Blue Rabbie: un cocktail in onore del Bardo di Scozia

Paolo Sanna

Paolo Sanna, bartender del Banana Republic di Roma

Nella vita ci sono coincidenze e ragioni per la maggior parte delle cose, se esiste Blue Blazer, questa rivista, molte di queste ragioni sono da attribuirsi allo Scotch Single Malt e a due persone in particolare: Paolo Sanna e Michelangelo Di Toma. Diversi anni fa, come tante persone ero un bevitore acerbo di whisky, non lo conoscevo se non marginalmente. Condotto da amici ad alcune degustazioni, mi si aprì letteralmente un universo, le degustazioni erano tenute da Michelangelo Di Toma, e il locale era il Banana Republic.
Per questo appena deciso lo speciale per il ‘Bobbie Burns Day’ ci è sembrato naturale andare da Paolo Sanna per chiedergli di prepararci un drink base Scotch, lui da fanatico del whisky qual è non se l’è fatto ripetere due volte e ci ha regalato il Blue Rabbie.
Ovviamente, come era lecito aspettarsi, il drink è un twist sul classico “Rob Roy”, e non poteva essere diversamente. Senza scomodare il “Robbie Burns Cocktail”, Paolo ha subito scelto un whisky non comune: un Wilson & Morgan  Glenrothes 1998, uno Speyside rifinito dagli imbottigliatori Wilson & Morgan in botti di  Marsala, un prodotto molto particolare e raffinato, che presenta delle note saline leggermente affumicate. Miscelato con Vermouth Martelletti, che nella ricetta ha la fava di cioccolato che si sposa incredibilmente con il Glenrothes, ha poi aggiunto l’Elisir di camomilla Bordiga, un preparato con l’achilea che è molto dolce e aromatica e completato il tutto con una grattugiata di Fava Tonka.
Interessante è come Paolo ha creato questo suo drink. Partendo da un’idea, un concetto espresso in primis su carta. Il suo processo creativo è stato infatti elaborativo, ragionato e non sperimentale. Era come se comprendesse le dinamiche alchemiche della miscelazione nella testa prima che nel palato. Alla fine di questo procedimento il drink era bello e fatto senza mai essersi alzato dal tavolo e senza aver mai toccato una bottiglia. Ora ovviamente andava realizzato e una decina di minuti dopo era pronto il nostro Blue Rabbie.

Nota Gustativa del Blue Rabbie:

A prima vista il drink appare subito di un colore ambrato e profondo, quasi tendente al bruno. Il profumo è erbaceo e ha delle note speziate di cannella e vaniglia, dovute alla fava di Tonka grattugiata, elemento che va a sostituire gli oli essenziali del zeste di arancia utilizzato nel classico “Rob Roy”. Il gusto è rotondo e bilanciato, tendente delicatamente al dolce, con note di frutta secca e uva passa e un magnifico e persistente sapore di cioccolato, nota chiara e presente sia nel whisky che nel vermouth usati. Non è

Il Blue Rabbie, un twist sul Roy Roy firmato Paolo Sanna

Il Blue Rabbie, un twist sul Roy Roy firmato Paolo Sanna

un drink beverino, ma va sorseggiato lentamente, e goduto a ritmo lento.

Ricetta del Blue Rabbie:

The Glenrothes Wlison & Morgan 1998. 50 ml.
Vermouth Martelletti. 30ml.
Elisir di camomilla Bordiga. 2,5 ml.
Grattugiata di Fava di Tonka.
Miscelato in mixing glass e servito in coppetta.

Con il nostro drink in mano abbiamo voluto fare una chiacchierata con Paolo Sanna:

Allora Paolo raccontaci la tua ‘prima Volta’, il tuo primo impatto con il whisky.

