Breve guida alla “Milano da bere”

Per chi ci vive o ci ha vissuto (anche solo un po’), per chi la visita da turista o vi si reca per affari, l’atmosfera di Milano, fervente e lavoratrice, frenetica e divertente, non può che apparire unica. Per provare a raccontare la vita (notturne e non solo) di questa Milano da bere facciamo quindi un piccolo sforzo di fantasia ma anche un, personale, bel tuffo nei ricordi. Immaginiamoci così, appena Il Ritausciti dall’ufficio, giacca e cravatta di ordinanza, con la bocca secca e la voglia di staccare dalle fatiche del lavoro. Ogni buon milanese sa che esiste un solo luogo, nella sua città, in grado di soddisfare il meritato desiderio di aperitivo: i navigli. La zona di Milano attraversata da questo sistema di canali racchiude infatti, in poche centinaia di metri, almeno cinque dei migliori locali della città. Giunti su Ripa di Porta Ticinese non abbiamo, dunque, che l’imbarazzo della scelta. Per gustare un buon classico scegliamo però il Rita (Via Angelo Fumagalli, 1), dove Chiara Beretta ci preparerà un drink a base Campari (come il “Giulietta”, con il quale ha vinto la Campari barman competition del 2013), immancabile nei menù tradizionali dell’aperitivo milanese (Mi.To., Americano, Negroni). L’atmosfera conviviale, così lontana dal cliché di un fredda Milano, la compagnia, i moltissimi clienti che gremiscono il piccolo locale, ci aiuteranno a scrollarci di dosso quel che resta di una giornata pesante. Con la mente più libera e il nodo alla cravatta più lento potremmo allora girare semplicemente l’angolo per raggiungere uno dei templi del drinking della città: il Mag Cafè (Ripa di Porta Ticinese 43). Non vi lasciate influenzare dalla folla che si accalca davanti all’ingresso, quella che vi attende è davvero un’esperienza unica. Probabilmente non troveremo posto a sedere ma, se saremo fortunati, scorgeremo dietro al banco  Flavio Angiolillo, perfetto padrone di casa e straordinario bartender, accompagnato dal suo magnifico team. Il menù, in cui i nomi dei drink riprendono le date di nascita dei barman del locale, appare perfetto tanto per un aperitivo (da provare il “Milanese”) quanto per un after dinner (sublime il “6 Novembre”). Fosse per noi, probabilmente, concluderemmo qui la nostra serata, degustando, una ad una, tutte le splendide creazioni di questa carta. Ma la nostra voglia di sperimentare ci porta altrove, ancora una volta a pochi metri dall’ingresso del Mag. Basta infattiLa redazione di blueblazer al Mag percorre un solo isolato per trovarsi davanti al Pinch (Ripa di Porta Ticinese, 63). Anche qui saranno poche le nostre speranze di trovare un posto a sedere. Il desiderio di lanciarci verso nuove frontiere del bere è però più forte della nostra stanchezza (e pigrizia). E’ infatti la ricerca la spinta che muove i ragazzi di questo nuovo locale, con esuberanti aromatizzazioni al fumo di sigaro o abbinamenti arditi (provare “Il dolce e l’amaro” per credere). Il risultato, va detto, non è sempre esaltante, ma l’idea di provare ricette tanto particolari davanti ad un numero così elevato di clienti è, secondo noi, comunque da premiare. A questo punto si pone davanti a noi una scelta di campo. Potremmo infatti concludere la nostra serata muovendoci, a piedi, intorno al Naviglio Grande, oppure decidere di attraversare la città, in auto o metropolitana, per provare altre atmosfere. Se scegliessimo la prima alternativa, attraversando uno dei caratteristici ponti che collegano le due sponde del canale, ci troveremmo davanti a Luca e Andrea (Alzaia Naviglio Grande, 34), storico ritrovo milanese per chi ama il bere di qualità, per concludere poi la giornata rilassandoci al Doping Club at  the Yard Hotel (Piazza XXIV Maggio, 8), locale dal clima sicuramente più disteso, dove Massimo Stornati ci traghetterebbe verso l’ultimo drink di questa intensa nottata. Noi però, abbiamo anche un po’ fame, così abbandoniamo la movida dei navigli per raggiungere un locale ottimo tanto per i cocktail quanto per la pizza: il Dry cocktail e Pizza (Via Solferino, 33). Lì, mentre Guglielmo Miriello ci prepara un grande classico (un “Hanky Panky” o magari un “Martinez” presi dal loro ricco menù), avremo il tempo di rifocillarci in una delle migliori pizzerie di Milano. Con la mente ormai completamente rilassata e lo stomaco pieno riprenderemmo così la nostra automobile per giungere nel sancta sanctorum della miscelazione milanese, il Nottingham Forest (Viale Piave, 1). Per chi non conoscesse questo piccolissimo locale e il suo padrone di casa, Dario Comini, provare le sue creazioni sarà una vera esperienza. Arrivato ad occupare la lusinghiera posizione n.15 nella classifica dei World’s 50 best bars, per descrivere questo locale potremmo dire che le proposte del Nottingham Forest  stanno 1930al mondo del drinking come quelle di Ferran Adrià alla cucina. Inimitabile e assolutamente da provare. Giunti orami alle ore piccole la Milano da bere non lascia molti spazi a chi, come noi, vuole godersi il bicchiere della staffa. Le rigide regole comunali impongono infatti ai locali di chiudere tassativamente alle due. Esiste però un club davvero esclusivo in cui è possibile godere del piacere di un buon bicchiere fino alle quattro del mattino. E’ il 1930 (indirizzo misterioso), altra “creatura” di  Flavio Angiolillo e Marco Russo, vero pardone di casa di questo locale. Speakeasy in perfetto stile proibizionista questo locale è la meta ideale per concludere la nostra giornata. Un clima accogliente e rilassante, un atmosfera d’altri tempi, un menù ricercato e ampio (come definire altrimenti cocktail come il “Bogdan Bridge” preparato con un whiskey infuso all’aringa affumicata o il “Martesana” la cui ricetta prevede, fra gli altri ingredienti, un distillato di gorgonzola) fanno di questo club il perfetto punto di arrivo del nostro tour.

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