FROM PARIS TO ATHENS, AND EVERY BAR THAT I GET IN, MY HEART IS PUMPING FOR LOVE PT.1

Sono passate ormai un po’ di settimane dal nostro viaggio a Parigi ed Atene ma sarebbe ingiusto non raccontare la nostra esperienza in due degli eventi più importanti della bar industry.

Davide Diaferia e Alessio Zaccardo

‘Freschi’ – si fa per dire – da un intenso press tour italiano, a bordo di un inossidabile Van, il 4 novembre iniziamo il nuovo viaggio, direzione: Parigi. Al di là dei nostri confini alpini c’è il primo evento della classifica Top 500 Bars creata da Anthony Poncier, noto anche per la rivista Cocktail Connoisseur con Mel Harvey. 

45 i bar italiani presenti in classifica, con varie new entries, come Giardino 25 by Gucci, Seta Garden Lounge (a breve un articolo sulla nostra esperienza da Carmelo), il Sal8 Bar Agricolo (già discusso in un articolo precedente), e tanti altri che riescono a rappresentare al meglio grandi e piccole realtà italiane: dal Quanto Basta e Laurus a Lecce, al Jeffer di Pisa, passando per la Campania, con il Dry Martini di Sorrento e Cinquanta Spirito Italiano a Pagani (anche qui, non perdetevi l’articolo sul nostro minitour partenopeo che uscirà a breve).

Quello che emerge, a prima vista, dalla classifica, è chiaro. Un’Italia forte, un’Italia presente (9% di bar in questa classifica sono italiani) ed un’Italia vasta con ben 11 città in rappresentanza del Bel Paese. Analizziamo più in dettaglio i dati. Milano regna con la quantità (17 bar), ma Roma scala meglio la vetta. Drink Kong di Patrick Pistolesi conquista il 10imo posto. La vicenda è ben nota, le notizie ormai corrono live sui social, tuttavia ci piace metterle nero su bianco ancora una volta, a testimonianza – semmai ce ne fosse bisogno – di quanto l’eccellenza della miscelazione italiana sia una solida, pardon, ‘liquida’ certezza, riconosciuta nel Globo. 

Anne Sophie che riprende la nascita del Ventricina Martini con Carmelo Licata e Enrico Scarzella

E la scena parigina del bar ci ha restituito questa forza. Girovagando per la ville lumière in compagnia Anne Sophie Vacher di Bruxo Mezcal, come fossimo nei vicoli trasteverini, per incontrarci col ‘Sor Falasca’, il bravo Lorenzo di Rem, nuova realtà romana di Trastevere in guest a Parigi. C’era Enrico Scarzella per il suo Velluto, insieme a Carmelo Licata di Seta. Come a dire: l’aria frizzante di Bologna con quella giovane e fresca d’Abruzzo (il Ventricina Martini, ricetta improvvisata, è una testimonianza delle nostre capacità di adattamento oltralpe). 

E poi Simone Mina, che si eleva in cattedra in uno dei più importanti Ron bar d’Europa, Bar 1802, parlando del suo distillato preferito, con Botran. Dalla cultura alla classe e all’alta miscelazione, manteniamo alta l’aspettativa. Matteo Di Ienno porta l’eleganza del Locale Firenze. Non è il solo. In questo ci distinguiamo anche con Martina Bonci, sempre elegante, come elegante è il suo Giardino 25 by Gucci. 

Martina Bonci da Classique Paris

Capito, no? Siamo degli stramaledetti modaioli, in una città che sulla moda non la manda a dire a nessuno. Del resto siamo quelli dei 45 su 500, capiamoci. Ovunque andiamo, troviamo sempre facce nostrane, amici cari. Parigi, insomma, parla tanto italiano. Fino all’ultimo, si può dire. Mancano poche ore prima della soirée di gala, ma nel pomeriggio salta fuori un altro pezzo di bar italiano. La guest di Benjamin Cavagna dal milanese 1930 al Public Cambridge House. L’orario rimanda alla mente un recente periodo intriso di difficoltà, ma per noi è pur sempre un’altra bandierina tricolore che avanza nel risiko del bar. Un’altra mossa vincente. 

Del resto Anthony, che conosce bene l’Italia, frequentandola spesso, è stato una presenza costante nelle ‘nostre’ guest. “Sono contento di questa presenza, l’Italia è il terzo paese con il maggior numero di locali nella Top 500 Bars”, dice.

Per onestà, non c’è solo l’Italia, ma anche tanta Europa, spaziando dal Giappone, all’India, agli Stati Uniti con NYC e poi Messico, etc. “E’ una ‘prima’, in assoluto, quindi non hai certezze, non puoi neanche fare raffronti. Però devo ammettere, con soddisfazione, che si tratta di una cerimonia globale”, sottolinea Anthony dopo averci confessato la preoccupazione iniziale.

Nel momento solenne ti accorgi poi di essere sul suolo di Francia, dove tutto funziona come deve, secondo il loro stile inimitabile, invidiabile quasi fino alla non sopportazione. 

Giampiero Francesca, Giovanni Angelucci, Ascanio Bastianelli, Siobhan Payne e Hannah Sharman-Cox

L’aria della cerimonia, durante e dopo, emanava l’essenza di un profumo francese. Un’autentica atmosfera parisienne chic. Rendiamo merito a Anthony, ma anche all’Hotel Lutetia e al suo bar, Joséphine. 

L’evento si è chiuso con successo, di pubblico e gradimento degli sponsor. Anthony sta già lavorando per il prossimo anno. Magari la cerimonia di inizio novembre a Parigi diventerà una nuova consuetudine “anche se ci sono cose da migliorare, ma ci stiamo già pensando”. Con questa immagine del francese felice, ci congediamo e prendiamo la via per l’aeroporto. Prossima meta: Atene e il suo consolidato Bar Show. 

Per un breve lasso di tempo ci sentiamo in mezzo a due realtà simili, ma diverse. A metà tra una nascente, di grande aspettativa, e una vissuta e approvata. E sappiamo che su entrambi i versanti abbiamo detto, diciamo e diremo ancora la nostra. 

Per il momento, au revoir et à bientôt, mon ami Anthony.

Adesso, ci attende un altro compagno di viaggio: Babis 

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