I protagonisti del 2020: intervista a Fabrizio Tacchi

I premi dei BarAwards sono stati consegnati ieri in una splendida cerimonia online ma le nostre interviste ai protagonisti del 2020 noi si fermano. Torniamo quindi a parlare di brand ambassador, intervistando Fabrizio Tacchi ambassador del Gruppo Caffo.

 

Raccontaci la tua formazione professionale e, in primis, da dove arriva la tua passione per il bartending

Fabrizio Tacchi

Fabrizio Tacchi

A volte nella vita le cose non vanno come hai pensato, studi per fare un certo lavoro da grande e poi ti ritrovi a fare altro, ma è stato l’inizio di qualcosa di straordinario per me.

Il mio incontro col bar è stato casuale. E quando tanti anni fa mi sono ritrovato per la prima volta dietro il banco bar è stato subito colpo di fulmine e mi sono innamorato del mestiere del bartender.

La mia fortuna è stata di aver incontrato dei grandi maestri che mi hanno fatto prima appassionare e poi stimolato a studiare per specializzarmi e diventare un barman AIBES e successivamente anche sommelier AIS.

Ho lavorato in Riviera Adriatica in alcuni dei migliori locali di varie tipologie, dal bar all’hotel, dal pub alla discoteca, fino a fare esperienza all’estero lavorando a Londra.

Sei nominato nella sezione Brand Ambassador dei BarAwards 2020, raccontaci la tua emozione e quale, secondo te, e senza falsa modestia, la ragione per cui sei in questa già prestigiosa short list.

Non è la prima volta che vengo nominato ai BarAwards, oramai ho perso il conto, ma l’emozione è sempre grande come la prima volta. È per me un enorme piacere essere qui insieme a tanti bravi colleghi.

Io svolgo il mestiere dell’Ambassador come una missione. Mettendo grande energia e tanta passione nel mio lavoro per far conoscere non solo i brand che rappresento, ma anche elargire le mie conoscenze per arricchire e possibilmente migliorare gli altri. Penso sia questo il motivo per cui mi trovo qui.


Quale è, secondo te, il segreto per un cocktail perfetto?

Tacchi con la mascherina di Vecchio Amaro del Capo

Tacchi con la mascherina di Vecchio Amaro del Capo

Il cocktail perfetto dev’essere totalizzante. In che senso? Direte voi. Mi spiego meglio. Deve coinvolgere tanti aspetti che rendono l’esperienza del cocktail perfetto. Quindi vanno curati con la stessa attenzione che noi mettiamo nella scelta degli ingredienti per formulare una bevanda impeccabile anche l’ambiente, il servizio e, soprattutto, l’accogliente.


Quale è il tuo spirito o ingrediente preferito e perché?

Amo tutti gli spiriti allo stesso modo. Non ne ho un preferito. Nella mia carriera professionale ho avuto modo di seguire tanti spiriti diversi. La scelta cambia a seconda il periodo o su quanto in quel momento mi sto concentrando. Beh se devo proprio fare un nome e per essere coerente su quanto detto… oggi direi l’amaro. Un prodotto che fa parte della nostra lunga tradizione liquoristica e che mi piacerebbe aiutare a crescere per far prendere maggiore coscienza di quanto siamo ricchi a livello produttivo in Italia.

Giampiero

Dal cinema al whisky il passo può esser breve. Basta fare un viaggio in Scozia, perdersi magari nel cuore delle Highlands, e ritrovarsi a chiacchierare in un piccolo pub di Ullapool parlando di torbatura e imbottigliamenti. Nasce così una passione travolgente, girando l’Italia, l’Europa (e non solo) di degustazione in degustazione, di locale in locale... alla scoperta del meglio che questo universo può offrire. Cocktail preferito: Rob Roy Distillato preferito: Caol Ila 25 yo

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