Head to head bar competition: la seconda sfida

Si è svolta ieri notte la seconda serata del Head to Head Bar United Competition, una sfida ad eliminazione diretta tra barman, che si svolgerà nel corso di 8 serate, un vincitore in ogni serata e una nona (la finale) che decreterà l’unico vincitore della competizione. Nell’incantevole location di Spirito (in Via Fanfulla da Lodi 53, speakeasy bar sito dentro la Premiata Panineria Pigneto), nuova realtà nel panorama romano dei drinking bar, si sono confrontati sette partecipanti (Andrea Terenzi non ha potuto partecipare per cause di forza maggiore), che sono: Giuseppe Stasi; Simone Cilea; Daniele Quinzi; Alessandro Cofini; Daniele Volpe; Michele Ferruccio; Luca Di Carmine. Giudici della competizione, Patrick Pistolesi (Barnum Cafè), Raffaele Rendina (enologo, Rosso Peynaud) e Valentina Bertello (Spirito), che hanno valutato i drink secondo i criteri della presentazione, del gusto e della tecnica eseguita.

Lela Ernandes, bartender di Spirito, ha presentato il bancone alla giuria e ai partecipanti mostrando alcuni sciroppi e alcuni home-made del locale, seguendo, come da regolamento, i partecipanti in ogni sfida, assistendoli nell’individuare gli ingredienti e le materie prime necessari per la preparazione dei drink.Head to head bar competition: la giuria

Nella prima sfida viene sorteggiata, come base per la preparazione, la Tequila; la giuria ha quindi scelto l’Espolon Blanco. Più interessante la seconda sfida, con protagonista il whisky. I giudici non hanno perso tempo a decidere selezionando il Johnnie Walker Red Label, un prodotto sicuramente meno nobile e per questo un sicuro banco di prova eccellente per una sfida. Con una base così si è obbligati a dare spazio alla creatività. Nella terza sfida, condotta da tre partecipanti per la necessità di sopperire alla mancata partecipazione di un concorrente, è stato scelto il Cocchi Americano. In questa ultima sfida, vale la pena segnalare, tra i tre il Martinez realizzato da Michele Ferruccio (Gin, Biancosarti, bitter mandarino, cardamomo e spuma). I giudici, severi ma pertinenti nel motivare la loro scelta, hanno deciso poi il passaggio del turno per i quattro: Stasi, Quinzi, Ferruccio e Di Carmine.

Nella semifinale è ovviamente aumentato il livello di difficoltà; nel primo incontro, tra Stasi e Quinzi, è stato introdotta la penalità di dover fare un drink per due persone nel medesimo tempo. Il liquore scelto Plantation Rum Extra Dark. Nel duello Stasi ha espresso sicuramente il miglior Cocktail. Nella seconda semifinale, sicuramente più combattuta, la penalità è stato un secondo liquore sempre a scelta della giuria, i due prodotti sono dunque stati:  Vermuth Carpano Antica Formula e il Ricard Pastis. Anche in questa sfida Ferruccio ha mostrato con un ardito Mule, di meritare la vittoria.

Finale

Almeno 40 ml di mirto! Ecco l’ultima penalità per la sfida finale. Piovono battute, liquore dolciastro il mirto, molto complicato da mixare.

Stasi propone un mirto con Johnnie Walker, sciroppo pimento, bitter orange, limone e bianco d’uovo. Ferruccio, decide invece per una americano: Campari, Cocchi Vermuth, mirto, spuma aromatizzata al passion fruit. Grande la tecnica espressa nella serata da tutti, e livello si è mostrato molto alto in generale. Soprattutto rispetto alle richieste, opportune dei giudici, che hanno che si sono mostrati esigenti e altrettanto giusti, nel giudizio decretando la vittoria della seconda serata a  Michele Ferruccio.

Abbiamo scambiato due chiacchiere con il vincitore.


BB: Prima di complimenti, e raccontaci un po’ la tua storia, com’è nata questa passione?

MF: Sono nato in Basilicata, a Tramutola in provincia di Potenza. Ho ventitré anni, i mie genitori possiedono un bar di paese, e subito, sin da piccolo, mi sono reso conto che questo mondo, questo mondo ‘alcolico’, questo mondo del distillato, dello spirito del liquore era il mio mondo. Non sono un gran bevitore in verità, ma ero comunque stregato.Head to head bar competition: il vincitore

BB: Dove hai cominciato?

MF:Ho iniziato a fare pratica, circa tre anni fa, in una paninoteca Trastevere, lì si facevano i cocktail classici, e quelli più popolari, ma poco dopo il mio arrivo si è trasformato, di giorno paninoteca, di sera un vero cocktail bar. Poi incontrai ad un corso di bar/chef Mattia Perciballi (capo barman del Fluid), una persona strepitosa. Al corso imparai molto di sciroppi home-made, e di conoscenza merceologica di ogni tipo. Non ultimo la fortuna di poter esprimere questo fattivamente in un locale, all’Odd Room a San Lorenzo. Lì molte persone si sono appassionate al mio modo di lavorare. In buona sostanza a sostenermi è stata una passione maniacale per quello che faccio. Mi capita di sognare un drink e di svegliarmi alle 5 del mattino e correre ad appuntarmi una ricetta, o di prolungare il mio orario di lavoro per sperimentare un nuovo drink.

BB: E’ la prima competizione a cui partecipi?

MF: No, sono approdato alle semifinali del Diplomatico World Tournament, che si è tenuta una decina di giorni fa Jerry Thomas, non sono approdato alla finale di Milano, ma sono molto contento perché persone come Antonio Parlapiano e Tom Costa mi hanno sostenuto, e per me è stato molto significativo. Ho notato che nella gara di stasera l’ansia mi molto diminuita e mi sono sentito a mio agio.

BB: L’ansia te la rifaccio salire io, ricordandoti che incontrerai di nuovo Antonio, il primo dicembre per la finale di Head to Head bar competition nel tempio del bere romano che è il Jerry. Un’ultima domanda, sul ruolo del barman, tu sei un barman molto silenzioso e composto, ti vedo molto come un barman da Hotel, da Grand Hotel.

MF: Si, hai ragione infatti Il mio barman preferito è Marian Beke, forse il barman più introverso al mondo. Riuscirei pure a fare una battuta in più al cliente, ma preferisco rimanere sulle mie, per dare un segno di professionalità a quello che sto facendo.

Su Michele Ferruccio vogliamo fare nostra una battuta detta da Valentina Bertello durante la competizione sul suo essere molto silenzioso: ‘.. per lui parla il sapore che rimane nella bocca..’.

Nicola

Poco incline al vivere civile, spendo il mio tempo tra film, politica e alcool ... Scuola antica, centri sociali, curva Sud, birrozzi e cattivi gin lemon, nel mezzo del cammin di 'mi vida' scopro che si può bere bene e in qualità. Perdo le brutte abitudini per delle nuove più esaltanti e convincenti. E come tutti quelli che non sanno fare scrivo, anche con una certa abilità. Cocktail preferito mint julep. Distillato preferito : Caol Ila duble matured

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