Banana Republic: In Perfetto Sile Italiano con Samuele Ambrosi e Original RobyMarton Gin

Come ogni lunedì sera che si rispetti al Banana Republic, nello storico quartiere Prati di Roma, è una serata “In Perfetto Stile Italiano”. Ancor più italiano questa sera, infatti il distillato ospite della serata è un gin nostrano: stiamo parlando dell’Original RobyMarton Gin.

Il prodotto: Original RobyMarton Gin

Il RobyMarton Gin

Il RobyMarton Gin

Questo gin prende il nome dal suo primo produttore Roberto Marton, che ha iniziato la sua storica attività con la produzione di vini e di liquori

(all’epoca molto noto un suo fortissimo liquore ad 80°), prima di dedicarsi al gin. Un prodotto eccezionalmente artigianale, realizzato con materie prime di altissima qualità, dall’alcool (un alcool di primo livello, di orzo e cereali, proveniente dalla Francia) ai quattordici botanicals ( tra cui bacche di ginepro, liquirizia, buccia d’arancio e limone, chiodi di garofano, cannella, ginger bread, pimento, cren, bacche rosse e semi d’anice). Anche il processo di realizzazione è molto particolare; le erbe vengono infatti lavorate sia a caldo, con una distillazione  (attraverso un pot still discontinuo), per dare al RobyMarton il suo caratteristico sapore, si a freddo, attraverso un infusione, che dona al gin il suo impareggiabile aroma.  È quest’ultima parte della lavorazione che dona al distillato il suo inconfondibile colore giallo paglierino. In questa azienda è artigianale anche l’imbottigliamento e l’etichettatura, tutto fatto a mano, per bottiglie tutte millesimate. Il RobyMarton Gin risulta, a nostro avviso, perfetto per un “Dirty Martini” come quello realizzato per BlueBlazeR da Paolo Sanna.  Ma quando si parla di gin non si può non parlare di “Gin Tonic”, così è guest della serata anche una pregiata acqua tonica: la Indi. Questa è una produzione di sodati spagnola, vicino Jerez de la Frontera, prodotta esclusivamente con ingredienti naturali. Una tonica delicata, dalle morbide note di chinino, perfetta per esaltare i sentori del gin senza coprirli.

Il Dirty Martini e il Marton-ez

Il Dirty Martini e il Marton-ez

Il menù della serata 

Dietro il bancone a fare compagnia a Paolo Sanna e la sua brigata c’è Samuele Ambrosi, venuto direttamente da Treviso e dal suo Cocktail lab Cloak room. Il menù della serata prevede una serie di twist on classics tutti ovviamente base gin. Il primo che abbiamo assaggiato è il “Last World” (Marton’s Gin, Chartreuse verde-gialla, Maraschino, Lemon Squeeze) un twist sul celeberrimo “The last Word” classico del proibizionismo. Un drink molto aromatico, dove il ricco bouquet del gin amplifica le note dello Chartreuse. Al palato risulta piacevolmente pungente. Due cocktail che ci hanno gustosamente intrigato sono  l’ “Italian Mule” (Marton’s Gin, Simple Syrup, Lime Squeeze, Pimento, Mentuccia) ,una rivisitazione del “Gin buck” dove la nota predominante è il piccante dato dal Pimento, utilizzato in sostituzione del ginger beer, e il “Rosemary Fizz” (Marton’s gin, Lime Squeeze, Rosemary Syrup, SodaWater)  una rivisitazione di un classico, il “Gin Fizz”. Una miscela dalle evidenti note di rosmarino, intense nel corpo del drink, che, però, si conclude nel palato con un finale decisamente amaro. Per chiudere questa serata all’insegna del gin italiano, il nostro cocktail preferito del menù, il “Marton-ez” (Marton’s gin, Vermouth del Professore, Orange Bitters, Dashes Curacao, Lemon Peel e Simple Syrup). Già dal nome è intuibile che sia un twist sul “Martinez”, ma a differenza del classico risulta più morbido, con degli evidenti sentori del bouquet del RobyMarton Gin e un finale in cui prevale il sapore del vermouth.

Fabio

Iniziata la mia carriera bevendo sidro per tutti i pub del quartiere Prati di Roma, fatale fu un viaggio in Scozia che mi fece scoprire le gioie della birra e del Whisky, per poi consacrarmi al luppolo sulle strade del Belgio tra Trappisti e Lambic. Dal pub sottocasa al micro birrificio più sperduto, dal Manzanarre al Reno, dalla Gran Bretagna alla Scandinavia, in una costante ricerca della birra più introvabile; senza mai disdegnare un buon distillato o un ottimo cocktail. Birra preferita: La Duchesse de Bourgougne (una Flanders Red Ale della Brouwerij Verhaeghe Vichte) è stata per anni la mia compagna preferita; Cocktail preferito: MIlano – TOrino, in fondo siamo pur sempre italiani; Distillato preferito: Sarò uno dei pochi a dirlo ma…Scapa!

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