I diari di viaggio di BlueBlazeR – Londra capitolo quarto

Si accendono le luci, a Londra è già Natale. Così, approfittiamo del clima di festa per farci un giro in centro, più precisamente a Soho, per andare a scoprire lo Swift. Esattamente davanti al Bar Termini si apre infatti

Il Tidal Wave dello Swift

Il Tidal Wave dello Swift

questo intrigante locale, tanto fisicamente vicino quanto filosoficamente distante dall’idea del suo dirimpettaio. Basta entrare nella stretta sala superiore ed osservare i commensali intenti a mangiare ostriche e bere champagne per capire l’identità della nuova creatura di Edmund Weil. Ci sediamo in uno dei tavoli davanti al banco, sotto una parete specchiata, e studiamo il menù semplice e al tempo stesso complesso, con pochi cocktail ma una buona possibilità di scelta. Optiamo per il “Tidal wave” un long drink con acqua di cocco, ingrediente che stuzzica la nostra fantasia, e una variante del classico “Americano”. L’aria che si respira è vivace, frizzante, proprio quel che ci si aspetta da questo quartiere, l’attesa però un po’ lunga (vista anche la sala non proprio piena e il piano inferiore chiuso) anche se la ricompensa abbastanza meritata. Per chi come noi apprezza la cura ed il dettaglio che l’accoglienza londinese spesso sa regalare lo Swift non può far completamente breccia nei nostri cuori.

Così, forse anche per ritrovare le atmosfere a noi care, prendiamo la metro nella vicina Leicester Square per scendere ad Holborn, in una delle zone più lussuose della città. Qui fra grandi ed eleganti palazzi ci attende lo Scarfes del Rosewood Hotel. La catena orientale si fa sempre apprezzare per la scelta delle sue strutture e per l’attenzione al dettaglio, si tratti di arredamento delle camere, della qualità della cucina o di

Il Negroni dello Scarfes at Rosewood Hotel

Il Negroni dello Scarfes at Rosewood Hotel

quella del bar. L’imponenza della sala, il massiccio e lunghissimo banco, il legno scuro che decora ogni angolo del cocktail bar rende ancor più sontuoso il locale. Caldo ed aristocratico ma al tempo stesso sublime, nella splendida accoglienza della sua sala, lo Scarfes ci cattura. Seduti ad uno dei tavoli osserviamo la clientela bere e conversare, assaporando anche noi un “Nergoni” preparato con il vermouth di Giancarlo Mancino, la cui mano, sicura, si percepisce in ogni aspetto del locale. Osservare la vita che scorre ai tavoli di questi bar, il brusio leggero delle chiacchiere, ci fa pensare a quante storie si intreccino in questi luoghi. Giunge preso la sera (il sole in realtà è tramontato già prima di uscire di casa) e, anche se ammaliati dallo Scarfes, scegliamo di lasciare questo meraviglioso hotel bar per spostarci verso nord e, sopratutto, verso altre atmosfere.

Spingendoci ai confini di Shoredich, fra le stradine e i locali, raggiungiamo il Callooh Callay, cocktail bar ben più caotico dei precedenti. La musica, il vociare, la vitalità che questo locale esprime però tutto sono fuorché fastidiosi. In un posto così non puoi che sederti al banco, davanti ai due barman che lavorano complesse ricette con velocità e maestria entusiasmanti. Siamo così assorti nel guardare, quasi nello studiare il loro lavoro, da dimenticare, almeno per qualche minuto, il menù che garbatamente ci è stato

Il banco del Callooh Callay

Il banco del Callooh Callay

posto. “Siete italiani”, ci riconoscono subito. Alla nostra riposta affermativa, con un rapido colpo di mano, il bartender posiziona il menù sulla pagina di un drink preparato con Chinotto e Fernet Branca, il “Fontana”. Bella l’idea, bello e buono il drink. In men che non si dica ecco apparire davanti a noi il bicchiere; gustoso ed equilibrato. Arrivare fin qua su ne è davvero valsa la pena. Quante anime popolano questa straordinaria città, quante atmosfere diverse in una sola giornata… e fuori intanto è già Natale.

 

Giampiero

Dal cinema al whisky il passo può esser breve. Basta fare un viaggio in Scozia, perdersi magari nel cuore delle Highlands, e ritrovarsi a chiacchierare in un piccolo pub di Ullapool parlando di torbatura e imbottigliamenti. Nasce così una passione travolgente, girando l’Italia, l’Europa (e non solo) di degustazione in degustazione, di locale in locale... alla scoperta del meglio che questo universo può offrire. Cocktail preferito: Rob Roy Distillato preferito: Caol Ila 25 yo

Be first to comment