Le storiche aziende italiane: Pallini

Esistono marchi storici, il cui nome è legato a usanze e tradizioni del passato, che, grazie a una gestione sapiente e oculata, sono riusciti a mantenere intatta nel tempo la loro fama e qualità. Si pensi, ad esempio, alla vecchia usanza del caffè corretto con il

La fabbrica Pallini nel 1962

La fabbrica Pallini nel 1962

Mistrà, un’abitudine ormai quasi dimenticata ma assolutamente in voga fino a pochi decenni fa. Non c’era bar di paese o caffè di città che non consumasse litri di questo prodotto; un prodotto legato appunto a un brand sinonimo, da 140 anni, di tradizione e qualità: Pallini.

La storia di questa azienda è, come accade spesso per le antiche produzioni italiane, ricca di fascino. L’avventura di questo marchio ha inizio nel 1875 quando Nicola Pallini, un mercante abruzzese, apre, ad Antrodoco, un emporio dove, oltre alle merci più usuali, veniva venduto un liquore preparato, secondo antiche ricette, dallo stesso proprietario. E’ però con suo figlio, Virgilio Pallini, che questa realtà inizia ad assumere le dimensioni di una vera e propria azienda. Nel 1922, infatti, la allora “I.L.A.R.” (Industrie Liquori Antrodoco Roma, Distillerie V. di N. Pallini) si stabilisce nel cuore di Roma, a due passi dal Pantheon, iniziando la produzione proprio del famoso Mistrà. Con il passare delle generazioni, e con l’aumentare della richiesta, la fabbrica si trasferì,

Micaela e Virgilio Pallini

Micaela e Virgilio Pallini

nel 1962, nell’allora nuovo polo industriale di Roma, sulla via Tiburtina, senza però mai dimenticare l’importanza della qualità, delle materie prime e della tradizione. Una rotta mantenuta ancora oggi ben salda dalla famiglia Pallini che continua a produrre, sempre negli stabilimenti romani, liquori e sciroppi di primo livello.

La produzione

L’attuale produzione della Pallini si lega, indissolubilmente, al mercato estero. Nonostante la fama di alcuni suoi liquori, come il Mistrà, l’85% del suo fatturato deriva infatti da esportazioni. A garantire questo risultato è, in primo luogo, un liquore molto diffuso in tutti gli angoli del globo: il Limoncello Pallini. Non è infatti molto noto, ma quello prodotto dall’azienda romana è il limoncello più venduto all’estero, grazie alla sua capillare diffusione in America, sui mercati dell’est e alla massiccia presenza nei duty-free di tutto il mondo. Il liquore, prodotto sempre nella linea di via Tiburtina, è preparato attraverso l’infusione di bucce di limone “Costa d’Amalfi” I.G.P. in alcool di molassa di barbabietola da zucchero proveniente dalla Francia. All’infuso vengono poi aggiunti zuccheri raffinati in Italia (circa 250 grammi per litro) per realizzare quel gusto gradevole e beverino che ne ha garantito il successo.
Il limoncello non è però l’unico liquore realizzato, prevalentemente, per l’esportazione. Anche la Sambuca Romana, prodotta da Pallini per Diageo, mantiene alto il nome dei marchi italiani all’estero. Parlare di “Sambuca” equivale ad aprire le porte a un mondo vastissimo, quello degli aniciati, presenti, in varie sfaccettature, in tutti i paesi che affacciano sul Mediterraneo. La stessa

La Sambuca 313

La Sambuca 313

parola sambuca, a testimonianza della sua atavica diffusione, deriva dall’arabo “Zammù”, ovvero “profumo”. Per poter essere definito “Sambuca”, però, il liquore deve mantenere alcune caratteristiche fra cui la presenza di minimo 10 botanicals. Quello prodotto da Pallini per Diageo, in particolare, contiene, oltre all’anice verde, che cresce spontaneamente anche sul nostro territorio, molte erbe e droghe fra cui finocchio, angelica e cardamomo. Anche in questo caso al liquore vengono aggiunti zuccheri italiani (circa il 38% per litro) per rendere più gustoso e gradevole il prodotto. La particolare texture delle sambuche, quasi opalescente, è invece data dallo stesso olio essenziale dell’anice, l’anetolo, che, avendo un punto di fusione più alto (circa 20°), cristallizza facilmente creando, fra l’altro, l’“effetto neve” da tutti ben conosciuto. La gamma di aniciati Pallini non si esaurisce però solo con la Sambuca Romana. Per festeggiare i suoi 135 anni l’azienda romana ha infatti lanciato la Sambuca 313, così chiamata in omaggio alla distanza che separava la fabbrica di Virgilio Pallini dal Pantheon. Questa versione del liquore all’anice prevede l’utilizzo, accanto alle classiche botaniche, di distillati purissimi di Anice Badiana che ne arricchiscono il bouquet e la profondità.

Il Mistrà

Il Mistrà

Ma la storia di Pallini e dell’anice è indissolubilmente legata al Mistrà. Per dare l’idea dell’importanza di questo liquore per il nostro paese basti sapere che, durante la prima guerra mondiale, un piccolo quantitativo di Mistrà era presente nelle razioni dei soldati al fronte. L’anice stellato, con cui è prodotto, viene infatti considerato, sin dal suo arrivo in Italia con Marco Polo (l’anice stellato è un albero tropicale sempreverde), un perfetto disinfettante naturale, utile tanto per uso interno (l’anice stellato ha proprietà eupeptiche, stomachiche, carminative e antidiarroiche) che per uso esterno (era utilizzato per purificare l’acqua sin dal 1300). Il Mistrà, a differenza degli altri aniciati prodotti, non presenta zuccheri aggiunti e, per questo motivo, mantiene un’anima “dry” molto più aromatica.
Un’ultima curiosità di casa Pallini è la produzione di una ferro-china le cui radici sono così importanti da meritarsi una targa in ricordo dell’italico valore al comune di Roma: la Ferrochina Baliva. Nata, come sempre in questi casi, come medicamento antimalarico, la ricetta del dottor Ernesto Baliva prevedeva, per la prima volta, la presenza di citrato di ferro, utile, secondo le indicazioni di etichetta, tanto per le donne incinte quanto per i più piccoli. La Ferrochina Baliva di Pallini è invece caratterizzata dalla presenza di dodici erbe e da un gusto tipicamente amarostico in cui spicca la presenza dell’arancia amara.

Giampiero

Dal cinema al whisky il passo può esser breve. Basta fare un viaggio in Scozia, perdersi magari nel cuore delle Highlands, e ritrovarsi a chiacchierare in un piccolo pub di Ullapool parlando di torbatura e imbottigliamenti. Nasce così una passione travolgente, girando l’Italia, l’Europa (e non solo) di degustazione in degustazione, di locale in locale... alla scoperta del meglio che questo universo può offrire. Cocktail preferito: Rob Roy Distillato preferito: Caol Ila 25 yo

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