Pork’n Roll + Taberna = Cena, degustazione e birra

Se si vuole cercare un posto dove gastronomia e zitologia vanno a braccetto, probabilmente, a Roma il Pork’n Roll è uno dei luoghi da prediligere. Lontano dagli eccessi chic che la cultura della birra artigianale sta raggiungendo in alcuni locali della Capitale, il Pork’n Roll ha riportato i sapori e i gusti della tradizione sposandoli a un ambiente che ricorda il calore e l’accoglienza di un pub britannico. Così tra i palazzi della zona Tiburtina, troviamo un angolo dove poter assaporare gustosi prodotti suini, provenienti dalla terra madre Puglia (per l’esattezza dalla provincia di Foggia) e dissetarsi con un’ampia lista di birre artigianali, sempre scelte tenendo d’occhio la stagionalità.

Il banco del Pork'n roll

Il banco del Pork’n roll

La serata
Questa serata cena-degustazione è stata pensata e realizzata in combinata con la brigata del ristorante Taberna di Palestrina, paese posto nelle vicinanze della capitale. Il menù propone un incontro tra i sapori pugliesi e la tradizione gastronomica romana dando spazio a birre che viaggiano tra la new age della produzione brassicola italiana e le classiche di tradizione belga, tedesca e anglosassone.

 
Il menù
Aperitivo:  Pork’n Roll e MC77 – Fleur Sofronia Hibiscus Blanche – 5%

Insalata di fave e pecorino su letto di Lonza

Il piatto e la birra sono un omaggio alla primavera, sia nei sapori che negli ingredienti (non c’è Primo maggio a Roma senza fave e pecorino!). Un abbinamento composto per assonanza, dove la blanche collabora al ruolo gustativo delle fave.
La birra scelta è un prodotto molto singolare: a vista spicca subito per il suo color rosso rubino e la sua schiuma compatta e persistente. Al palato è dissetante, mai secca, tendenzialmente dolce, distante dai toni zuccherini delle blanche fruttate.
Per iniziare una splendida combinazione.
Antipasto: Piada fatta a mano (strutto Pork’n Roll) ripiena di speck Pork’n Roll affumicato con legno di faggio e Blucolì del caseificio Campo Felice (erborinato realizzato con i lieviti della Cortigiana di Birra del Borgo) e Cantillon – Gueuze – 5%
Un connubio, questo, molto arduo: ma fa onore la scelta di inserire nella carta una Gueuze. Per chi non lo sapesse lo stile Gueuze, originario della zona del Pajottenland (vicino Bruxelles), è la miscela di Lambic (birra a fermentazione spontanea della stessa zona) giovani e meno giovani. Una birra dalla forte componente acida, molto difficile alla bevuta, consigliata per i soli cultori. L’abbinamento rivela un grande impegno; in questo caso si nota come la scelta del piatto sia in funzione della birra per stemperarne le asperità.
Per veri birrofili.
Primo: Ravioli ripieni alla carbonara con uova fresche e pancetta Pork’n Roll e Pork’n Roll – Bambelg Belgian Rauch – 6%

Il punto di contatto tra il piatto e la bevanda è la pancetta, dove il leggero affumicato della Belgian Rauchbier si adagia sull’affumicato del salume, regalandoci un abbinamento perfetto.
La birra è propria della casa, infatti, è realizzata secondo una ricetta originale del Pork’n Roll. Bisogna fare i complimenti al mastrobirraio, perché il sentire sfumato di legno rende questa birra davvero godibile al pasteggio.
A nostro avviso l’abbinamento migliore.

La serata

La serata

Secondo: Spezzatino di maiale con senape e pepe rosa e Hummel Bräu – Maibock Hell – 7%
Per una carne si è scelta una birra di stile tedesco; quindi essendo in piena primavera ecco arrivare una Maibock. Gli odori e i sapori teutonici vengono ripresi dagli ingredienti dell’ “intruglio” dello spezzatino, la senape e il pepe rosa, più vicini alla tradizione nordica che alla nostra.
La birra è delicata e non copre il piatto che accompagna…forse si poteva azzardare di più.
Dessert: Crostata con ricotta e cioccolata (realizzata con strutto Pork’n Roll) e Hilltop – Gallagher stout- Irish stout – 5,5%
Con il dolce la stout è d’obbligo, ancor meglio se il dolce è al cioccolato. Una scura però che non proviene dalle brume dell’Irlanda, bensì dalla più vicina Bassano Romano per una birra dal concept irlandese ma dalla artigianalità tutta italiana.
Si è finita la serata anche all’insegna della Scozia, con un’improvvisazione alla cornamusa e un affiorar di whisky al palato. Con sorpresa si è scoperto che per realizzare l’impasto della crostata è stato utilizzato del Caol Ila; dosato alla giusta maniera in modo che non si avvertisse mentre si mangiava il dolce ma rimaneva nel finale sul palato una leggera sensazione e un ricordo di Islay.
Un dolce finale per una bella serata tra birra e prodotti tipici, un felice incontro tra il Lazio e la Puglia.

Fabio

Iniziata la mia carriera bevendo sidro per tutti i pub del quartiere Prati di Roma, fatale fu un viaggio in Scozia che mi fece scoprire le gioie della birra e del Whisky, per poi consacrarmi al luppolo sulle strade del Belgio tra Trappisti e Lambic. Dal pub sottocasa al micro birrificio più sperduto, dal Manzanarre al Reno, dalla Gran Bretagna alla Scandinavia, in una costante ricerca della birra più introvabile; senza mai disdegnare un buon distillato o un ottimo cocktail. Birra preferita: La Duchesse de Bourgougne (una Flanders Red Ale della Brouwerij Verhaeghe Vichte) è stata per anni la mia compagna preferita; Cocktail preferito: MIlano – TOrino, in fondo siamo pur sempre italiani; Distillato preferito: Sarò uno dei pochi a dirlo ma…Scapa!

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