La moderna tradizione di St.Germain rivive in Sicilia a “la grand dame”

Raccolto a mano, trasporto in bicicletta, avendo a disposizione solo due settimane. La tradizione del liquore francese che rivive in una bottiglia simbolo di modernità. Questo alla masterclass St.Germain di Taormina.

Il Belmond Timeo di Taormina

Il Belmond Timeo di Taormina

Quando si parla della “Grande dame” di Taormina, ci si riferisce al Belmond Grand Hotel Timeo. Una costruzione nata nella seconda metà dell’800, come abitazione privata, oggi hotel di lusso inserito in un panorama da sogno, a pochi passi dal Teatro Greco. In una delle sue terrazze a vista sulla baia, si è svolto l’evento organizzato per St. Germain. Non potevano scegliere location migliore per presentare la master class sul prodotto e il suo mondo, con Lucile Gargassone, Southern Europe Brand Ambassador St Germain e Noilly Prat. Una giornata in perfetto stile ‘francese’, condita da musica, team building che ha coinvolto trentotto bravi bartender della Sicilia e il pastry e chocolate chef Stefan  Krueger. Dunque non poteva

Lucile Gargassone

Lucile Gargassone

mancare l’aspetto culinario, unito al momento finale dell’aperitivo a base St. Germain. A far bella mostra di sé, sul terrazzo c’era una splendida bicicletta vintage, che richiama quella del marchio francese. Non è un caso, e forse non tutti sanno che quel mezzo sta lì a ricordare la tradizionale raccolta del sambuco fatta a mano. I suoi raccoglitori, infatti, tornano dalle colline verso il villaggio, percorrendo le stradine acciottolate in bicicletta. Si tratta di una vera e propria corsa contro il tempo, essendoci solo due settimane utili, in primavera, per la raccolta dei fiori. Il frutto di quelle tradizioni che rivivono oggi in questi dettagli, confluiscono in una elegante bottiglia in stile art déco, che rappresenta invece un grande esempio  di modernità (da un punto di vista dell’epoca in cui quell’arte è nata). Forse

I partecipanti

I partecipanti

ciò che affascina anche dello stile St.Germain è proprio questo connubio tra la tradizione e l’innovazione. La prima garantisce qualità, la seconda apre alle contaminazioni. E queste ultime non sono mancate. Dicevamo della cucina, ineffetti, dal french touch. Sotto la supervisione di un maestro come Stefan Krueger, i ragazzi hanno creato dei dolci ‘in sintonia’ con il liquore francese, a dimostrazione della sua versatilità. Golosa la ganache fondente al St. Germain, una crema tipicamente francese, in cui il cioccolato fondente e il miele d’Acacia, hanno sposato il liquore di sambuco. Sfiziosissima la crema pasticcera per farcire i bignè e per finire con la frutta, la composta di fragole e St.Germain con gelato alla vaniglia. A detta di molti, la crema pasticcera ha riscosso il successo maggiore. Ad ogni modo, dopo la prova cucina, si è svolto l’aperitivo a base di St.Germain cocktail in abbinamento a un french food. Il

La ganache fondente al St.Germain

La ganache fondente al St.Germain

cockail? Non poteva che essere a base di bollicine e St.Germain; il più tradizionale “St.Germain cocktail” (40 ml Brut Champagne, 30 ml St.Germain, soda). Il resto è stato chiacchere tra amici, vecchi e nuovi, un’occasione per trovarsi e ritrovarsi in una splendida location con Lucile, Daniele Pons e la Martini family che per l’occasione ha portato un tocco francese tra i colori del profondo Sud. Viva la modernitè! A la prochaine fois…

Gaetano Massimo Macrì

Martiniano. Bartender/giornalista. Insegnante di quello che – seppur in molti sembrano esserselo dimenticato – va sotto la voce di “American Bar”. Tradotto significa: esigente bevitore al bancone e miscelatore ignorante, perché, come scriveva un ‘collega’ degli anni ’30 del secolo scorso (Elvezio Grassi in “1000 misture”) l’essere un buon barman è “sapere quanto poco noi sappiamo”. Mi sembra un ottimo punto di partenza. Per questo motivo vado in giro per locali, alla ricerca del mio perfetto martini cocktail, nonché del mio bartender di fiducia. Un po’ Ernest Hemingway, un po’ David Embury, un giorno scriverò anche io una ‘bartender’s guide’ o qualcosa del genere. Infine, ma assolutamente non da ultimo per importanza, ecco alcune disposizioni per chi fosse interessato a farmi da bere. Colui che mi preparerà un buon Americano, avrà la mia simpatia. Colui che saprà costruirmi un Boulevardier degno di nota, otterrà la mia riconoscenza. Se, poi, non solo non disdegnerà un Old Pal, ma sarà in grado di equilibrarmelo nella coppetta, godrà di tutta la mia più profonda stima. Il martini, tuttavia, è un’altra faccenda.

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