Buon compleanno ‘Barber shop’ con i ragazzi del Quantobasta

Il Barber shop di Roma (via Iside, 6) compie un anno. Per festeggiare lo speakeasy “al  Colosseo”, regno oggi del bartender Joy Napolitano, sono stati chiamati da Joy in persona diversi  amici e colleghi per una guest­night. Siamo andati a trovarlo quando a miscelare dietro al  bancone anni ’20 c’erano Andrea Carlucci e Diego Melorio direttamente dal Quantobasta di  Lecce, locale premiato agli ultimi Barawards di

Andrea Carlucci e Diego Melorio dal barbiere

Andrea Carlucci e Diego Melorio dal barbiere

Bargiornale. Forti di quel successo e della ormai  consolidata presenza che hanno acquisito in breve tempo nel loro ‘territorio’, Diego e Andrea  sono sbarcati a Roma per una notte ‘dal barbiere’. Anche il Barber shop è una realtà  relativamente recente che sta conquistando uno spazio sempre di maggiore attenzione da parte  del pubblico che scopre con piacere l’accesso nei ‘sotterranei’ di un vero e proprio negozio da  barbiere, per catapultarsi in inaspettate atmosfere retrò. Per l’occasione, i ragazzi del  Quantobasta hanno ideato una veloce drink list, fatta a base di gin, tequila, mezcal e bourbon. Il  “Frexico” è una gradevole e fresca combinazione di Tequila e Mezcal, con lime spremuto al  momento e addolcito dallo sciroppo d’agave. Il drink è leggero, allungato con il ginger beer e  profumato nel finale con l’aggiunta di Angostura bitter e dalle foglie di menta. Una sorta di  “Tommy’s margarita” in versione “Collins”, con le note del mezcal che emergono per donare un tocco  più personale. Il “Flower smash” è un altro drink molto fresco, profumato, con un finale acidulo  molto piacevole. Le note alcoliche del bourbon sono qui ammorbidite dal liquore alla camomilla.  Ben più azzardato il “Chinese man” a base di gin, succo di pompelmo giallo, zucchero liquido e

Joy Napolitano, Matteo Siena, Andrea Carlucci e Diego Melorio

Joy Napolitano, Matteo Siena, Andrea Carlucci e Diego Melorio

Alpestre (riserva 4 anni) un distillato di 34 erbe e piante officinali di lunga tradizione nostrana. A  chiudere il ‘giro’ un altro cocktail a base gin, “John”. Nome a parte, il gusto e l’aspetto lo declinano  al ‘femminile’ con una certa delicatezza ricercata. Una creazione che gioca con le spezie (pepe  del Madagascar) e profumi (acqua di rose) strizzando l’occhio al palato delle donne con la  presenza del passion fruit e una spuma alla vaniglia.  Andrea e Diego in veste di ‘ospiti’ hanno gestito il banco come hanno ormai abituato i loro clienti,  con una grande umiltà e simpatia riconosciuta da tutti. Al termine della serata Blueblazer ha  consegnato sia a loro che al Barber Shop la ‘targa’ come locali presenti nella guida.

Gaetano Massimo Macrì

Martiniano. Bartender/giornalista. Insegnante di quello che – seppur in molti sembrano esserselo dimenticato – va sotto la voce di “American Bar”. Tradotto significa: esigente bevitore al bancone e miscelatore ignorante, perché, come scriveva un ‘collega’ degli anni ’30 del secolo scorso (Elvezio Grassi in “1000 misture”) l’essere un buon barman è “sapere quanto poco noi sappiamo”. Mi sembra un ottimo punto di partenza. Per questo motivo vado in giro per locali, alla ricerca del mio perfetto martini cocktail, nonché del mio bartender di fiducia. Un po’ Ernest Hemingway, un po’ David Embury, un giorno scriverò anche io una ‘bartender’s guide’ o qualcosa del genere. Infine, ma assolutamente non da ultimo per importanza, ecco alcune disposizioni per chi fosse interessato a farmi da bere. Colui che mi preparerà un buon Americano, avrà la mia simpatia. Colui che saprà costruirmi un Boulevardier degno di nota, otterrà la mia riconoscenza. Se, poi, non solo non disdegnerà un Old Pal, ma sarà in grado di equilibrarmelo nella coppetta, godrà di tutta la mia più profonda stima. Il martini, tuttavia, è un’altra faccenda.

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