Questa serata al lunedì è stata una serata speciale infatti non è per tutti riuscire a bere un drink miscelato dal mito Dom Costa. Dom Costa non è solo uno dei numi tutelari della miscelazione nostrana ma è anche una fucina di racconti, di peripezie e di storie intorno al mondo che ruota dietro al bancone. La biografia di Dom è la leggenda di un marinaio dei cocktail, che ha visto il mondo sulle navi tra giocatori professionisti, gentleman e ladies, marinai, barman. Un viaggio che lo ha portato a conoscere l’Asia, I Caraibi, Cuba e il Messico alla ricerca delle ricette originali dei drink classici. Partito da Vibo Valentia, ha girato il globo passando per Torino, Londra, San Francisco e Alassio.
Il menù del Liquid Cocktail bar della cittadina ligure nel 2010 al Barfestival di Rimini vinse il Diamond Award per la migliore lista di cocktail. Oggi questa istituzione, che ha anche lavorato alla revisione della lista IBA dei cocktail, è sbarcata dietro il bancone del Banana Republic, con lui un bastimento di prodotti distribuiti dalla Velier, la prestigiosa e storica azienda genovese di importazione di liquori e distillati. Un forziere carico dei migliori prodotti: Gin Hendrick’s, Carlo Alberto Vermouth, Buffalo Trace e dal Giappone lo Yuzu Yogocochi.
Il menù – La lista preparata per l’occasione prevede quattro cocktail, con la solita presenza di twist on classics. Ma iniziamo il racconto della serata dal più particolare il “Non Capisco…” (Pisco mosto verde Torontel, succo di lime, sciropo di zucchero, Yuzu Yogocochi, albume e Artiglio del tigre)una rivisitazione del Pisco Sour. Una ricetta molto particolare che vede l’utilizzo di ingredienti unici come lo Yuzu Yogocochi, un prodotto giapponese fatto dallo Yuzu, un agrume orientale, e l’Artiglio del tigre, un bitter realizzato da una preziosa miscela di erbe e spezie selezionate. Un sour senza ombra di dubbio che al naso rivela sentori di antichi e lontani liquori, mentre al palato predominano i sapori di mela verde, mandarino e umeboshi. Gli altri tre drink della lista sono tutte rivisitazioni di cocktail classici ma non usuali. Infatti il “I baffi di Satana”(Hendrick’s, Carlo Alberto Vermouth Rosso, Carlo Alberto Vermouth Dry, Monin Orange Curaçao e succo d’arancia) è un twist sul “Bronx”. Nell’aroma predomina l’odore dell’arancia dove, però, si possono intuire un ricordo di aghi di pino. Al palato è molto aromatico, con note balsamiche di pino ed eucalipto. Cambiamo quartiere ma si rimane a New York infatti il prossimo drink è un twist sul “Brooklin” il “Broccolino” (Sazerac Rye, Carlo Alberto Vermouth Dry, Amarot, Maraska Maraschino e orange squeeze & twist).
Una miscela dove è forte la presenza del whisky. Accostandolo al naso si avverte l’aroma dell’arancia dato dallo squeeze in cui poi si accendono i toni del rye. Assaggiandolo sono evidenti le note del whisky, e un corpo leggermente alcolico dalle belle note di frutta secca, nel finale una leggera ma persistente nota amara. Chidiamo la serata andando alle corse, gustandoci una variante del “Derby”, ovvero il “Corsa al galoppo”(Buffalo Trace, Carlo Alberto Vermouth rosso, Monin Orange Curaçao, succo di lime e orange twist). Un drink dall’aroma morbido che ricorda la cannella, al sapore si nota un carattere sour, decisamente acido che rimane in bocca fino all’ultimo sorso. Un drink gustoso ma non adatto a tutti i palati.