I protagonisti del 2020: intervista ad Antonio Masi

A poche ore dalla premiazione dei Barawards, continuano le nostre interviste con Antonio Masi, 36 anni, torinese, capo bar del Tatabui cocktail bar di Torino.

 

Raccontaci la tua formazione professionale e, in primis, da dove arriva la tua passione per il bartending

Antonio Masi

Antonio Masi

La mia passione per questo mondo nasce da una semplice curiosità. Ho iniziato a passare le mie giornate dietro al bancone non da giovanissimo: la mia prima esperienza ufficiale risale al 1 marzo 2009, avevo 25 anni e da allora non mi sono più allontanato. Di carattere sono molto introverso e avevo bisogno di un lavoro che mi mettesse a contatto con le persone, in più ho un’indole creativa e la miscelazione mi incuriosiva tantissimo. Ho quindi amalgamato un ‘problema’ a un ‘bisogno’. Ho una formazione classica: alcuni corsi all’AIBES, prime esperienze in villaggi turistici e qualche esperienza fuori dall’Italia. Ritornato a Torino, ho fatto in modo di poter lavorare con Maestri del settore che mi hanno formato in tutti questi anni. Ho potuto così creare, nel tempo, un mio stile personale.

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Sei nominato nella sezione Bar Manager dell’Anno dei Barawards 2020, raccontaci la tua emozione e quale, secondo te, e senza falsa modestia, la ragione per cui sei in questa già prestigiosa short list. Tu hai mai partecipato a competition tra bartender? Che esperienza ne hai conseguito, a cosa servono, se servono le competition per il settore e perché…

Possiamo dire, eufemisticamente che è un anno ‘particolare’ e come tale vede succedere cose ‘particolari’… Le competizioni sono una buona cosa, sono esperienze uniche che vanno vissute con la giusta passione, senza trasformarle in ossessione. In questo modo si può competere con i propri colleghi e non contro. Così si creano rapporti sani e ottime collaborazioni future.

 

Antonio Masi 3Quale è, secondo te, il segreto per un cocktail perfetto? Quando un nuovo cliente arriva al tuo bancone cosa noti subito che ti possa aiutare a capire gusti e preferenze per creare il drink cucito su misura?

Farlo bene! Non sono tanto gli ingredienti di qualità che si utilizzano, ma come vengono bilanciati tra di loro, il tempo di preparazione e, soprattutto, la precisione nella ricetta. Quando mi si presenta un nuovo cliente al banco, evito di creare drink ‘ricercati’ e qui l’esperienza aiuta. In realtà, cerco di capire cosa piace bere al cliente, magari cosa conosce bene e propongo un drink classico con qualche accorgimento, per iniziare a testare il suo palato. Una volta che ho conquistato la sua fiducia inizia l’esperienza!

 

Quale è il tuo spirito o ingrediente preferito e perché? E quale il drink che preferisci bere e perché?

E’ e sempre sarà il whisky, distillato complesso con centinaia di sfumature. Amo scoprire storie e metodi di lavorazione delle singole aziende distillatrici. Il mio drink preferito? Vista la mia passione per il whisky, non può che essere un buon Old Fashioned.

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