Io già bevevo whisky, e voi ve lo ricordate. Noi siamo stati uno dei primi locali che hanno lavorato il whisky di malto, non conoscendolo adeguatamente direi oggi, poi un giorno sono ‘inciampato’ su Michelangelo DI Toma, e lui mi ha fatto capire come si beveva il whisky di malto. Inciampare sul whisky di malto vuol dire che se lo hai apprezzato, non puoi farne più a meno. Non potrai più trovare un nettare più pregiato di questo. Da lì ho cominciato con lui una lunga collaborazione, proponendo delle degustazioni in cui accostavamo whisky di malto al cibo, per lo più nostrano e rivisitato in chiave internazionale. Ormai siamo quasi giunti alla trentesima degustazione, ed è così che mi sono realmente innamorato della Scozia e del whisky di malto.

In miscelazione: com’erano i primi drink e come hai approfondito questa pratica negli anni?

La preparazione del Blue Rabbie

La preparazione del Blue Rabbie

Le prime in realtà sono state semplici. Si segue da manuale quello che bisogna fare e lo si fa. Fare, quindi un comune Rob Roy o utilizzare anche le altre tipologie di whisky, il bourbon e i blended, questi ultimi due ancora molto semplici da abbinare perché non hanno la varietà di note che ha il whisky di malto, il tutto attenendosi alle regole base.
Per miscelare il whisky di malto ci vuole invece molto studio, bisogna conoscere i prodotti merceologici molto bene per abbinarli, e per la varietà di prodotti e per la varietà di sfumature che il singolo prodotto può avere. Per un Rob Roy, bisogna conoscere il whisky e le note del vermouth con cui andremo a miscelarlo. Per approfondire questo bisogna provare e riprovare, nel tempo ho compreso che un eccezionale vermouth da abbinare al whisky è il Martelletti. Ovviamente non è l’unico, un Glen Grant 10 yo si sposa incredibilmente con un Cinzano 1757 per fare un altro esempio. Bisogna insomma studiarli e provarli.

Molte persone trovano difficoltoso bere whisky di malto, per lo più perché non lo conoscono. Cosa diresti loro per aprirli a questo meraviglioso mondo?

Il whisky è un distillato che le persone tendenzialmente non conoscono, e non conoscendo il prodotto hanno un naturale timore nell’affrontarlo. La verità, credo, è che ogni persona, ognuno di noi, ha il suo whisky su cui inciampare. Bisogna solo essere guidati, magari da un maestro come Michelangelo Di Toma, e cominciare a comprendere i propri criteri gustativi per apprezzare questo prodotto. Da noi molte donne hanno cominciato a seguire le nostre degustazioni, e col tempo il numero è aumentato. Un pubblico lontano da questo prodotto generalmente, eppure pian piano si sono avvicinate e sono rimaste travolte. C’è di tutto ovviamente nell’offerta, whisky duri e whisky morbidi, altri affumicati e altri ancora dolci. Bisogna solo avere costanza e un po’ di spirito di curiosità e di intraprendenza, se così vogliamo dire, per aprirsi ad un mondo incredibilmente vasto e ricco. Dalla nostra solo coccolare il cliente e indirizzarlo nel modo migliore possibile. In modo da far comprendere che questa è una passione in cui possiamo inciampare tutti.

Per terminare, in una cena, come ce ne sono state tante qui, magari a base di haggis, cosa abbineresti?

Voglio sfatare la tradizione del haggis, sostituendolo con della nostra cucina, se dovessi abbinare il whisky non avrei dubbi nella scelta della carne, qualsiasi tipo per la verità. Le nostre carni pregiate, anche l’agnello o il maialino. Per esempio un affumicato si sposa benissimo con un maialino da latte, potremmo andare in Sardegna magari a bere un whisky. Sempre lo stesso lo possiamo abbinare ad una pancetta affumicata o a un guanciale sempre affumicato, magari di Norcia. Oppure un involtino di prugne si potrebbe abbinare ad uno meno affumicato, uno sherry finish. Bisogna tentare e provare.

Nicola

Poco incline al vivere civile, spendo il mio tempo tra film, politica e alcool ... Scuola antica, centri sociali, curva Sud, birrozzi e cattivi gin lemon, nel mezzo del cammin di 'mi vida' scopro che si può bere bene e in qualità. Perdo le brutte abitudini per delle nuove più esaltanti e convincenti. E come tutti quelli che non sanno fare scrivo, anche con una certa abilità. Cocktail preferito mint julep. Distillato preferito : Caol Ila duble matured

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