Head to Head Competition Seconda edizione: 7° tappa Porto Fluviale

Per questa settima tappa la competizione si sposta nel quartiere Ostiense divenuto in questi ultimi anni uno dei poli più interessanti della vita serale romana. Il quartiere immortalato e reso noto dalle pellicole di Ferzan Ozpetek sta vivendo un vero e proprio rinascimento tra arte urbana e vita mondana. Alle spalle della Piramide, tra il Gazometro e Testaccio prima di raggiungere il Ponte di ferro troviamo via del Porto Fluviale dove è situato l’omonimo bistrot. Barman Resident del locale è Federico Tomasselli (secondo alla scorsa edizione dell’Head to Head) che per questa tappa avrà il duplice ruolo di giurato (insieme all’enologo Raffaele Rendina e al nostro direttore Giampiero Francesca) e di Cicerone presentandoci il nuovo bar di Porto Fluviale. Innanzitutto come al solito piace soffermarci sugli homemade e in questo caso troviamo lo sciroppo al sambuco, la purea di lamponi e succhi freschi di cramberry e di arancia, poi cinque pre-butch con drink già preparati. Per questo bancone diamo un’occhiata anche ai ferri del mestiere in

La giuria

La giuria

particolare la macchina del ghiaccio in grado di fornire ben tre tipi diversi di ghiaccio: le nuggets per i collins, il classico ghiaccio a cubi e lo shizaki; infine notiamo curiosi bicchieri come i Catalina o “Napoli”, per i collins, che sicuramente attireranno la fantasia dei contendenti.

La fase a gironi

La prima batteria di partecipanti, Biagio Gennaro, Stefano Bartoni, Francesco De Santis, si trova ad affrontare un classico Cognac Martell. Com’era presumibile ben due sfidanti optano per un “Sazerac”: Bartoni con il suo “Nino” (60 ml di Martell, soda e Peychaud per sciogliere la zolletta e zest di arancia) e De Santis con il “Franky Sazerac” (60 ml di Martell, 10 ml di “Hanky Panky” del Porto Fluviale e 1 dash di assenzio). A stupirci è Biagio con un Luoisiana cocktail: il Joseph Roffignac (35 ml di Martell, 30 ml di sciroppo al lampone, soda, un pizzico di sale maldon e menta per guarnire). Per la seconda batteria ecco dalla ruota uscire la

I sei concorrenti

I sei concorrenti

liquoristica straniera, così dopo la scelta della giuria si prospetta per Manuel Sciaudone, Angelo Doneddu e Giuseppe Prosperi una sfida a colpi di Chambord. Sciaudone e Doneddu scelgono per un fizz, il primo un “Silver fizz” (45 ml di gin Beeefeater, 30 ml di Chambord, 30 di succo di limone, sciroppo di zucchero, bianco d’uovo e soda) il secondo un “Non lo so” (40 ml di Beefeater, 45 ml di Chambord, 15 ml di sciroppo di zucchero e birra Nastro Azzurro). Prosperi ci offre invece una sua versione del “Presidente” dall’irriverente titolo “Non mi compete” (30 ml di Chambord, 60 ml di Bacardi Bianco, 2 dash di Dry Orange).

Semifinali

Per la prima semifinale Angelo Doneddu vs Biagio Gennaro il tempo scorre in fretta, infatti i due avranno 30 secondi in meno per far risaltare nei loro miscelati la vodka Zubrowka. Per Angelo “Le jeux son faint” (30 ml di Zubrowka, 30 ml di Frangelico e Angostura) mentre Biagio decreta “L’ultima palabra” (30 ml di Zubrowka, 30 ml di Pisco Barsol, 20 ml di succo di lime, 20 ml di Maraschino Luxardo e 20 ml di Chartreuse Verde). Nella seconda sfida Giuseppe Prosperi e Stefano Bartoni devo fare uscire le bollicine con il rum white overproof Wray & Nephew. Prosperi realizza un drink con 60 ml di Wray & Nephew, 15 ml di sciroppo di zucchero, 15 ml di Rabarbaro Zucca, 30 ml di succo di lime e top di soda, mentre Bartoni prepara il suo “Mo’ t’acchiapo” (45 ml di Wray & Nephew, 20 di agave syrup, 10 ml di succo di lime e top

Biagio Gennaro

Biagio Gennaro

di Warsteiner).

