Esattamente come quasi un secolo fa, quando il Volstead Act diede origine al periodo noto come quello del ‘proibizionismo’, a Bridgwater non si vendono superalcolici. Il 10% degli Usa è “Dry”.
Bridgwater è una sonnolenta cittadina del Connecticut, talmente sonnolenta che pare aver dimenticato che il ‘proibizionismo’ è finito da decenni. Invece, sembra incredibile, fino all’altro ieri vigeva il divieto di vendere superalcolici. Stiamo parlando di un luogo in cui, per intenderci, la gente attende con ansia la ‘parata dei trattori’ per la fiera annuale. Bridgewater è una cittadina agricola, con un unico distributore di benzina e un solo store che vende prodotti alimentari. L’età media della popolazione (circa 1700 abitanti) è di 50 anni. Ora con 660 voti favorevoli al cambio di passo, contro i 246 contrari, finalmente qualcuno spera che le cose possano cambiare, soprattutto per ridare vita a un luogo che sembra destinato a morire lentamente.
Eppure, nonostante la piccola vittoria sulle schede del referendum, non tutti la pensano allo stesso modo. William Stuart, l’ideatore della nota sfilata dei trattori, nonché ex sindaco per 30 anni, pensa che questo non sia il miglior modo per rivitalizzare la cittadina. Si teme che la novità possa giovare ai pochi abitanti ricchi di Bridgwater, gli unici che ne trarrebbero un vero profitto. E accontenterebbe fondamentalmente quei newyorkesi che nel fine settimana si spostano nella cittadina. In effetti, un filantropo locale ha già manifestato il desiderio di poter aprire un ristorante in cui poter servire, ovviamente, anche alcolici. Il ricco magnate è un tale Peter May, uno che oltre a essere considerato il maggiore contribuente della città, è anche colui che salvò dal fallimento l’unico negozio esistente, acquistandolo. Per questo buona parte della comunità gli mostra eterna gratitudine. Ovvio che Mr May spererebbe di essere il primo a poter vendere nell’immediato superalcolici nel suo negozietto (che pare sia in grave perdita finanziaria), ristorante a parte. In realtà il voto riguardava la possibilità di vendita di alcolici nei ristoranti. Perché l’idea di base è quella di ridare nuova linfa a una cittadina che sta morendo, attraverso la creazione proprio di un ristorante di lusso. E difficilmente un ristorante in cui non si possono vendere alcolici può costituire un’attrazione per i vicini forestieri. Da qui il referendum.
La vicenda, comunque, sembra avere dell’incredibile per quanto riguarda il lungo divieto che si è mantenuto fino ai giorni nostri. Ha, poi, il sapore di quei tipici film americani in cui il ricco di turno vuole fare soltanto i suoi affari a svantaggio di una piccola e amena comunità. Manca soltanto di scoprire che in città esista un commercio illegale di whisky della peggior specie e una Speakeasy e il gioco è fatto. Magari la parola d’ordine potrebbe essere “Tractor”, tanto per rimanere fedeli alle tradizioni. A Bridgewater pare contino ancora molto.
Il caso appena descritto non è affatto isolato. Negli Usa circa il 10% è “Dry”, ovvero asciutto, come dicono gli americani. Ci sono zone del Paese, soprattutto quelle del Sud più religioso e conservatore (vedi Texas, Alabama, Kentucky) che vietano la vendita e il trasporto di superalcolici. Un 10% che corrisponde a circa 18 milioni di persone interessate.