Robert Burns day: Intervista a Michelangelo di Toma

In occasione dei festeggiamenti di Robert Burns, bardo di Scozia e primo fra i poeti scozzesi, abbiamo incontrato Michelangelo Di Toma, master taster, uno dei massimi esperti italiani di whisky di malto. Questa breve chiacchierata è stata l’occasione per conoscere meglio la figura di Robert, il suo legame con la Scozia e con il pregiato distillato di malto.

Il 25 gennaio si celebra il Burns Supper, il giorno dedicato a Robert Burns, bardo di Scozia, puoi raccontarci qualcosa di più su questo grande poeta e sul suo legame con la sua terra?

Robert Burns può essere considerato un simbolo della Scozia, scrive in lingua scozzese e si fa portavoce dell’indipendenza del suo paese. Possiamo dire che anche solo per il suo aspetto fisico grande e forte ha radicata in sé la cultura della Scozia. Nonostante lamichelangelo di toma sua breve vita, muore molto giovane di attacco cardiaco, la sua produzione letteraria è molto vasta, oltre 700 poemi. Da ragazzo non ha avuto una vita facile, lavorava nei campi e non brillava a scuola tanto che la sua insegnate diceva di lui che non sapesse scrivere… diventerà il Bardo di Scozia. Le sue poesie però non raggiunsero immediatamente il successo tanto che Robert Burns pensò di partire per Giamaica, ma proprio quando era in procinto di lasciare il paese i suoi scritti vennero pubblicati e così rimase in Scozia. Con il tempo divenne un vero e proprio letterato, crebbe culturalmente, imparò il greco ed il latino, e acquistò un notevole fascino. Accomunava in sé tutte le caratteristiche dell’uomo ideale; forte e possente (sembra ricordasse l’aspetto di Leam Neeson), la sua sola figura incuteva rispetto e timore. Un vero highlander, un vero scozzese. Tutto quello che scriveva era legato alla tradizione e alla cultura della sua terra, al cibo, alle leggende, al clima e alle atmosfere della Scozia. Amava le donne, ebbe 11 figli di cui, si narra, l’ultimo il giorno in cui morì, il cibo ed il buon bere e cantò queste sue passione in centinaia di poemi. La forza espressiva di Robert Burns non si esprime infatti solo nei poemi amorosi ma anche nelle centinaia di componimenti dedicati a tutti gli aspetti della sua terra. tam o shanterCome il “Tam ‘O Shanter”, un racconto che racchiude in se molti degli elementi cari al Bardo di Scozia. Il poema narra di un mugnaio che era solito ubriacarsi con gli amici nelle taverne della città di Ayr (una cittadina scozzese; nda), per poi tornare, ebbro, dalla moglie che lo attendeva a casa furiosa. Una notte, durante una tempesta, mentre il mugnaio rientrava a cavallo dal mercato cittadino si avvicinò, annebbiato dall’alcool, ad un sabba di streghe per ballare con una di esse. Le megere interruppero così i loro macabri sacrifici per inseguire il malcapitato mugnaio. Atterrito il giovanotto percosse il cavallo per superare il ponte sul fiume Doon, limite invalicabile per le streghe, ma prima di giungervi una delle fattucchiere agguantò la coda del suo destriero. Il contadino colpì allora ancora più forte il cavallo che, con un ultimo scatto, superò il ponte ma lasciò dietro di se la sua coda.

When chapman billies leave the street,                       Quando i venditori ambulanti lascian la strada
And drouthy neibors, neibors, meet;                            e i vicini assetati s’incontrano con i vicini,
As market days are wearing late,                                   allor che il giorno di mercato volge al termine,
And folk begin to tak the gate,                                         e la gente comincia ad andarsene,
While we sit bousing at the nappy,                                mentre sediamo a tracannar la birra
An’ getting fou and unco happy,                                      e a prender la sbornia, oltremodo felici,
We think na on the lang Scots miles,                            noi non pensiamo alle lunghe miglia della Scozia,
The mosses, waters, slaps and stiles,                           alle paludi, ai fiumi, alle barriere e alle siepi,
That lie between us and our hame,                               che ci separano dalla nostra casa,
Where sits our sulky, sullen dame,                               dove ci aspetta la moglie arcigna ed imbronciata
Gathering her brows like gathering storm,             aggrottando le ciglia come tempesta che si avvicini,
Nursing her wrath to keep it warm.                             e carezzando la sua collera per tenerla calda.

Incipit del Tam ‘O Shanter

Nel poema sono sintetizzate le passioni e la vita di Robert Burns, il bere, il mangiare, l’andare per taverne con gli amici migliori ad ubriacarsi… e anche le arrabbiature della moglie che lo attendeva a casa.
Come vate nazionale, Robert Burns viene celebrato tutti gli anni, il 25 gennaio (il Burns Supper; nda), bevendo whisky, birra e mangiando pudding e haggis (stomaco di pecora riempito dalle interiora dell’animale, accompagnato da neeps and tatties, ovvero rape e patate; nda). Il tutto cantando l’ode dedicata proprio all’haggis dal Bardo o il Selkirk Grace (“Ringraziamento di Selkirk”). Anche noi, come Single Malt Club, organizziamo ogni anno , per il Robert Burns Day, delle cene a base di piatti scozzesi rivisitati che si concludono con un buon Rob Roy bevuto in memoria del Bardo di Scozia.