Finale

Per i finalisti Giuseppe Prosperi e Biagio Gennaro una sfida ardua 50 ml di China Clementi e Jack Daniel’s da unire in miscelazione. Biagio continua sulla via per New Orleans con un “Vieux Carrè” dal colto nome “Antoine’s Never Taste” (30 ml di Rye Whiskey Bullettin, 20 ml di Jack Daniel’s, 50 ml di China Clementi, 50 ml di Carpano Antica Formula, Peychaud e maraschino) mentre Prosperi si richiama alle sue radici di rocker citando Vasco Rossi nel suo “Fegato, fegato spappolato” (30 ml di Campari, 50 ml di China Clementi, 30 ml di Jack Daniel’s, 5 ml di Branca Menta e Lemon peel). A vincere e così a giocarsi la finale è Giuseppe Prosperi.

L’intervista al vincitore

Ciao Giuseppe, raccontaci la tua storia?

Come molti sanno lavoro al Banana Republic, ormai da sei anni,  e questa per me è stata una vera palestra anzi (ridendo) è stato come fare il militare che per mia fortuna avevo scampato essendo nato nel 1986. Qui

Giuseppe Prosperi

Giuseppe Prosperi

ho avuto un ottimo maestro, Paolo Sanna.

Come ti sei trovato ad affrontare la sfida della finale?

La liquoristica italiana è un campo che conosco benissimo perché più o meno in tutte le ricette che preparo, che siano i Rocktails o drink normali, c’è sempre come ingrediente fondamentale un liquore italiano. Da questo punto di vista sono stato un po’ agevolato, però la gara è molto complicata e stressante quindi tutte le conoscenze pregresse spariscono velocemente quando sei dietro al bancone. A me aiuta nel preparare drink degni di nota fare sempre richiami alla musica rock.

Raccontaci cosa sono i Rocktails?

È un progetto già presentato al Banana Republic. In realtà il primo menù rock risale, addirittura, a tre anni fa, però è stato battezzato e proposto al pubblico solo un anno fa. Siccome non sono molto ferrato sulla storia della miscelazione preferisco raccontare storie più personali collegate ad un ambito diverso; ma non

Il vincitore

Il vincitore

perché non mi interessi ma per fornire al cliente qualcosa di innovativo, ormai sono tanti i locali dove si beve bene e tanti i barman che conoscono a menadito la storia della loro professione. Per questo ho scelto la musica, un argomento alla portata di tutti; chiunque infondo conosce un gruppo una canzone. Visto che con i drink noi vogliamo dare un’emozione perché non legarla alla forma d’arte più conosciuta, poi che sia rock o un altro generale è relativo, ma siccome io sono un patito di rock preferisco legarli alla storia di quest’ultimo.

Ovviamente lavorando al Banana Republic non possiamo non chiederti qualcosa sul Perfetto Stile Italiano?

Da sempre questa serie di serate sono legate al lunedì del Banana Republic ormai un appuntamento fisso per gli appassionati di miscelazione e non solo qui a Roma. Prima il concept era molto più libero, nato nel momento della moda del barman, ora sono due anni che abbiamo sposato l’idea del Perfetto Stile Italiano. Questa idea è nata dal considerazione della varietà e importanza della produzione italiana, anche se come raccontano i maestri della miscelazione sono difficile da utilizzare perché già pronti da bere nella bottiglia, se si riesce a trovare il giusto prodotto per quel drink allora diventa molto interessante l’uso e lo studio delle possibilità offerte dalla liquoristica italiana. La scelta è quella di valorizzare i nostri prodotti per completare i prodotti stranieri. Ognuno si rispecchia nelle proprie origini ed è giusto che noi ci rispecchiamo nelle nostre.

 

Giampiero

Dal cinema al whisky il passo può esser breve. Basta fare un viaggio in Scozia, perdersi magari nel cuore delle Highlands, e ritrovarsi a chiacchierare in un piccolo pub di Ullapool parlando di torbatura e imbottigliamenti. Nasce così una passione travolgente, girando l’Italia, l’Europa (e non solo) di degustazione in degustazione, di locale in locale... alla scoperta del meglio che questo universo può offrire. Cocktail preferito: Rob Roy Distillato preferito: Caol Ila 25 yo

Leave a Reply