Ian Fleming, James Bond e il Vesper Martini

Quando mi hanno chiesto d’affrontare Bond, e il ‘Suo’ “Vesper Martini”, due mondi hanno colliso. Il vecchio amore cinematografico e narrativo, nella sua anima più pura con quel suo sguardo verso il mito eroico, che si mescola con la mia passione per il buon bere, che in un qualche modo forse, devo proprio a quel mito.

James Bond e il suo "Vesper"

James Bond e il suo “Vesper”

Parlare del “Vesper” è infatti parlare dell’agente 007, il colonnello Bond, l’agente nato dalla penna di Ian Fleming, vero creatore di questo drink e spia a sua volta. Ed è da lui che bisogna partire per comprendere questo cocktail. Ian Fleming è un autentico uomo del 900, moderno e disincantato, un avventuriero, un seduttore e uno scrittore, che racconta le avventure di una spia che è tutto quello che egli stesso è, e tutto quello che avrebbe voluto essere. Aristocratico e liberale allo stesso tempo, Ian Fleming è stato un giornalista e una spia, un alpinista e un sommozzatore, un uomo amante delle donne e dell’alcool. Un edonista gaudente insomma, e un professionista metodico ed efficiente, capace di scrivere un romanzo l’anno con rigore e precisione. Un uomo dai due volti che incarnano perfettamente appunto l’Uomo del 900. E come Hemingway, capace con il suo carattere e il suo fascino di regalare al mondo un cocktail, che è più di un twist o una variazione, è un’ispirazione, una via per vedere quello stesso mondo e in qualche modo di affrontarlo.
Bond viene sempre descritto come un ottimo bevitore, sia nei libri che nei film conosce e sa assaporare una vastissima gamma di liquori, brandy, champagne, whisky, rum e birre. Beve altri cocktail (il Mint Julep, per esempio), ma tutto questo svanisce difronte a quel vodka-martini (come spesso viene chiamato nei libri seguenti e nei film) agitato e non mescolato. Ma iniziamo dalle basi, la ricetta, arcinota, è descritta dallo stesso Bond/Fleming nel primo libro, Casinò Royale, capitolo 7. ‘Rouge et noir’, ed è: ‘ … « Un Martini Dry,» disse alla fine. «Ma versatelo in una grande coppa da champagne.»…« Un momento, tre dosi di Gordon, una di vodka, mezza di China Lillet. Versate nello shaker, agitate con ghiaccio e poi aggiungete un bel po’ di scorza di limone. Capito?» ‘. Non viene però pronunciata la fatidica frase «Agitato, non mescolato» («Shaken, not stirred» in inglese), che comparirà solo nei libri successivi e nei film. Nella ricetta, così come nel testo riportata, non vengono espresse le quantità ma i rapporti tra gli ingredienti, come se non ci fosse un limite prestabilito al suo bere, una metafora narrativa  che forse esprime un

Ian Fleming

Ian Fleming

certo modo di vivere, dove non è una questione di tempo ma solo un equilibrio tra le parti. (interessate a riguardo l’esperimento tenuto da Massimo D’Addezio sul Martini cocktail, articolo pubblicato su Wispr, su come questo drink in realtà possa variare in funzione della metodologia di preparazione, ndr). Due basi alcoliche forti, il Gin e la Vodka (di grano e non di patate, come lo stesso Bond/Fleming ribadisce nelle pagine a seguire), due basi alcoliche fortemente secche, e poi la nota leggermente amara della china. Amaro e secco quindi, un drink non semplice da bere, ma dotato allo stesso tempo di un carattere inusitato ed irriverente. Eccessivamente alcolico naturalmente, e dunque forte, un drink che in un certo modo va affrontato per dominarlo e non esserne dominati. Due elementi, una duplicità che è schizofrenia, come la ‘vita’ narrata di Bond, fatta di violenza e di sesso.
Ma è il “Vesper Martini”, come Bond, mito esso stesso, con la scomparsa dal mercato della China Lillet, è un drink praticamente non riproducibile, e in tal senso sono interessati gli esperimenti portati avanti da vari barman per ritrovare una formula in grado di ridare quelle note e rendere quell’esatto sapore. Per questo abbiamo chiesto allo stesso Massimo D’Addezio, barman del Chorus, uno dei pochi ‘Bond Bar'(scopri di più sui Bond Bar su Wispr) in Italia (locale riconoscibile nell’universo Bondiano, o comunque in cui abbia bevuto un produttore, un regista, uno scrittore e ovviamente un attore di un film di Bond), la sua personale versione del “Vesper Martini” (leggi su Wispr l’intervista completa a Massimo D’Addezio e la sua versione del cocktail).

Il nome “Vesper Martini” è legato ad una donna, Vesper Lynd, la donna amata e allo stesso tempo la donna traditrice di Bond, ancora due elementi contrapposti, una donna che porta nella ragione del suo nome elementi romantici « …I was born in the evening,..on a very stormy evening… » (sono nata di sera in una notte tempestosa), il vespro quando muore il giorno, e la tempesta. Due elementi contrapposti come le due robuste basi alcoliche, ancora un elemento doppio e contrastante, il Gin inglese (London Dry),  e la Vodka russa, occidente contro blocco sovietico, scontro che è appunto alla base del libro e che rappresenta lo sfondo in cui si muovono i personaggi della vicenda. Come non apprezzare allora la precisa allegoria in questo eccellente gioco

Massimo D'Addezio dietro il banco del Chorus

Massimo D’Addezio

metaforico. In mezzo solo altri due elementi l’amara China Lillet e il limone, non parla di seltz Fleming, ma solo una abbondate scorza di limone. Anche in questo caso l’autore è geniale nel rendere il romanzo in una sintesi perfetta, in cui l’amaro rappresenta proprio Bond, e il suo carattere quasi anticipando il finale del libro, e ovviamente il limone (inerte) è proprio Lei, Vesper Lynd, pallida e morta. «… The bitch is dead… » (la puttana è morta): in questo modo Bond si riferisce a Vesper facendo rapporto ai segreti segreti e così si chiude il romanzo, una frase disprezzante, che reca inesorabilmente un carico di dolore e amarezza per un amore perduto.

A questo va aggiunto il fascino, l’altezzosità, il distacco profondo dalla realtà e l’ingresso in un mondo unico che questo drink sa regalare, e la sua storia poi, legata ad un personaggio che, come abbiamo detto è sempre a metà tra due elementi forti: un’immagine esteriore radicata, austera, fredda, rigorosa e profondamente ironica; e una interiore, dolente, sofferente, vendicativa, ferita tradita ed innamora. Sublime come tutto questo sia riprodotto nel film Casinò Royale (Martin Campbell, 2006), a Bond viene chiesto in un momento di sconforto, se volesse il suo Vesper agitato e non mescolato, lui risponde spazientito e spiazzante: « … Che vuole che me ne freghi … ».

Nicola

Poco incline al vivere civile, spendo il mio tempo tra film, politica e alcool ... Scuola antica, centri sociali, curva Sud, birrozzi e cattivi gin lemon, nel mezzo del cammin di 'mi vida' scopro che si può bere bene e in qualità. Perdo le brutte abitudini per delle nuove più esaltanti e convincenti. E come tutti quelli che non sanno fare scrivo, anche con una certa abilità. Cocktail preferito mint julep. Distillato preferito : Caol Ila duble matured

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