Finale italiana della Torres Brandy Zero Challenge

Riccardo Cerboneschi

Riccardo Cerboneschi

È passato quasi un mese dalla finale italiana della Torres Brandy Zero Challenge. Appuntamento tenuto nel bar del ristorante All’Oro nel cuore di Roma. E fra poco si terrà la finalissima. Volevo approfittare per raccontare la nostra gara italiana, prima di sintonizzarci tutti sui social e fare il tifo per il nostro vincitore nazionale.

Fondata nel lontano 1870 da Jaime e Miguel Torres, questa azienda vinicola vedrà la sua prima distillazione nel 1928 grazie a Juan Torres Casals. Da allora, la casata Torres ha conosciuto tante sfide. Dal bombardamento dell’azienda nel ‘39 al primo, e non ultimo, riconoscimento internazionale come migliore brandy al mondo con Torres 20 nel ‘97, la storia di questa famiglia è una frenetica giostra alla ricerca della qualità.

Ma è nel 2010 che la compagnia riceverà il primo riconoscimento rilevante alla sfida che vi raccontiamo oggi. “Green Company of the Year” è il titolo con cui Drink Business, il tabloid inglese dedicato all’industria del beverage premierà Torres per il suo impatto e il suo impegno nel salvaguardare l’ambiente. 

Gian Maria Cardulli

Gian Maria Ciardulli

Così si traducono quest’oggi, i molteplici premi ‘green’ guadagnati dalla distilleria; una challenge moderna, attuale e di rilievo internazionale. La Torres Brandy Zero Challenge infatti, non si ferma al solo cocktail ecologico, ma vede oltre. L’importanza di un progetto di bar sostenibile è una parte essenziale per l’azienda che più di tutti conosce la difficoltà nel mantenere un sistema aziendale rispettoso dell’ambiente. Saranno quindi giudicati non solo i cocktail ‘green’ che i nostri concorrenti dovranno presentare, ma anche i progetti che porteranno e la loro capacità nel presentare un’idea originale e relativa al discorso di impatto ambientale. Fondamentale quindi gli argomenti come il zero waste o le energie rinnovabili.

Giovanni Miola

A giudicare la gara sotto la direzione del Brand Ambassador Italia di Torres Brandy,Andrea Corelli, abbiamo Antonio Parlapiano del Jerry Thomas Project, Laetitia Chaillou di Cocktail & the City e Francesco Fumagalli, noto architetto romano e fondatore e direttore di Linee Minime Studio. Quattro invece i finalisti che con chiavetta in mano e prep in borsa, si sono sfidati a suon di presentazioni e miscelazione davanti a giudici che vanno a ricoprire tutte le aree interessate per giudicare i progetti: Giovanni Miola di Simbiosi Palagianello in Puglia ,Gian Maria Ciardulli di Donna di Cuori a Livorno, Livio Morena del Drink Kong a Roma e per finire Riccardo Cerboneschi direttamente da Officina Milano, nel capoluogo meneghino. 

Una line up di tutto rispetto che vede come vincitore Livio Morena del Drink Kong con un cocktail accattivante e un progetto che andrà a ‘schiacciare’ la competizione (pun intended). L’esperto bartender del noto locale del rione Monti porta infatti un progetto dedicato al bar romano dove lavora.“Il mio progetto per Torres parte dall’idea di utilizzare la principale fonte di energia presente in un locale, ma anche in una città: le persone” dichiara Livio, che ci spiega come questa sua idea “prevede l’utilizzo di piastrelle per l’80% fatte di materiale riciclabile che convertono l’energia cinetica (i passi) in energia elettrica”. Una tecnologia relativamente nuova, che già viene utilizzata in alcune città e discoteche in Europa, ma non solo.“L’idea sarebbe quella di pavimentare le superfici maggiormente calpestabili di queste piastrelle. E ovviamente sarebbe una soluzione esportabile in diversi punti della città come ad esempio ingressi di musei o siti ad alta affluenza”.

Livio Morena

Livio Morena

Un’idea che non solo guarda nel proprio giardino quindi, ma facilmente replicabile e non per forza dietro le mura di un bar. Un progetto degno di un locale come il Drink Kong, visionario, all’avanguardia e trascinatore. Mandiamo al nostro Livio un grandissimo in bocca al ‘gorilla’, augurandogli che la sua lungimiranza lo possa portare sul cammino della vittoria!

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