Il Martini perfetto di Pantaleo

Siamo andati all’inaugurazione per la stampa di Pantaleo, il ristorante e cocktail bar in pieno centro storico a Roma, che può vantarsi della presenza al bancone di Paolo Sanna, il quale non nasconde un’ambizione: fare del nuovo bar il luogo di culto del martiniano.

“Un bar a prova di martiniano”. Con questa ambizione Paolo Sanna ha accolto i primi avventori della new entry romana, il Pantaleo. A metà strada tra Campo de’ Fiori e Piazza Navona, nell’omonima piazza San

Pantaleo

Pantaleo

Pantaleo, questo nuovo locale apre le proprie porte con un carico d’identità forte e ben identificata: quella del “Martini cocktail”.
Il progetto è ambizioso, la cura maniacale per i dettagli lo contraddistingue, Roma aggiunge un nuovo pezzo al puzzle della miscelazione di qualità, ma vediamolo più nel dettaglio.
Già entrando si percepisce pienamente l’impegno profuso nel creare un luogo d’incontro elegante, con un grande tavolo centrale nella sala principale su cui veglia il santo patrono della piazza e del locale, ritratto in uno splendido murales realizzato in tecnica dotwork in un alternarsi di nero e oro modernamente classicheggiante. Ma veniamo al punto centrale della questione: il bar. Come accennato all’inizio l’ambizione di Paolo Sanna e del suo staff è quella di creare un locale che possa accogliere qualunque tipo di cliente, dal più sprovveduto al martiniano più intransigente, garantendo ad ognuno di uscire soddisfatto.
Il menu è estremamente ricco e variegato. Si parte dagli immancabili classici per arrivare ai twist sugli

Non solo cocktail nel nuovo Pantaleo

Non solo cocktail nel nuovo Pantaleo

stessi. Da segnalare il “Leo Fashioned”, dove un Islay mist peated scotch Whisky si sostituisce al classico bourbon, sposando lo zucchero di vaniglia con l’Aphrodite bitter e qualche goccia di Mistrà, il tutto accompagnato da un biscottino al burro; l’”Italian Fizz”, con il Robby Marton Italian gin che si unisce con il Galliano Aperitivo, sciroppo di miele al pepe rosa e cedrata, miscelati per dare un tocco tricolore a una ricetta classica; il “Fight Club”, rivisitazione del classico “Clover Club”, costruito con lo spirito mediterraneo del Gin Mare insieme a uno sciroppo di spezie che rievocano lo stesso bacino di mare, quindi un velluto alcolico di lamponi e una crusta di polvere di olive. Una esplosione di sapori che si intreccia con le differente trame alcoliche sul palato.
Alla fine di questo percorso si arriva però a lui: il “Martini cocktail”. Per un drink che “si finisce in tre sorsi” come spiega Paolo Sanna alla stampa radunata attorno al bancone per vederlo all’opera, ogni parte che lo andrà a comporre deve essere di grandissima qualità e alla giusta temperatura: per questo i frigoriferi del bancone di Pantaleo sono tarati su una temperatura fissa a -18° centigradi, in modo da mantenere ghiacciati sia gli spirits, che l’attrezzatura.
L’ambizione: quella di creare un polo per il “Martini cocktail” nella capitale, capace di imporsi con la ricetta del “perfetto” Martini, non solo da un punto di vista tecnico, quanto piuttosto garantendo ad ogni cliente la ricetta del proprio personale Martini. A questa icona del bere miscelato il team del Pantaleo ha dedicato sforzi e studi, di cui ci si può rendere conto osservando il menu. Partiamo dal “Dirty Pantaleo”, un twist sul classico “Dirty Martini” che in questo caso si attualizza, miscelando il gin con una salamoia di capperi di Pantelleria (in luogo della storica di olive) e accompagnato da un side di cucunci (fiori del cappero); il ”

La preprazione del Japan

La preprazione del Japan

“, dove l’agente aromatizzante-vermouth viene sostituito dal sake, qualche goccia di salsa di soia e una tintura al wasabi ad accompagnare; lo “Smoke”d, in cui a fare la parte del leone è il gusto affumicato del Wilson&Morgan single malt scotch whisky.

Ogni drink può essere gustato al bancone, o in una delle tre sale che compongono il locale, organizzato anche per ospitare master class e degustazioni, abbinando la cultura del buon bere alla giovialità della buona cucina italiana servita sul grande tavolo conviviale.
Insomma la sfida è ardua, ma Pantaleo e il suo staff hanno tutte le carte in regola per imporsi nel panorama romano come il tempio del “Perfect Martini”.

Giorgio Morino

"L'incapacità di stare fermo e il desiderio di scoprire sempre cose nuove mi ha portato a scrivere. Il cinema è stata la mia prima casa, il mondo era la luce del proiettore in una sala buia e affollata. Fuori dal cinema c'era Springsteen e il rock 'n' roll, immagini di un'America che forse non esiste più a bordo di una Chevelle decappottabile. Un giorno ho scoperto il whisky, e da quel momento la mia vita non è stata più la stessa. Perché non scrivere anche di questo in fondo? Cocktail preferito: whisky sour Distillato preferito: Talisker 10 anni"

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