Les amis de l’Argot con Enzo Tana

Se vi avessero chiesto, solo alcuni anni fa, di andare a provare una gustosa “polibibita” in un “qui si beve” avreste probabilmente guardato il vostro interlocutore con un sguardo perplesso ed interrogativo. La miscelazione futurista ed i suoi termini autarchici erano infatti quasi del tutto sconosciuti al pubblico (ed agli addetti ai lavori), eccezion fatta per quel manipolo di studiosi e ricercatori, capitanato da Fulvio Piccinino, che, per passione, ripercorreva già allora le orme di Marinetti e dei futuristi. Oggi però, dopo

Enzo Tana all’Argot

alcuni anni di faticosa diffusione sul territorio, di seminari organizzati in tutta Italia, di un capillare e approfondito lavoro di divulgazione culturale,  le miscele create dal movimento dei primi del ‘900 trovano spazio in molti locali. Locali che, affascinanti dalle stravaganti idee di queste “polibibite” e dall’uso di prodotti nazionali (spesso molto particolari) ripropongono ricette originali, come “La giostra d’alcool” o “Le grandi acque”, o personali rivisitazioni ispirate però sempre ai dettami del movimento. E’ questo, ad esempio, il caso di Enzo Tana, barman del Business Cafè di Casoria, in provincia di Napoli, sbarcato a Roma, nell’accogliente salotto dell’Argot, portando con sé una buona scora di prodotti campani e una valigia di racconti e storie futuriste. Come tutti gli “amici dell’Argot”, anche il bartender partenopeo, ha infatti offerto al pubblico del locale, la propria, personale, esperienza dietro la banco, proponendo la sua personalissima versione delle polibibite.

Il menù de Les amis de l’Argot con Enzo Tana

Il menù proposto da Enzo Tana per questa serata di miscelazione futurista proponeva una lunga serie di miscelati, per lo più ricavati direttamente dal ricettario futurista. Parliamo di polibibite note, come appunto la “Giostra d’alcool” (Barbera d’Asti, Campari, Cedrata Tassoni) di Enrico Prampolini, forse il più equilibrato dei drink pensati dal movimento, e di miscelati meno noti, come la “Scintilla” (Nocillo, Genziana, Assenzio Dedo Pallini, Liquore al ginepro Origine) di Fortunato Depero, davvero profumato e gustoso con note decise di anice che, tanto la naso quanto in bocca, pervadono sin dal primo sorso, o la

Un momento della serata

“Rosabianca” (Campari, Liquore alla Rosa Bianca Origine, succo d’arancio filtrato, Mistrà Pallini), polibibita equilibrata in cui si percepiscono le note amare del campari e dell’arancia in modo netto arricchite e profumate dalla rosa e dall’anice. Fra le reinterpretazioni personali, accanto ad un accattivante “Donna Rosina” (Grappa Nardini, Strega Alberti, succo di limone, sciroppo di zucchero, albume d’uovo, flot di vino aglianico), che sfrutta le caratteristiche di due eccellenze nostrane come la Grappa Nardini ed il liquore Strega, stupisce il “Teatro della sorpresa” (Campari, vino aglianico, Gassosa Fardella, Nocillo Leanza). La rivisitazione de “La Giostra d’Alcool” di Enzo Tana si caratterizza, in primis, per la forte presenza del vino che ammanta con il suo gusto l’intera polibibita, con un finale piacevole e persistente. La guarnizione del miscelato, un quadrato di formaggio autoctono, tipica del pensiero futurista, restituisce inoltre, al naso, profumi stravaganti, diversi da quelli che ci si attenderebbe di trovare in un cocktaill, per un’esperienza piuttosto particolare.