 

Some hae meat and cannot eat,                                          Alcuni hanno la carne ma non possono mangiare

Some cannot eat that want it:                                              Altri la vogliono e non la possono mangiare

But we hae meat and we can eat,                                      Ma noi abbiamo la carne e possiamo mangiare,

Sae let the Lord be thankit .                                                  E sia quindi ringraziato il Signore.

 Selkirk Grace 

Tanto il whisky di malto quanto Robert Burns sono quindi legati profondamente al territorio scozzese…

Robert Burns 2Per me il whisky di malto si lega ai quattro elementi della vita: aria, acqua, terra e fuoco. La terra, rappresentata dall’orzo, l’acqua cristallina scozzese, utilizzata per la produzione del whisky, l’aria, con i lieviti, e il fuoco che brucia la torba. Quando conobbi Robert Burns capì il vero spirito scozzese, capì che il whisky era una parte di una cultura, di un popolo. Basta leggere i suoi versi per capirlo, anche se sono scritti in una lingua molto difficile da comprendere. Da questo spirito, da questo legame, nasce il piacere di abbinare il whisky di malto con del buon cibo. Per capire davvero però la cultura scozzese e Robert Burns è importante leggere direttamente i suoi poemi e studiare i suoi libri… non attraverso inernet non è la stessa cosa.

Behind yon hills, where Lugar flows,                           Dietro quei colli, dove scorre il Lugar,
‘Mang moors an’ mosses many, O,                                tra le molte paludi e brughiere, oh,
The wintry sun the day has clos’d,                                il sole invernale ha chiuso il giorno
And I’ll awa to Nannie, O.                                                  ed io me ne vado da Nannie, oh.

Incipit di Nannie Oh

Dovendo organizzare una cena per il Burns Supper cosa suggeriresti di bere?

Per una cena dedicata al bardo di Scozia andrei, come prima cosa, su whisky di malto non torbato con l’aggiunta di succo di mela cristallina. Metterei whisky e succo di mela in parti uguali e, con l’aggiunta di un po’ di ghiaccio, otterrei una bevanda Scottish-Burns_Nightmeravigliosa perché sono tanti gli elementi che si fondono insieme. In questo modo rispecchierei i gusti del tempo. Infatti, all’epoca di Robert Burns, non si ricercavano solo i gusti forti, torbati, ma anche quelli più morbidi e fruttati. Per questo motivo, se dovessi scegliere un whisky a cui aggiungere il succo di mela, direi un Balvenie DoubleWood 12yo o un Glenmorangie 10yo, delicato e morbidissimo.
La portata principale non potrebbe essere che l’haggis, come cantato nel bardo nella sua ode. Per preparare ed accompagnare questo tipico piatto scozzese sceglierei invece un blended, un J&B 12yo o magari un Johnnie Walker Black Label 12yo perché i toni del blended (vaniglia e grano) vanno a confluire in quelli speziati e torbati del Black Label bilanciandosi perfettamente. Penso che questo tipo Johnnie Walker sarebbe perfetto sia per bagnare l’haggis (per preparare questo piatto si deve infatti innaffiare con un buon whisky) che per accompagnarlo.

 

Molte persone sostengono di non riuscire a bere il whisky o comunque di non apprezzare questo tipo di distillato. Puoi dare un consiglio per avvicinarsi a questi prodotti?

Consiglierei di avvicinarsi al whisky iniziando dalla Birra, proprio come accade  nel Tam ‘O Shanter (il bardo sostiene per altro che la birra diventa migliore quanta più se ne beve). Direi poi di avvicinarsi  ad un distillato di malto piano piano, a piccoli passi. Cardhu-12Un bel bicchiere di acqua affianco e qualche goccia di acqua aggiunta nel whisky per renderlo più gradevole ed apprezzabile, proprio come lo bevono gli scozzesi. Bevetelo a piccoli sorsi, assaporandolo, perché, proprio con l’aggiunta di un po’ di acqua il whisky vi accoglie con tanti segreti nascosti da svelare.
Se poi dovessi suggerire un whisky con cui iniziare direi Cardhu 12yo, uno dei primi con cui io stesso mi sono avvicinato a questo mondo. Lo suggerirei perché rappresenta un tipo di whisky morbido, gentile, delicato… oltre ad essere la base del Johnnie Walker. La storia che lega questo blended a Cardhu è molto interessante. John Walker era infatti un commerciante di whisky che aveva fra i suoi fornitori Elizabeth Cumming, la proprietaria della distilleria Cardhu di Mannoch Hill, sullo Spey River. La crescita della produzione del Cardhu (nel 1885 la costruzione di una nuova distilleria triplicò la capacità di produzione dell’azienda; nda) mise però in difficoltà la sua proprietaria. Alexander Walker, figlio di John, decise così di entrare in società con Elizabeth Cumming divenendo poi, nel 1893, l’unico proprietario della distilleria con il passaggio di quest’ultima alla Johnnie Walker and Sons. Da quel momento il poi il whisky prodotto vicino ad Archiestown, nello Speyside, è divenuto la base per la produzione del Johnnie Walker.

 

Giampiero

Dal cinema al whisky il passo può esser breve. Basta fare un viaggio in Scozia, perdersi magari nel cuore delle Highlands, e ritrovarsi a chiacchierare in un piccolo pub di Ullapool parlando di torbatura e imbottigliamenti. Nasce così una passione travolgente, girando l’Italia, l’Europa (e non solo) di degustazione in degustazione, di locale in locale... alla scoperta del meglio che questo universo può offrire. Cocktail preferito: Rob Roy Distillato preferito: Caol Ila 25 yo

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