Una magica serata parigina: il Belmond Hotel Cipriani incontra l’Hôtel Ritz

Non basterebbe un intero dizionario di sinonimi per descrivere lo sfarzo, la ricchezza, l’opulenza, ma anche l’eleganza e lo stile che contraddistinguono l’Hôtel Ritz di Parigi. Le dimensioni gigantesche dei suoi corridoi e saloni, il numero infinito di spazi, l’oro e gli ornamenti che coprono ogni singolo centimetro di questo pezzo di storia dell’hôtellerie mondiale lasciano di stucco. E’ infatti necessario attraversare l’immensità delle sue navate, e ancora corridoi e boutique, per giungere in uno dei più celebri hotel bar di tutta la Francia, l’Hemingway Bar del Hôtel Ritz. Un bar che, come il ristorante dell’hotel, ospita, per

Uno dei corridoi dell'Hôtel Ritz

Uno dei corridoi dell’Hôtel Ritz

celebrare il successo della struttura, riaperta da soli due anni dopo imponenti lavori di ristrutturazione, il team del Belmond Hotel Cirpiani. Si incontrano così due dei massimi esempi della cultura alberghiera mondiale, in un’occasione più unica che rara. Padrone di casa del Ritz Bar, fratello minore del più famoso cocktail bar della struttura, è Walter Bolzonella, deus ex machina del Bar Gabbiano di Venezia, che, per l’occasione, porta con sé alcune delle creazioni pensate per il suo locale. Successi annunciati come il “Negroni Royal” che unisce, nella sua geniale ricetta, due

Il Negroni Royal

Il Negroni Royal

grandi classici. Con la classe che lo contraddistingue, ben descritta dall’impeccabile camice bianco, Walter Bolzonella racconta con semplicità i dettagli di preparazione; l’infusione delle spezie in una miscela di vermouth e Campari, la loro cottura, necessaria per produrre una riduzione, e infine la preparazione vera e propria con l’aggiunta di champagne al preparato. Molti dei tavoli del raffinato cocktail bar stanno già assaporando questa bevanda, mentre il bar

manager del Cipriani accoglie e coccola i nuovi avventori. La classe non è acqua, ça va sans dire.


Negroni Royal: riduzione (Campari, Martini Riserva Speciale Rubino, Punt e Mes, cardamomo, anice stellato, bacche di ginepro, stecca di vaniglia, buccia d’arancia, timo limonato, maggiorana, lavanda) e champagne


Dall’altra parte del piccolo corridoio, gemello diverso del Ritz Bar, si apre l’Hemingway Bar. Colin Peter Field, head bartender, è lontano, in India, ma al suo posto Roman Devaux non fa rimpiangere l’assenza. Il locale brulica di persone, tanto vivo da apparire più simile ad uno street bar che al locale di uno dei più lussuosi hotel del mondo. “A noi piace così”, dice il Roman Devaux, “soprattutto chi viene di venerdì o sabato, e fa la fila fuori, vuole trovare proprio questo”. E’ quasi incredibile, un mix fuori dal comune, con una cocktail list  certamente non a buon mercato ed un affluenza degna di un popolato bistrot de la Bastille. Proprio per la grande mole di clienti, durante la ristrutturazione, è stata aggiunta una piccola, seconda ala al bar, in una serie di lavori che hanno mantenuto l’atmosfera anni ’20 del locale. Quasi nulla è rimasto del mobilio originale, di inizio secolo, ma qua e là si ritrovano ancora i segni del

Walter Bolzonella e Roman Devaux

Walter Bolzonella e Roman Devaux

cocktail bar che fu. Gli stemmi delle forze dell’ordine di tutto il mondo, raccolte in piccoli quadretti, ad esempio, raccontano la storia di questo locale in cui poliziotti e guardie forestali erano soliti lasciare un segno del loro passaggio. “Sono troppo ordinate così” aggiunge Roman Devaux “una volta erano appese dappertutto, ma ci stiamo lavorando” sorride indicando un nuovo stemma appeso proprio dietro al banco, “ci vorrà del tempo ma tornerà come una volta, con tutti i gagliardetti e le foto dei cavalli”. Ecco un altro elemento che richiama il glorioso passato, le foto dei puledri e delle gare. “E’ una mia passione… le corse, il Kentucky derby”. La Storia rimbomba delle pareti del locale, una storia importante come quelle di Ernest Hemingway che qui, come in molti altri luoghi, era solito bere. “Qui però è di casa” sorride di nuovo, “potete chiedere a cinque, dalle cameriere ai barman, tutti conosco la sua storia, i libri che ha scritto, le cose che ha fatto. Non è questione di dovere, chi lavora qui lo fa per passione”. Una passione che traspare dal clima allegro dello staff e dall’attenzione che ognuno mette verso il proprio lavoro. Un lavoro di tradizione che guarda però al futuro con una drink list di classici e rivisitazioni

Clean dirty martini

Clean dirty martini

che strizzano l’occhio alle nuove tendenze. All’interno della carta non stupisce  certo la nutrita presenza di varianti sul “Bloody Mary”, da sempre molto amato in terra straniera, del “Negroni”, un classico immancabile, e del “Martini Cocktail”, riproposto anche attraverso una particolare versione del “Dirty Martini”. “Non ci piaceva il fatto che il Dirty Martini risultasse opaco, sporco” racconta Roman Devaux “così abbiamo creato il Clean dirty martini”. La ricetta segreta di questo cocktail, dal tipico gusto salmastro ma dall’aspetto assolutamente cristallino, è, come recita il menù, il risultato di anni di ricerca e duro lavoro; un lavoro premiato dal successo di questo drink, secondo per vendite solo ad un vero classico dell’Hemingway bar, il “Serendipiy”.

Giampiero

Dal cinema al whisky il passo può esser breve. Basta fare un viaggio in Scozia, perdersi magari nel cuore delle Highlands, e ritrovarsi a chiacchierare in un piccolo pub di Ullapool parlando di torbatura e imbottigliamenti. Nasce così una passione travolgente, girando l’Italia, l’Europa (e non solo) di degustazione in degustazione, di locale in locale... alla scoperta del meglio che questo universo può offrire. Cocktail preferito: Rob Roy Distillato preferito: Caol Ila 25 yo

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