In Perfetto Stile italiano con Argot e F.lli Rinaldi

Melfa Sanna Simonacci Bolla

Francesco Bolla, Gianluca Melfa, Gabriele Simonacci e Paolo Sanna

Non è stato un viaggio molto lungo quello che ha portato gli ospiti di questa settimana del Perfetto Stile Italiano dal loro locale, situato nel cuore di Roma, al Banana Republic; dietro al banco dello storico quartiere Prati si sono infatti cimentati con cocktail e creazioni Francesco Bolla, Gianluca Melfa e Gabriele Simonacci, fondatori e animatori dell’Argot. La simpatia e il travolgente entusiasmo del trio, che hanno reso, in pochi mesi, molto noto il loro cocktail bar, sono stati i veri protagonisti di una serata condita da una selezione di drink preparati con i prodotti della F.lli Rinaldi Importatori. Fra i molti brand distribuiti dall’azienda fondata dai fratelli Rinaldi nel 1957 la scelta per questa serata è caduta su tre tipologie di distillati diverse: un gin, il Fifty Pounds, un whisky, il Glenfarclas, e un rum agricolo, il Trois Rivières. Il London dry gin, prodotto dalla Thames Distillery, una piccola azienda della zona sud-est di Londra, prende il nome dall’antica imposta di 50 sterline a cui erano

Trois Riviére Cuvée Ocean

Trois Riviére Cuvée Ocean

sottoposti i distillatori della città inglese. Prodotto da una base di acquavite di cereali contiene 11 botanicals fra erbe, spezie, fiori e frutta; una complessità  che emerge prepotentemente al naso, in cui spiccano le note agrumate, mentre in bocca appare più morbido e neutro. Dalle pendici del Ben Rinnes, nello Speyside scozzese, arriva invece il Glenfarclas, uno dei pochi single malt invecchiato in prevalenza in botti di Sherry. Mordibo e delicato questo whisky rivela al palato le note caratteristiche del malto e dei lieviti, leggermente addolcite dal legno che regala anche un sottile retrogusto fruttato e speziato. E’ invece da una delle più belle isole dei Caraibi, la Martinica, in particolare da una delle più antiche piantagioni locali, che giunge il Trois Riviére. Dei molti imbottigliamenti prodotti, per la preparazione del menù di questo Perfetto Stile Italiano, è stato utilizzato il Cuvée de l’Océan, una particolare tipologia di rum dalle note decisamente più minerali e saline, che lo rende perfetto in degustazione anche per i non amanti dei rum agricoli.

Il menù della serata

Tre bartender, tre distillati e cinque cocktail. Così si componeva la carta del Perfetto Stile Italiano, con idee e ricette per tutti i palati. Gli amanti dei toni più morbidi e delicati avrebbero sicuramente apprezzato un “(O)gni cosa ha un fine…” (Fifty Pounds, Biancosarti, Vermouth del professore bianco, Liquore ai fiori di sambuco), drink dall’aroma delicato in cui spiccano le note caratteristiche del Biancosarti. In bocca mantiene le promesse di un cocktail decisamente leggero in cui il tipico sapore del liquore italiano viene arricchito, in particolare, dal carattere del sambuco. Rimanendo nell’ambito di miscelati dalla bevuta non troppo impegnativa il “(T)re volte s’impazziva…” (Trois Riviére, succo di lime, succo d’arancia, sciroppo di passion fruit, Solerno, ginger beer) si presenta al naso con un aroma fresco e piacevole, in cui le note del rum si fondono con quelle dello zenzero. Al palato, nonostante la sua anima beverina, si rivela complesso in un gusto in cui si distinguono chiaramente tutti gli ingredienti, dal passion fruit all’arancia fino al rum agricolo e lo zenzero. Per chi apprezza i toni dolci ed, in particolare, la nocciola il “(R)osso di sera…” (Trois Riviére, Punt e mes, Ratafià, Frangelico, crusta di nocciole) rappresenta una scelta molto indicata. Avvicinandolo alle narici dominano, immediatamente, i sentori di nocciola del Frangelico che, anche in bocca,

L'Argot al Banana Republic

L’Argot al Banana Republic

costituiscono l’ossatura del drink. Ben bilanciato, grazie anche alla nota amara del Punt e mes, risulta comunque un miscelato adatto a chi ama per lo più i sapori dolci. Palati che invece troverebbero sicuramente di poco gradimento un “(G)li estremi si toccano…” (Fifty Pounds, in&out Glenfarclas e Strega, zolletta di zucchero, liquore alla liquirizia, zafferano) cocktail di non facile beva, decisamente più idoneo per chi predilige il secco. Particolare rivisitazione di un “Gin Old-Fashioned”, questo cocktail si caratterizza, soprattutto al palato, per un sapore lieve ma articolato, con ricordi di liquiriza, malto e spezie. Infine, il drink che ci ha più convinto, l’“(A)micizia stretta dal vino” (Glenfarclas, Lagavulin, Cocchi dopo teatro, Americano Cocchi, affumicatura istantanea in scorze di arancia amara), un cocktail classico tanto alla vista quanto al naso, in cui spiccano le note ben riconoscibili dei due whisky. In bocca resta morbido, con un’entrata e un corpo aciduli, dati dalle note del Cocchi dopo teatro e dell’Americano Cocchi, e un finale in cui il whisky scivola verso note più dolci di marasca e caramella mou.

Giampiero

Dal cinema al whisky il passo può esser breve. Basta fare un viaggio in Scozia, perdersi magari nel cuore delle Highlands, e ritrovarsi a chiacchierare in un piccolo pub di Ullapool parlando di torbatura e imbottigliamenti. Nasce così una passione travolgente, girando l’Italia, l’Europa (e non solo) di degustazione in degustazione, di locale in locale... alla scoperta del meglio che questo universo può offrire. Cocktail preferito: Rob Roy Distillato preferito: Caol Ila 25 yo

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