E’ stata una semifinale combattuta, all’insegna del divertimento e dell’amicizia, quella che ha visto impegnati il team del Porto Fluviale e quello del Caffè Propaganda di Roma, dietro al bancone del Banana Republic nella prima edizione dell’ Amaro de Angostura Versus Competition. A differenze di molte altre
gare, quella organizzata dal brand internazionalmente noto per il celeberrimo bitter, non è infatti una sfida fra barman, ma un vero duello fra bar. Ogni locale, selezionato per le semifinali, dovrà infatti portare sul banco della contesa due membri del proprio team, pronti a cimentarsi con tre diverse sfide: twist on classic, speed round e punch.
La sorte, simboleggiata da un bigliettino estratto alla cieca da un cappello, ha portato in dono ai primi sfidanti, due grandi classici della miscelazione, un “Old-Fashioned” ed un “Collins”, da rivisitare utilizzando minimo 30ml di Amaro de Angostura. E’ toccato così a Simone Verdone del Caffè Propaganda, aprire le ostilità, realizzando, nonostante la visibile emozione, due versione dei drink assolutamente aderenti agli originali, con l’aggiunta, a chiusura
del drink, dell’ Amaro de Angostura. Una scelta che ha sicuramente premiato in quanto a coerenza rispetto alla ricetta classica (uno dei parametri di valutazione della giuria), ma non ha altrettanto impressionato dal punto di vista della fantasia e dell’innovazione. Ispirandosi invece alla scena londinese degli anni ’80, stile che caratterizza il cocktail bar del Porto Fluviale, Emiliano Marchionni ha presentato due varianti che, seppur sempre collimanti con la tradizione, mostravano una vena più fantasiosa, valorizzando forse anche maggiormente il protagonista della gara, l’ Amaro de Angostura.
Neanche il tempo di un rapido conciliabolo della giuria ed ecco in pedana Lukasz Kloc, per il Porto Fluviale, pronto per una vera e propria gara contro il tempo. Obiettivo: realizzare dieci “Trinidad Sour” nel minor tempo possibile. La versione originale di questo drink, creato a New York dal bartender Giuseppe Gonzalez, prevedeva l’utilizzo di un’oncia (per la Gifford’s guide addirittura 45 ml!) di Angostura bitter, una di orzata, tre quarti di lime e mezza di rye whiskey, è stata successivamente adattata dall’azienda stessa
sostituendo il bitter con l’ Amaro de Angostura. Come un veterano del banco e delle gare, nonostante la giovane età, Lukasz Kloc ha sfoderato una prova magistrale, realizzando, in meno di 5’, i dieci “Trinidad Sour” previsti dalla prova. Un tempo molto simile a quello ottenuto dal suo sfidante, Biagio Gennaro, tradito però da un piccolo errore di dosaggio degli ingredienti. Una volta versati i cocktail nelle coppe, il secondo barman salito dietro al banco per il Caffè Propaganda, si è reso conto di dover realizzare un’ulteriore “dose” di drink per completare la sfida. Un ulteriore passaggio che ha fatto la differenza.
Si è giunti così alla terza prova, quella decisiva, con un leggero vantaggio del Porto Fluviale, forte della velocità e della sicurezza dei sui concorrenti. Una sicurezza messa alla prova dalla mistery box. Sette ingredienti, da utilizzare tutti o in parte, per realizzare un classico “Punch”. Lo scrigno del tesoro del Banana Republic, celava per la coppia del Caffè Propaganda, ingredienti simpatici e, a ben guardare, decisamente abitabili: un baby cocomero, una pianta di basilico, dei marshmallow, un tè roibos, un fischietto, un libro, Angostura Bitter, Rum Angostura e l’immancabile Amaro de Angostura. Con un ottimo lavoro di squadra e una buona dose di divertimento Simone Verdone e Biagio Gennaro hanno così realizzato un abbondante quantitativo di drink (la sfida prevedeva un minimo di 20 persone), utilizzando tutti gli ingredienti e aggiungendone altri come il succo di ananas (in cui hanno infuso a freddo il roibos), un liquore orientale, del succo di limone ed
altri ingredienti, in un continuo lavoro di addizione ed aggiustamenti. Leggermente meno fortunato il forziere del Porto Fluviale che, oltre all’intera linea di Angostura, nascondeva delle banane, una pianta di timo, del tè arancio e vaniglia, due ghiaccioli al gusto cola, un megafono ed un libro. Con grande goliardia e gioco di squadra Emiliano Marchionni e Lukasz Kloc hanno optato per una variante del “punch”, aggiungendo al variegato numero di ingredienti, come elemento fondamentale, un’intera bottiglia di bollicine italiane (sciabolate davanti al pubblico, per il divertimento ed il ludibrio degli astanti).
Sotto gli occhi soddisfatti del loro bar manager, Federico Tommasselli, i ragazzi del Porto Fluviale hanno così conquistato il pass per la finale del 14 luglio, convincendo, in tutte tre le prove la giuria. Ad attenderli, sulla spiaggia di Fregane, i due locali finalisti di Londra e il vincente della prossima sfida milanese.