Banana Republic: Rocktails con Giuseppe Prosperi

Per questo lunedì si cambia musica al Banana Republic. Le melodie vintage del perfetto stile italiano lasciano il posto alle dure note del rock. Questo nuovo stile è dovuto al cambio di guardia dietro al bancone del locale, solo per questa serata, si destreggia con shaker e barspoon Giuseppe Prosperi, da sempre braccio destro di Paolo Sanna.

Paolo Sanna, Giuseppe Prosperi e Mirko Severini dietro al bancone del Banana Republic

Paolo Sanna, Giuseppe Prosperi e Mirko Severini dietro al bancone del Banana Republic

Giuseppe non è solo un ottimo barman ma è anche un grande appassionato di rock. Il menù che propone infatti è una cavalcata nella storia della musica attraverso i cocktail, drink da gustare anche con le orecchie perché la musica proposta al Banana Republic in questa serata accompagna le bevute, partendo da Elvis per arrivare fino al grunge. Ogni miscela sarà legata ad un mitico personaggio della storia del rock, ogni cocktail nasconde un riferimento alla musica che solo veri intenditori possono scovare.

Il menù

Questo menù verrà raccontato come un percorso nella storia della musica rock, quindi per introdurvi alla degustazione non c’è niente di meglio di un drink che voglia rappresentare l’universalità del linguaggio musicale, una miscela che viene servita in un crescendo alcolico: si tratta del “Motivo…Adagio…Andante…Vivace”. Questa miscela presentata alla Campari Barman Competition è una ricetta costruita musicalmente  dove ad ogni movimento corrisponde una variazione sul tema del cocktail; quindi “Adagio” (Campari, Amaro Gariga, elisir di camomilla, Tonico Varnelli), “Andante” (si aggiunge la soda), “Vivace” (con aggiunta del Bordiga Smoked Gin). Con il secondo drink iniziamo a scoprire il mondo del rock, e non si può che iniziare da The King ovvero Elvis Presley, però il cocktail non è ispirato al cantante ma al suo manager il mitico “Colonnello Parker” (Jack Daniel’s, Zuidan Genever, Vermouth del Professore e rabarbaro).  Gli ingredienti principali rispecchiano le due patrie del colonnello Parker quella adottiva, gli Stati Uniti, e quella natale, i Paesi Bassi.

Giuseppe Prosperi al lavoro

Giuseppe Prosperi al lavoro

Anche il terzo drink è legato alla figura del Colonnello Parker, infatti il “Bloody Grace” (tequila blanco, succo di pomodoro, succo di lime, sale affumicato, tabasco e Cajun hot sauce) è ispirato alla figura di Jimmie Davis, cantautore e governatore della Luoisiana, ma anche colui che diede l’appellativo di colonnello al manager di Elvis. Questo twist sul “Bloody Mary” vuole ricordare un drammatico avvenimento nella vita di Jimmie Davis: egli si trovò a giudicare il caso del ragazzo di colore Willie Francis, condannato a morte per omicidio e scampato alla prima esecuzione per un malfunzionamento della sedia elettrica. Dopo una seconda condanna della Corte Suprema, respinse la domanda di commutazione della pena in carcere a vita. Il nome è anche una citazione di un brano di Davies “Amazing Grace” che è  uno dei più famosi inni cristiani in lingua inglese cantato anche durante il periodo natalizio.  Una miscela nata sull’onda del pensiero e delle emozioni intorno al tema della grazia. Con il quarto drink entriamo negli anni ’60, la generazione degli Hippy. Come i giovani italiani sognavano la California  ascoltando i Mama’s & Papa’s, così Giuseppe Prosperi ascoltando il gruppo folk rock americano ha immaginato il “Monday Monday” (gin, succo di limone, sciroppo al timo e tintura al pepe). Un collins dal fortissimo aroma di timo, dal sapore inizialmente segnato sempre dal timo e concluso dalle note del pepe. A chi poteva essere ispirato un drink a base rum se non al più famigerato pirata del rock, infatti il “Malaguena” (Fernet Branca, Vermouth Amaro Cocchi, Ron Barcelò) è un omaggio sia a Keith Richards sia all’immaginario pop legato ai pirati. Il nome è derivato dalla canzone  che Richards suona nella sua apparizione ne “I pirati dei caraibi” . Il cocktail è totalmente alcolico, al palato si percepisce la parte caramellosa del rum e in seconda battuta si notano i sentori del Fernet Branca mentre le botaniche del vermouth si sposano perfettamente con le caratteristiche del distillato caraibico. Questo cocktail era stato proposto alla competizione “Pirates vs Captains” all’interno dello Showrum di Roma.

tutti i barman (e non solo) presenti al locale in posa dietro al bancone

tutti i barman (e non solo) presenti al locale in posa dietro al bancone

Infine arriviamo agli anni ’70 allo studio 5150 dove registravano le loro canzoni i Van Halen. Il drink si chiama “Fifty one fifty crazyned” (Cabo Wabo blanco, Choya Umeshu, mezza zolletta di zucchero, zest di lime e M&M’S). Il nome non è solo una citazione musicale ma anche un indizio sulle dosi della ricetta.  Il cocktail è un “old fashioned” base tequila perfettamente bilanciato, morbido e piacevole al palato. Le note del tequila sono ben equilibrate dalla presenza dell’umeshu, un liquore giapponese dall’anima agrodolce. Consigliabile anche a chi non è un patito dei distillati di agave.  Una nota di merito spetta alla scelta del tequila Cabo Wabo. Questa etichetta è stata fondata nel 1996 da Sammy Hagar cantante dei Van Halen dal 1985 e 1996 e grande patito di Messico e del suo distillato principe. Questa paternità è riscontrabile dall’illustrazione interna all’etichetta dove un jimador taglia l’agave con la chitarra elettrica.

Fabio

Iniziata la mia carriera bevendo sidro per tutti i pub del quartiere Prati di Roma, fatale fu un viaggio in Scozia che mi fece scoprire le gioie della birra e del Whisky, per poi consacrarmi al luppolo sulle strade del Belgio tra Trappisti e Lambic. Dal pub sottocasa al micro birrificio più sperduto, dal Manzanarre al Reno, dalla Gran Bretagna alla Scandinavia, in una costante ricerca della birra più introvabile; senza mai disdegnare un buon distillato o un ottimo cocktail. Birra preferita: La Duchesse de Bourgougne (una Flanders Red Ale della Brouwerij Verhaeghe Vichte) è stata per anni la mia compagna preferita; Cocktail preferito: MIlano – TOrino, in fondo siamo pur sempre italiani; Distillato preferito: Sarò uno dei pochi a dirlo ma…Scapa!

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