Intervista a Marco Secchi, mastro birraio del Birrificio di Cagliari

Dopo aver raccontato le caratteristiche e la storia della Figu Morisca, birra al fico d’India prodotta dal Birrificio di Cagliari, abbiamo fatto quattro chiacchiere con Marco Secchi, mastro birraio dell’azienda sarda per conoscere meglio questa splendida realtà.

Potresti raccontarci la storia del Birrificio di Cagliari? Come nasce la vostra azienda?  

Il Birrificio di Cagliari apre le sue porte il 4 Agosto del 2008 ed è stata per noi, Marco Secchi e Ninni Giudici, la consacrazione di un sogno. Per tanti anni prima di intraprendere questa avventura, come spesso capita, ci siamo adoperati a fare gli homebrewer e visto il grande apprezzamento ricevuto da amici e parenti abbiamo deciso di fare della nostra passione un lavoro. Nel 2008 aprimmo il primo brewpub della Sardegna, ovvero l’attività di ristorazione legata alla produzione di birra, inserendo nel locale una grossa vetrata dalla quale è possibile vedere chiaramente l’impianto con una bella sala cotta tutta rivestita in rame. Il Marco Secchidesiderio è stato quello di cercare di portare anche sulla nostra bella isola un prodotto con dei sapori e dei profumi che le birre industriali han del tutto perso per via dei processi di lavorazione estremi finalizzati tanto alla vendita e poco alla cura del prodotto. Oltre alla volontà di fare birra artigianale, non filtrata e non pastorizzata, nel nostro pub abbiamo una selezione di piatti per la maggior parte cucinati con la birra partendo da un o spezzatino cotto con la stout (Casteddu) ad un chili con la bitter ale (Tuvixeddu) per finire con il birramisù (tiramisù che al posto del caffè ha la birra scura) e la seadas (dolce tipico sardo) con al posto del miele un ristretto fatto con la dubbel (Sant’Elia). Nel 2014 abbiamo deciso di uscire dal nostro pub ed iniziare ad infustare ed imbottigliare rivolgendoci, per il momento, al mercato nazionale e partecipando a diverse manifestazioni in giro per l’Italia.  A questo proposito abbiamo ingrandito la nostra famiglia con un nuovo validissimo collaboratore, Mario Fanari, che si occupa prevalentemente di questo aspetto portando il nostro organico a ben 12 unità. A febbraio abbiamo vinto il secondo posto con la nostra Figu Morisca al concorso ” birra dell’anno” organizzato da Unionbirrai categoria birre alla frutta e nei mesi successivi abbiamo avuto il piacere di portare i nostri prodotti in locali molto rinomati come gli Open Baladin (Roma e Torino) e di essere invitati ad una delle manifestazioni più importanti del settore ovvero Fermentazioni tenutasi a Roma lo scorso Settembre. Per il momento siamo molto contenti dei sei anni passati e speriamo di continuare a divertirci a lungo.

Per molti la birra è un prodotto legato al Nord, come si unisce la tradizione culturale sarda a un prodotto come la birra?  

La Sardegna è un regione particolare in quanto non tanti sanno che registriamo il doppio del consumo pro capite rispetto al resto d’Italia. il-birrificio-di-cagliariPurtroppo tale consumo è in gran parte di birre industriali ma con il proliferare di tanti birrifici artigianali ( più di 20 mi pare) lavoriamo affinché questa tendenza possa essere invertita, come d’altra parte successe per il vino una ventina di anni fa dove le cantine iniziarono a prestare più attenzione alla cura dei prodotti e alla sensibilizzazione dei clienti. Stessa cosa che abbiamo fatto e facciamo tutti i giorni con un discreto successo.

Potresti raccontarci le caratteristiche e le peculiarità della vostra produzione?  

Arrivando dal pub noi abbiamo scelto di fare dei prodotti semplici ma non banali, dovendo questi essere accostati a dei piatti già di per se interessanti. Non amiamo le caratterizzazioni eccessive e l’abuso di alcune materie prime ma cerchiamo di fare delle birre interessanti nella loro semplicità; il mio socio dice spesso che una birra è buona quando la finisci e ne desideri subito un’altra; seguendo questo obiettivo cerchiamo di non stancare il palato del cliente ma di “coccolarlo” dal primo sorso all’ultimo con note gustose e armoniose.

Soffermandoci su una specifica birra, ho molto apprezzato la Figu Morisca, come e da dove è nata l’idea di una birra al Fico d’India?  

Questa birra, quella per la quale ormai siamo conosciuti, è nata da un forte desiderio di fare un prodotto che avesse dentro tutto il sapore e la dolcezza della nostra bella Sardegna. Chi è stato nel nostro piccolo paradiso sa bene che i fichi d’india sono presenti praticamente ovunque, addirittura si usavano anche per recintare i terreni. Il frutto di questa pianta ha delle note veramente particolari e interessanti ed abbiamo pensato di usare come base una birra fresca eLa birra dissetante quale la Blanche. Dunque nacque la Figu Morisca, in sardo “fico d’india” che ha riscontrato subito un notevole interesse fra i nostri clienti e in seconda battuta, come già detto. anche al concorso “Birra dell’anno 2014”.

Un’altra birra che ho apprezzato è la Poetto una blanche che pur rimanendo nel solco della tradizione “nordica”, riesce piacevolmente a distaccarsi nel gusto. Come siete riusciti a fare vostro una birra così tipica?  

Quando decidemmo di fare la blanche Poetto (nome della spiaggia principale della città di Cagliari) avevamo in mente di mettere nel menù una birra stagionale da proporre nel periodo estivo. Volevamo creare una birra fresca, dissetante e adatta per le nostre caldissime estati. La nostra Poetto si caratterizza per delle note speziate abbastanza marcate, la scorza d’arancia amara e il coriandolo ci sono e si sentono, ma che abbiamo voluto smorzare questi aromi con un’equilibratura adeguata dei malti. E’ una birra che, nata solo per l’estate, ora abbiamo inserito costantemente come produzione nel formato bottiglia da 75cl.

Fabio

Iniziata la mia carriera bevendo sidro per tutti i pub del quartiere Prati di Roma, fatale fu un viaggio in Scozia che mi fece scoprire le gioie della birra e del Whisky, per poi consacrarmi al luppolo sulle strade del Belgio tra Trappisti e Lambic. Dal pub sottocasa al micro birrificio più sperduto, dal Manzanarre al Reno, dalla Gran Bretagna alla Scandinavia, in una costante ricerca della birra più introvabile; senza mai disdegnare un buon distillato o un ottimo cocktail. Birra preferita: La Duchesse de Bourgougne (una Flanders Red Ale della Brouwerij Verhaeghe Vichte) è stata per anni la mia compagna preferita; Cocktail preferito: MIlano – TOrino, in fondo siamo pur sempre italiani; Distillato preferito: Sarò uno dei pochi a dirlo ma…Scapa!

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