Il primo sorso affascina, il secondo Strega!

“Sotto l’acqua, sott’o’viento, sott’o’ noce ‘e Viniviento”

“Unguento unguento portami al noce di Benevento sopra l’acqua e sopra il vento e sopra ogni maltempo”image

Sarà per il marchio della Strega (così simile alla befana), sarà per il suo omonimo torrone, sarà per il gusto e per il calore che sprigiona, sarà perché chi scrive ha, semplicemente, origini benevantane ma da sempre il Liquore Strega si connota come una delle tradizioni legate al periodo natalizio, anzi più precisamente al 6 gennaio. Con l’Epifania che tutte le feste porta via, andava via pure l’ultimo bicchiere di Strega davanti all’albero di Natale. Così anche noi di BlueBlazeR per accomiatarci dalle festività abbiamo deciso di dedicargli quest’ultimo spazio di Natale, sperando che la befana non ci porti del carbone.
La leggenda delle streghe di Benevento image

Il nome del liquore ha origini antiche e si lega alla leggenda, diffusasi in Europa a partire dal XII secolo, che vuole la città sannita sede di sabba e riunioni di fattucchiere. Con la loro saggina e il fazzoletto sopra la testa le streghe italiane avevano fatto di Benevento la sede dei loro incontri. La prima testimonianza in questo senso è di tal Matteuccia da Todi, condannata per stregoneria nel 1428, che cita anche il famoso albero di noce (sarebbe l’albero abbattuto da San Barbato e poi rinato per opera del diavolo) dove le notti le streghe si adoperavano per produrre un portentoso elisir d’amore che faceva innamorare per sempre le coppie che lo bevevano. Che sia questa portentosa pozione il liquore creata da Giuseppe Alberti?

Il Liquore image

Era il 1860, Garibaldi annetteva Benevento al non ancora nato regno d’Italia, e Giuseppe Alberti inaugurava il primo stabilimento per la produzione di vini e liquori vicino alla stazione ferroviaria della città. Da quel giorno in poi la ricetta è un segreto, quello che sappiamo è che la lavorazione principia con la molitura di settanta tra erbe aromatiche e spezie provenienti da tutto il mondo: alcune sono note come la cannella del Ceylon, l’iride fiorentino, il ginepro dell’Appennino Italiano, la locale menta del Sannio, altre individuabili come il finocchio e l’anice. Il classico colore giallo acceso che rende il liquore così riconoscibile e appariscente è dato dallo zafferano che viene aggiunto al distillato di erbe. Poi la fase successiva di lavorazione prevede una stagionatura per un lungo periodo in tini di rovere , dopodiché raggiunto un equilibrato esercizio degli aromi, il liquore è pronto per essere imbottigliato. Da molti considerato un semplice digestivo post abbuffata, lo Strega è ormai un importante ingrediente della gastronomia italiana e anche un prezioso distillato dal tocco vintage per le miscelazioni dei imagebarman.

Un pezzo di cultura italiana

Nato in concomitanza con il Regno d’Italia il marchio Strega si è pian piano ritagliato un ruolo importante nel mondo della Cultura italiana: partendo dall’arte dove negli anni ’20 e ’30 del Novecento la Strega ha visto pregiarsi dei manifesti futuristi di Fortunato Depero, e delle incarnazione Liberty di streghe sensuali e sciantose grazie all’ elegante inventiva del grande Marcello Dudovich. Ma è nell’immediato dopo guerra che lo Strega diventa un simbolo ineguagliabile nel mondo culturale italiano. Il 16 febbraio 1947 Ennio Flaiano con “Tempo di uccidere” vince il primo Premio Strega che con il passare degli anni si affermerà come il principale premio letterario italiano. Da Flaiano fino a Francesco Piccolo, passando per Pavese, Buzzati e Umberto Eco si sono visti tutti i maggiori scrittori italiani brindare alla vittoria con un bicchiere di Strega.

Fabio

Iniziata la mia carriera bevendo sidro per tutti i pub del quartiere Prati di Roma, fatale fu un viaggio in Scozia che mi fece scoprire le gioie della birra e del Whisky, per poi consacrarmi al luppolo sulle strade del Belgio tra Trappisti e Lambic. Dal pub sottocasa al micro birrificio più sperduto, dal Manzanarre al Reno, dalla Gran Bretagna alla Scandinavia, in una costante ricerca della birra più introvabile; senza mai disdegnare un buon distillato o un ottimo cocktail. Birra preferita: La Duchesse de Bourgougne (una Flanders Red Ale della Brouwerij Verhaeghe Vichte) è stata per anni la mia compagna preferita; Cocktail preferito: MIlano – TOrino, in fondo siamo pur sempre italiani; Distillato preferito: Sarò uno dei pochi a dirlo ma…Scapa!

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