giuseppe Prosperi, Ugo Acampora e Michele Ferruccio. La scrematura è accompagnata da una serie di indicazione da parte dei giudici i quali, ribadendo l’importanza della gara, ricordano ai concorrenti che le regole fondamentali della competizione non sono solo quelle della gara, quanto quelle della professione stessa di barman, e che nessun dettaglio, dalla precisione nelle miscele alle tecniche usate fino alla presentazione e alla cortesia nel servire il drink, deve essere mai trascurato. Giocare semplice, spesso, significa fare le scelte migliori, e i concorrenti devono capirlo. In semifinale le regole diventano più rigide, e le difficoltà aumentano. I primi due sfidanti, Cofini e Prosperi,

La grappa Suite N.5

La grappa Suite N.5

dovranno improvvisare un cocktail che contenga, oltre a 30 ml di Grappa Suite n.5 Castagner, anche una quantità a scelta di vermouth Carpano Antica Formula. Cofini opta per un mix dei due ingredienti base con il Lagavulin 16, cui si aggiungerà bitter d’arancia e una punta di peperoncino per speziare. Una variante del “Rob Roy” ribattezzata “Hot Smoky” che il concorrente, forse vittima dell’emozione, presenta invece come un twist sul tema “Boulevardier”. Prosperi invece decide di affidarsi al Cynar per miscelare gli ingredienti di gara, serviti in una coppetta lievemente spruzzata d’assenzio e accompagnata da uno speech convincente per spiegare il nome del cocktail, “Sun Records n.5”, evidente omaggio all’etichetta discografica di Elvis Preasly.  Ultimo turno, Acampora e Ferruccio. L’ingrediente di base selezionato è il Martini Riserva Rubino e il contendente che realizzerà il miglior speech otterrà più punti. Inizia Acampora che nel realizzare il suo “Emerald” (Martini Rubino; Bushmills Irish whiskey; orange bitter per creare una variante del “Manhattan”) forse scordandosi che lo smeraldo è verde imbastisce un divertente sipario con i giudici trasportandoli in un hotel di Parigi,

Michele Ferruccio

Michele Ferruccio

dimostrando estrema scioltezza e capacità di improvvisazione; Ferruccio invece opta per un approccio più classico, senza troppi fronzoli e velleità, preparando il suo “Tutti amano il Funky” (nome che strappa più di una risata dal pubblico) miscelando il Martini Rubino con il Pisco Porton, qualche goccia di Fernet e una spruzzata di bergamotto, elaborando il tema dell’”Hanky Panky”.

Alla finale passano Giuseppe Prosperi e Ugo Acampora.  Sale Prosperi per primo. Due sono le difficoltà pensate dagli organizzatori. La prima è un assaggio al buio, il blind testing. La seconda è l’obbligo di versare il prodotto a collo libero. Niente jigger o metal pour. Un po’ come ama la vecchia scuola. Prosperi, prima della gara ha 1 minuto per assaggiare il prodotto misterioso in un bicchiere. “Non lo so” dichiara all’ultimo, neanche prova a buttarsi. E si avvia alla gara vera e propria. Deve versare almeno 30ml, sempre a collo libero, di Jack Daniel’s.

Giuseppe Prosperi durante la gara

Giuseppe Prosperi durante la gara

Decide di usare anche il Gevever Wenneker e il vermouth Cocchi per creare la ricetta del suo “Colonnello Parker”, miscelato in coppa. Prosperi dunque continua sempre a giocare col rock, dedicando il drink all’ incontro tra Elvis e il colonnello Parker, “Tom Parker”, impresario del cantante e originario dell’Olanda. Per questo sceglie il Gevever (olandese) mentre Elvis è ben rappresentato dal famoso whisky del Tennessee… Chiude il cocktail con gocce di Angostura bitter che confessa di apprezzare sempre molto e un peel di limone.  Ugo Acampora prova, tra mille dubbi, a buttarsi nella prova di blind tasting, andando ben oltre il minuto concessogli.  “Liquore Strega” nominato tanto per dire un nome. Errato, viene a questo punto svelato il prodotto. Si trattava di Alpestre al miele, i cui sentori di timo risultano bene evidenti, ma evidentemente non basta ai competitor per fornire la risposta esatta. Il cocktail di Acampora si compone di Jack Daniel’s, sciroppo di camomilla, succo di pompelmo e ginger beer. Sì ispira a un drink che ha fatto già in un’altra gara. Lo chiama “The wedding day”. Si ispira infatti a un matrimonio, e imbastisce una storia che forse è finta, ma dimostra ancora una volta le capacità di speech ben più elevate dei suoi colleghi di gara. Racconta simpaticamente che il drink è speziato come la moglie, per via dei suoi gusti.  Peccato che, forse proprio per il troppo voler parlare, va in over time. Un

Giuseppe Prosperi il vincitore della prima tappa

Giuseppe Prosperi il vincitore della prima tappa

errore fatale che gli costa la finale. Il giudizio dei giudici, prima della proclamazione, è severo tanto da far pensare che per Prosperi non ci siano chance. Il suo ripetersi con l’accoppiata cocktail e rock è apprezzato ma gli si fa notare una certa ripetitività. Tuttavia è lui il vincitore, con pieno merito. L’over time è costato caro a Acampora, “la prima regola è leggere le regole”, commenta serafico Daniele Gentili. In altre gare in effetti il cocktail sarebbe stato portato via all’istante.  Questa è la Head to Head, una gara difficile, seria e per vincerla, come dice il motto, non basta essere bravi, ma bisogna essere geniali.

Giorgio Morino

"L'incapacità di stare fermo e il desiderio di scoprire sempre cose nuove mi ha portato a scrivere. Il cinema è stata la mia prima casa, il mondo era la luce del proiettore in una sala buia e affollata. Fuori dal cinema c'era Springsteen e il rock 'n' roll, immagini di un'America che forse non esiste più a bordo di una Chevelle decappottabile. Un giorno ho scoperto il whisky, e da quel momento la mia vita non è stata più la stessa. Perché non scrivere anche di questo in fondo? Cocktail preferito: whisky sour Distillato preferito: Talisker 10 anni"

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