Cinque domande per reagire alla crisi: Agung Prabowo

Inauguriamo con questa intervista ad Agung Prabowo, co-proprietario e manager del The Old Man, l’iniziativa “5 domande per reagire alla crisi”. In queste ultime settimane di lockdown, infatti, abbiamo chiesto a bartender, manger e proprietari di ogni angolo del mondo come abbiano reagito piscologicamente alla chiusura e quali strategie, anche concrete, stiano adottando per la riapertura. L’intento di queste interviste è quello di restituire un senso di comunità e propositività ad un settore giustamente frustrato e scosso.

 

Ciao Agung, grazie innanzitutto della tua disponibilità. Raccontaci brevemente chi sei.

Agung Prabowo

Agung Prabowo

Ciao, mi chiamo Agung Prabowo, co-proprietario e fondatore di THE OLD MAN Hong Kong & Singapore

Puoi descrivere, in poche parole, il tuo bar, la sua atmosfera e la tua filosofia di bar?

gScendendo una piccola scala, The Old Man Hong Kong è nascosto in una stradina poco vistosa, appena fuori Aberdeen Street, la cui posizione è contrassegnata solo da un’insegna quadrata e da una lampada. Una volta varcata la soglia, tuttavia, è tutto fuorché insignificante. Con i suoi intimi  300 metri quadrati, l’interno di The Old Man è caldo e invitante, ricordando un elegante salotto piuttosto che un cocktail bar. Il bar a forma di “I” è la prima cosa sul quale cade l’occhio, dietro il quale è appeso il fulcro visivo dell’intero spazio: un’installazione d’arte customizzato che raffigura Hemingway. Le pareti adiacenti contengono ritagli quadrati che mostrano varie bottiglie di alcol e libri, un promemoria visivo delle inclinazioni letterarie del bar.
Icocktail vengono fatti dietro al bar, ovviamente, ma ci sono sgabelli piazzati attorno ai restanti tre lati, che permettono agli ospiti di sedersi ed osservare la mixology sperimentale in azione. Qui potranno anche apprezzare una delle caratteristiche distintive nel design del The Old Man: la striscia di  raffreddamento integrata al bar, che tiene i bicchieri appoggiati freddi.
Non ci sono bottiglie in vetrina dietro al bar, ma un ritratto di Hemingway – creato con i rimasugli della costruzione del locale – che guarda l’altra estremità del bar. I cocktails che facciamo potrei definirli “cocktail sperimentali”, ossia che usano molte tecniche culinarie e gadget da laboratorio durante la fase di preparazione per produrre un ottimo risultato e complessità nei drinks.
I cocktail al The Old Man pescano idee da una grande varietà di influenza dallo stesso Hemingway. I cocktail hanno infatti i nomi dei suoi libri.  I suoi libri e novelle hanno una grande connessione con i cocktail poiché ad Hemingway capitava di scrivere di cocktail o addirittura li beveva quando cercava

The Old Man

The Old Man

ispirazione.
Se dovessi comunque descrivere il The Old Man in poche parole direi… sexy, stiloso, sperimentale e diverso.

Venendo alla crisi che stiamo attraversando, come hai reagito umanamente, psicologicamente alla diffusione del virus e alla successiva chiusura?

Per cominciare, non avremmo mai creduto che questa pandemia avrebbe colpito l’industria dei cocktail bar. Che momento difficile non solo per il The Old Man ma anche per tutto il nostro settore!
Ha notevolmente smorzato le nostre vendite e, con esso, il morale della squadra. Non siamo in grado di incassare e allo stesso tempo abbiamo paura per la nostra sicurezza e quella della nostra famiglia. Inoltre, abbiamo anche paura di ciò che accadrà al nostri mezzi di sussistenza se non riusciamo a scavalcare questi tempi imprevisti e imprevedibili.

Quando ti è stata annunciata la fine del lockdown quali sono state le azioni concrete che hai messo in atto per far ripartire il tuo locale?

Penso che faremo un giro di shots con il team ed i nostri ospiti al bar (sorride, nda). Voglio sono celebrare la fine di questo breve periodo di “proibizionismo”. La nostra priorità numero uno è la salvaguardia del nostra staff e dei nostri ospiti. Seguiremo le regole del governo locale mantenendo sempre le misure di sicurezza sul distanziamento sociale, in particolare:

Winner take nothing

Winner take nothing

  • Approvvigionamento di mascherine facciali per lo staff di turno.
  • Annunci tramite i nostri social media per informare che il controllo della temperatura sarà effettuato all’ingresso del nostro locale. Chiunque sopra 37.5C° ​​non sarà autorizzato ad entrare.
  • L’entrata sarà negata ai nostri ospiti che sono stati all’estero negli ultimi 14 giorni.
  • Il controllo della temperatura verrà condotto a tutti gli ospiti e al personale prima di entrare nella sede.
  • Disinfezione delle superfici prima e dopo l’arrivo di ogni ospite.
  • Consegneremo disinfettante per le mani a tutti gli ospiti seduti.
  • Il controllo della temperatura verrà eseguito sulla porta
  • Gli ospiti dovranno indossare una maschera all’entrata.
  • Mantenere una distanza sociale di 1,5m tra gruppi di 4 persone al massimo.
  • Fornitura di buste di carta per conservare le maschere facciali

Cosa suggerisci a chi dovrà affrontare la fase di riapertura a breve?

Beh, penso che diverse città e paesi avranno regole diverse. È normale essere eccitati per questa fase di riapertura, ma bisogna ricordarsi che è solo l’inizio di questa era. Sopravvivere nel prossimo mese sarà un impegnativo poiché l’attività non sarà gestita come al solito. Un consiglio: fate attenzione al vostro flusso di cassa.

Giampiero

Dal cinema al whisky il passo può esser breve. Basta fare un viaggio in Scozia, perdersi magari nel cuore delle Highlands, e ritrovarsi a chiacchierare in un piccolo pub di Ullapool parlando di torbatura e imbottigliamenti. Nasce così una passione travolgente, girando l’Italia, l’Europa (e non solo) di degustazione in degustazione, di locale in locale... alla scoperta del meglio che questo universo può offrire. Cocktail preferito: Rob Roy Distillato preferito: Caol Ila 25 yo

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