The Barber Shop

Quando la luce del barbiere è accesa suona il campanello. No, non stiamo

Joy Napolitano

Joy Napolitano

parlando di un figaro notturno, né di un barber shop alla moda, con cere e arricciabaffi; dietro (o meglio sotto) le fattezze di questo bel negozio si cela infatti un interessante speakeasy. La moda dei blind pig, i locali in stile proibizionista nascosti, per l’appunto, dietro la facciata delle attività più disparate, sembra aver invaso il nostro paese (ed in particolare la Capitale) diventando un fenomeno quasi difficile da decifrare. Accanto a realtà storiche e di assoluto livello, come il Jerry Thomas Speakeasy, sono nati infatti una costellazione di piccoli locali, spesso ardui anche da mappare, non sempre di eccelsa qualità. Non fa però certamente parte di quest’ultima categoria il Barber Shop. Basta infatti scendere le scale che dal barbiere conducono nel vero cocktail bar per rendersi conto della magnifica atmosfera ricreata a due passi dal Colosseo. Musica di sottofondo, il gradevole e leggero brusio dei clienti, l’arredamento a tema, le luci soffuse al punto giusto trasportano immediatamente in un altro tempo e in un altro luogo. Si è così avvolti da una piacevole sensazione ancor prima di aver assaggiato una singola creazione dei bartender; la premessa migliore per qualsiasi locale. Se a questo si aggiunge la straordinaria accoglienza di Joy Napolitano, il gioco è fatto. Che siate clienti abituali o distratti avventori l’head bartender del Barber shop e la sua squadra vi riceveranno in un clima di familiarità e amicizia, guidandovi alla scoperta delle loro creazioni o assecondando i vostri gusti in fatto di miscelati.

barber shop

Sempre seguendo una filosofia di qualità e semplicità il menù del Barber Shop si compone di sedici drink, suddivisi in cinque diverse “categorie”, ognuna dedicata ad un diverso taglio. Ad aprire la nuova carta proposta da Joy Napolitano i due “tagli rapidi”, cocktail invecchiati in bottiglia e raffreddati al momento, fra cui segnaliamo il “Diciannove” (Vermut del professore bianco, liquore ai fiori di sambuco, genever, gocce di fernet, peel di limone), che si narra ispirato proprio al Jerry Thomas Speakeasy. Per gli amanti delle bollicine ecco i due “tagli frizzanti”, “Bollicine Permanenti” e “Be Loving”, che in qualche modo introducono al vero cuore del menù del Barber Shop. Se amate un “taglio fresco”, non perdete il “Collins del fomento” (Vodka, Mastiha, sciroppo d’acero, succo di limone, radice di liquirizia), drink morbido ma dal gusto deciso, o il “Magna Crusta” (Brandy, Amaretto Di Saronno, succo di limone, Angostura bitters, crusta di zucchero al tea nero), drink rotondo e bilanciato non adatto a

Il banco del barber shop

Il banco del barber shop

tutti i palati. Se invece volete provare un “taglio alla moda” non avrete davvero che l’imbarazzo della scelta; dei cinque drink proposti in questa categoria, che, a nostro avviso, rappresenta il fiore all’occhiello del menù, ci hanno particolarmente colpito il “Sazerac illegal” (Mezcal, grapefruit bitter, zolletta di zucchero, assenzio), twist sul “Sazerac” davvero gustoso in cui le note e gli aromi del mezcal si sposano perfettamente con il bitter al pomplemo e la sporacatura aniciata, e, soprattuto, il “Su Poeta” (Scotch whisky single malt, vermouth rosso, liquore alla nocciola, bitter al cioccolato, affumicatura di toscanello, zest di limone), la firma di Joy Napolitano che lavora con grande maestria una materia prima complessa come il single malt restituendo un miscelato assolutamente da provare. La leggera affumicatura di toscanello (presente anche nel “Margarita e toscanello”) appare come la pennellata d’autore in un cocktail in cui si avverte comunque lo zampino di un altro grande bartender italiano, Paolo Sanna. La ciliegina sulla torta, per concludere la carta, sono i “tagli classici”, tre drink per scoprire o riscoprire alcuni dei più importanti cocktail della storia. Anche in questo caso la scelta del Barber Shop è stata tutt’altro che banale. Fra i classici intramontabili della miscelazione Joy Napolitano ha infatti selezionato il “Mamy Taylor” (Schotch whisky, succo di lime fresco, ginger beer), l’ “Hanky Panky” (Vermouth rosso, dry gin, gocce di fernet) e il “The lion’s tail” (Bourbon whiskey, all spice dram, succo di lime fresco, sciroppo di zucchero); un piccolo assortimento di miscelati straordinari ma sempre più rari da vedere.

Giampiero

Dal cinema al whisky il passo può esser breve. Basta fare un viaggio in Scozia, perdersi magari nel cuore delle Highlands, e ritrovarsi a chiacchierare in un piccolo pub di Ullapool parlando di torbatura e imbottigliamenti. Nasce così una passione travolgente, girando l’Italia, l’Europa (e non solo) di degustazione in degustazione, di locale in locale... alla scoperta del meglio che questo universo può offrire. Cocktail preferito: Rob Roy Distillato preferito: Caol Ila 25 yo

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