Oggi parlerò di un vitigno autoctono unico, molto legato al suo territorio e alla sua storia. Pochi sono i viticultori che producono il nettare che si ottiene da questo vitigno e poca la quantità di vino reperibile (circa 500 ettolitri per anno). Sconosciuto al grande
pubblico ma molto apprezzato dalla critica. Ecco a voi il “Terrano”.
Storia, diffusione e caratteristiche
Conosciuto anche come “Terrano del Carso” o “Terrano d’Istria” – o semplicente “Teran” come lo chiamano i triestini, gli istriani o i dalmati – è con molta probabilità un componente della numerosa famiglia del “Refosco” e del “Refosco dal Peduncolo Rosso”. Ha trovato il suo habitat preferito sulle colline carsiche, dove si riscontrano le prime traccie del vitigno e dove tuttora è esclusivamente coltivato e rientra nella Doc Carso Terrano. È anche coltivato in modo decisamente meno significativo in Romagna (col nome “Refosco Terrano”) per produrre i vini Doc Cagnina di Romagna e Colli di Rimini Rosso. È ovviamente presente nelle vigne del Carso slovene e in quasi tutta l’Istria con il nome di “Refosk”. I greci lo utilizzavano come rimedio omeopatico all’anemia. Plinio lo citava come “Pùcino”. Le prime citazioni sono trovate da Dalmasso (1946) negli “Annuali del Friuli” di Francesco da Manzano, dove si parla di un vino “Terain”che veniva donato alle persone illustri del comune di Udine.
Scheda degustativa del Venezia Giulia IGT 2010 Terrano
Vino in degustazione: Venezia Giulia IGT 2010 Terrano
Produttore: Benjamin Zidarich
Il Colore: Rubino poco trasparente; il prefisso “ter”, di origine tedesca, significa catrame ed indica un colore particolarmente scuro
Il Naso: frutta rossa (prugna, mora, mirtillo), fiori (violetta, ciclamino), mineralità ( ruggine, terra bagnata, sottobosco), spezie (mix di pepe), note fumè e balsamiche (menta, salvia, alloro)
La Bocca: un sorso di bontà. Ingresso basato sulle durezze del vino, quindi una scarica di acidità e tannino che si trasformano in freschezza e seta, poi grande sapidità e lunga persistenza giocata sul frutto. Nonostante la complessità vien voglia di fare un altro sorso. Ricco e leggiadro!
Abbinamento: Prosciutto dolce o affumicato, salami a grana grossa o media, gulash, stufati, spezzatini
Da provare anche: gelatina di maiale con alloro