Raccontaci la tua formazione professionale e, in primis, da dove arriva la tua passione per il bartending…
Hai vinto qualche giorno fa nella agguerrita sezione Bartender dell’Anno dei BarAwards 2020, raccontaci la tua emozione e quale, secondo te, e senza falsa modestia, la ragione per cui sei stato premiato in una lista con migliori bartender italiani del momento. Tu hai mai partecipato a competition tra bartender? Che esperienza ne hai conseguito, a cosa servono, se servono le competition per il settore e perchè…
Quale è, secondo te, il segreto per un cocktail perfetto? Quando un nuovo cliente arriva al tuo bancone cosa noti subito che ti possa aiutare a capire gusti e preferenze per creare il drink cucito su misura?
Non esistono segreti, al massimo servirebbe saper leggere nella mente! Un giorno, Leonardo Leuci, alla domanda ‘qual è il cocktail più difficile’ diede una risposta che potrebbe essere usata per fare delle magliette: il “fai tu”! Credo che l’unico modo per realizzare un cocktail perfetto sia ascoltare il cliente e non forzare la scelta, per dimostrare la propria bravura e conoscenza, che sono come un buon profumo: devono sentirsi ma non dare fastidio. Se il cliente ha voglia di un drink diverso da quello che beve di solito, guidiamolo nella scelta di qualcosa di nuovo. E se, invece, chiede un gin tonic, beh, chi siamo noi per contraddirlo?
Quale è il tuo spirito o ingrediente preferito e perchè? E quale il drink che preferisci bere e perchè?
Non è un mistero: la mia predilezione si orienta verso ingredienti vegetali, meglio se usati freschi. Gli studi che ho fatto sulle piante mi hanno portato a scoprire abbinamenti e servizi in sintonia con la figura del ‘Barman Giardiniere’. Proprio come per la grande tradizione del fabbro, che a casa ha le porte che cigolano, io non amo bere. Mi concedo qualche assaggio, per un’occasione particolare, ma se devo scegliere un drink, chiedo un Bloody Mary leggero.