Piccoli vitigni per grandi vini: il casavecchia

L’Italia è il paese con la maggior quantità di vitigni autoctoni(circa 600 stalogati). Questo guinness ci rende unici per la varietà di vini prodotti e commercializzati. Oltre tutto alcuni di questi vitigni danno vita a vini tra i più prestigiosi del mondo. Alcuni esempi:

  1. “Nebbiolo”: Barolo, Barbaresco, Valtellina, Boca, Lessona, Bramaterra, Gattinara, Ghemme
  2. “Sangiovese”: Brunello di Montalcino, Chianti Classico,   Carmignano, Vino Nobile di Montepulciano
  3. “Sagrantino”: Montefalco Sagrantino
  4. “Aglianico”: Taurasi

Ho  citato quelli che soprattutto prediligo, ma la scelta è molto più ampia. Il fascino dei vitigni autoctoni è la loro combinazione col territorio in cui sono messi a dimora ormai da secoli e che non riescono a riprodurre al di fuori di quei confini. Qualcuno ha provato a impiantare il Nebbiolo in altre parti del mondo (Usa, Latino-America, Australia), ma i risultati sono stati fatiscenti.

Oggi vorrei parlare di un vitigno autoctono tra i più sconosciuti: il “Casavecchia”.formazione-dei-grappolini-di-casavecchia-640x480

Storia, diffusione e caratteristiche

Il suo areale di diffusione è circoscritto ad un esiguo territorio del Nord della provincia di Caserta compreso tra i comuni di Pontelatone, Formicola, Liberi e Castel di Sasso. Il suo legame territoriale è molto forte, ma la sua adattabilità ad altre aree è molto scarsa. Negli ultimi anni si è creato un grande interesse attorno questo vitigno, grazie alle sue ottime caratteristiche enologiche, tanto da aumentare la sua area vitata ed essere  iscritto al Registro Nazionale delle Varietà di Vite. Ad ora è annoverato tra i vitigni raccomandati per la provincia di Caserta. Non rientra in alcuna Doc, ma è presente in molti vini locali.

Vitigno misterioso la cui storia sembra quasi leggenda. Nessun ampelografo né ha mai parlato. Giuseppe Frojo, il più noto ampelografo dell’Ottocento catalogò e descrisse 129 vitigni nella sola Terra di Lavoro senza fare nessun riferimento a tale vitigno. Secondo gli anziani locali, un ceppo di oltre cento anni di età sfuggito ai parassiti arrivati dall’America (Oidio e Fillossera), fu rinvenuto alla fine dell’800 presso una casa diroccata a nord di Caserta nel comune di Pontelatone. Da allora tramite le marze ottenute dal vitigno originale si è diffuso ed è stato tramandato di generazione in generazione. Ovviamente non conoscendo il nome di tale varietà, gli si attribuì quello del vecchio rudere testimone della scoperta. Nonostante i progressi in ambito scientifico, sulla mappatura genetica dei vitigni, il Casavecchia presenta caratteristiche molto originali ed è escluso che possa essere un clone di un altro vitigno.casavecchia

Piccolo particolare: per una strana concomitanza geografica, l’antica località romana di “Trebula baliniensis” coincideva con l’area della produzione del Casavecchia. Potrebbe essere il Casavecchia, il vitigno all’origine del tanto decantato vino “Trebulanum” di pliniana memoria?


 

Degustazione

Vino in degustazione: Terre del Volturno IGT 2008 Casavecchia

Produttore: Azienda Agricola Vestini Campagnano

Il Colore: Porpora-Rubino trasparente

Il Naso: (partendo dal presupposto che il vino in degustazione è giovane e secondo il sottoscritto ha notevoli possibilità di evoluzione). Il fascino olfattivo di questo vino è unico. Un naso intrigante ricco di sfaccettature. Si inizia con la parte speziata (noce moscata, cannella, chiodi di garofano, pepe), prosegue su assonanze scure e balsamiche(legno di cedro, scatola di sigari, liquirizia, china, fumè, caffè tostato), poi succosa frutta rossa e fiori( amarene, ciliegie, prugne, frutti di bosco, rose appassite, violette), chiudono il cerchio gli accenni minerali( il suolo di origine vulcanica ci regala sbuffi di pietra focaia).

La Bocca: sin dal primo sorso si nota la stoffa del fuori classe. L’ingresso in bocca è teso e vibrante, quasi perfetto, grazie alla sua acidità; il tannino è ricamato di seta, l’alcol e la glicerina sembrano dosati; la combinazione tra questi tre elementi è fantastica; dopo averlo deglutito si ritrovano tutte le sensazioni che precedentemente avevamo avvertito al naso; vino di lunga persistenza gusto-olfattiva e sapidità.

Abbinamento: Spaghetti alla chitarra (Antico Pastificio Verrigni), pomodorini freschi, ‘nduja di Spiliga, Pecorino stagionato 18 mesi, olio a crudo e origano

Da provare anche: capretto al sugo, stracotti, ragù di cinghiale, salsicce al sugo, bolliti di manzo, brasati.

vino@blueblazer.it'

Ombra di vino

Millesimo 1982. Frequentatore assiduo dei peggiori bar della capitale ma sulla via di Damasco si innamora del nettare degli dei. Grande appassionato di vini di ogni tipo, lavora nel settore enogastronomico. Discreto e silenzioso, ama stare nell’ombra (in modo che il vino sia sempre fresco). Bollicine preferite: Larmandier-Bernier Grand Cru Extra-Brut Vielles Vignes de Cramant; Vino bianco preferito: Chablis Grand Cru Valmur Domaine Francois Raveneau; Vino Rosato preferito: Cerasuolo D’Abruzzo Edoardo Valentini; Vino rosso preferito: Barolo Riserva Monfortino Giacomo Conterno; Vino dolce preferito: Passito di Pantelleria Ferrandes; Vermouth preferito: Barolo Chinato Cappellano; Distillato preferito: Bunnahabhain 18 Years Old – Unchilledfiltered

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