I diari di viaggio di BlueBlazeR – Londra, capitolo terzo

Per provare a capire una città variopinta e cosmopolita come Londra bisogno aver il coraggio di perdersi un po’. Liberarsi dagli schemi tradizionali, di chi viene in questa città da turista, significa (anche) girovagare

Il caratteristico Camden Passage, nei pressi di Angel

Il caratteristico Camden Passage, nei pressi di Angel

per zone meno consuete, alla scoperta di distinti quartieri in stile vittoriano, sobborghi hispter e aree meno metropolitane. Scivolare a sud oltre Brixton, per vivere la notte in un pub con musica live, o spingersi nord, oltre la colorita Angel nei pressi di uno templi della miscelazione ingelse, il 69 Colebrooke Row di Tony Conigliaro, rende questa città, giorno dopo giorno, sempre più affascinante.

Ed è proprio allontanandosi dal centro, oltre la City, che si raggiunge un magnifico locale, appena inaugurato, che, non abbiamo dubbi, diventerà in breve tempo, meta di pellegrinaggio per gli appassionati del buon bere (ma anche della buona cucina). A due passi dal cuore di Canary Wharf, agli ultimi piani del

Il cocktail bar di Bokan

Il cocktail bar di Bokan

nuovissimo Novotel (che, per gli amanti del bere, fa parte della catena Accor, proprio come lo storico Savoy) spicca, in tutti i sensi, Bokan. Sviluppato su tre piani questo “salotto del gusto”, racchiude in sé un magnifico ristorante, un grande cocktail bar ed una delle più ampie e spettacolari terrazze panoramiche che la capitale inglese possa vantare. Immancabilmente decidiamo di vivere nella sua interezza la nuova esperienza, iniziando dal primo piano, il trentasettesimo, regno di Aurelie Altemaire, già executive chef de L’Atelier de Joel Robuchon. La cucina sopraffina, i prezzi contenuti, ed una sorprendente selezione di formaggi e salumi locali, sono il miglior viatico per iniziare la serata, che, ovviamente, non poteva che proseguire al piano successivo, il cocktail bar. Ad accoglierci un maestro di ospitalità e gusto, Dom Carella, deus ex machina, insieme a Danilo Tersigni, di questo gioiello. Il menù, molto intuitivo alla lettura, divide i segnature drink per caratteristiche gustative, passando dai toni più leggeri e morbidi, a gusti più carichi e speziati, fino alle scelte per i palati più decisi. Il piacevole e profumato “Royal Captain”, long drink con Hendrick’s gin e vermouth Mancino Bianco infuso

Il Royal Captain

Il Royal Captain

alla lavanda, ed il corposo “Laytime”, un “Mezcal Manhattan” invecchiato in botte, raccontano, in due drink, la varietà e la qualità di questa carta. Un stile, un’eleganza, un senso estetico che si ritrova in ogni spazio, ogni salottino, ogni angolo di questo locale, che finisce così inevitabilmente per esser la prima ed unica tappa della nostra serata. Fra un cocktail e uno scambio di battute con il bar manager, passano infatti rapidamente le ore, e la notte corre via veloce.

Piacevolmente colpiti, quasi sorpresi, dall’esperienza provata al Bokan, scegliamo, il giorno seguente, di sperimentare uno dei locali più à la page dell’intera Londra, il Dandelyan del Mondrian Hotel. Balzato in soli dodici mesi dal 50° al 3° posto della classifica dei World’s 50 best bar, questo locale accende la nostra più fervida fantasia; una fantasia, in gran parte, delusa. La splendida posizione sulle sponde del Tamigi e l’arredamento curato non bastano infatti per trasformare un “semplice” hotel bar nel terzo miglior cocktail bar del mondo. Tralasciando (generosamente) un’accoglienza un po’ grossolana, ci sediamo ad uno dei tavolini del bar, di un color pastello preso in prestito dall’immaginario di Wes Anderson, pronti a gustare i cocktail di questo prestigioso locale. Oltre alla già citata medaglia di bronzo il Dandelyan può infatti anche fregiarsi del premio come miglior menù, vinto nell’autorevole Tales of Cocktails di New Orleans. Anche in questo caso

Il Dandelyan

Il Dandelyan

però le proposte, seppur intriganti sulla carta, non rendono indimenticabile la visita. Il “Concrete Sazerac”, versione della casa del celeberrimo cocktail, così come le più ardite sperimentazioni provate, forse anche per le grandi aspettative, non ci soddisfano mai completamente. Lasciamo quindi questo locale che, all’ultimo sguardo, rivela, forse, la sua identità; un’identità modaiola, in cui, più che la cultura del bere, si segue (con successo) il culto dell’apparenza. Ma Londra si sa, è città poliedrica ed imprendibile, capace di riservare grandi sorprese ma anche piccole e cocenti delusioni.

Giampiero

Dal cinema al whisky il passo può esser breve. Basta fare un viaggio in Scozia, perdersi magari nel cuore delle Highlands, e ritrovarsi a chiacchierare in un piccolo pub di Ullapool parlando di torbatura e imbottigliamenti. Nasce così una passione travolgente, girando l’Italia, l’Europa (e non solo) di degustazione in degustazione, di locale in locale... alla scoperta del meglio che questo universo può offrire. Cocktail preferito: Rob Roy Distillato preferito: Caol Ila 25 yo

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