Jerry Thomas Speakeasy Friendly Competition 2015

In un mondo complesso e vario come quello del bartending, spesso attraversato da  eccessiva animosità

Roberto Artusio assapora un drink della gara

Roberto Artusio assapora un drink della gara

che rasenta l’acredine, in cui le competizioni divengo spesso un pretesto per alimentare polemiche e rivalità, giornate come quella organizzata dal Jerry Thomas Project servono a riconciliare e rasserenare l’intero ambiente, mostrandone il volto migliore. Come ogni anno si rinnova infatti l’appuntamento con la Jerry Thomas Speakeasy Friendly Competition, una gara sui generis creata come appuntamento annuale da Roberto Artusio, Leonardo Leuci, Antonio Parlapiano e Alessandro Procoli, per permettere ai barman di scambiarsi gli auguri e  condividere, divertendosi, la propria passione per il bar. Più che in ogni altra sfida o manifestazione è però l’aggettivo “friendly”, amichevole, a caratterizzare la serata di Natale di Vicolo Cellini; come in una rimpatriata fra amici, che si ritrovano dopo un anno di duro lavoro, il clima dello speakeasy è infatti caldo, accogliente, spensierato e sereno. In qualche modo magico. Così, mentre dietro al fornitissimo banco i dodici sfidanti propongono le loro personali variazioni sul tema “Agave Spirits & Mexican Culture”, con lo stesso Roberto Artusio e Cristian Bugiada giudici appena rientrati dal Messico (lo scorso anno era toccato a Fulvio Piccinino e alla sua miscelazionene futurista l’onore di dare il tema alla

Il Jerry Thomas gremito

Il Jerry Thomas gremito

competizione), nella saletta gremita si discute e chiacchiera; si parla dei drink della stagione, dei cambiamenti in atto nel paese, delle strategie adottate e delle scelte da compiere, ma anche di calcio, cinema, cucina. Come d’incanto si ricrea, in sostanza, quel mood, quella voglia di condivisione, di cultura, di circolazione delle idee che aveva fatto, proprio del Jerry Thomas, uno dei principali motori della rinascita della miscelazione in Italia. Una giornata da vivere insieme, dietro al banco o seduti sul proprio divanetto, fra un “Gin Tonic” ed un augurio ad un amico, arrivato magari da Milano o dalla Puglia. A competere per questo prestigioso alloro sono infatti bartender giunti, in rappresentanza di altrettanti locali, non solo da Roma. La Lombardia di Milano, con il MAG, il Pinch e il Surfer’s Den ma anche di Como e del suo magnifico Fresco, lo Speakeasy di Bari, in rappresentanza di una regione sempre più ricca in fatto di miscelazione, o la Napoli del nuovo L’Antiquario, fino al nutrito gruppo capitolino, composto da Freni e Frizioni, Argot, Banana Republic, Meccanismo, Propaganda e Co.So. si sono battuti lealmente per rievocare, anche nel centro della Capitale lo spirito e le atmosfere del Messico.

Yuri Gelmini

Yuri Gelmini

Questa bella sporca dozzina, senza aver mai messo piede nel terra americana (eccezion fatta per l’esperto Alex Frezza), ha riprodotto, grazie ai distillati di agave utilizzati, i sapori e il clima unici di quelle terre. Non è stato facile per i giudici stabilire chi fra Andrea Corelli, Filippo de Martino, Biagio Gennaro, Alex Frezza, Yuri Gelmini, Mattia Lissoni, Vincenzo Mazzilli, Gianluca Melfa, Giuseppe Prosperi, Valeria Tummolo e Nicolò Valentinetti (rigorosamente in ordine alfabetico) dovesse meritare l’ambita onorificenza, consegnata dalle mani del quadrunvirato del Jerry Thomas. Ma una gara che si rispetti, per quanto amichevole, non può che decretare un vincitore; le medaglie di bronzo, ex-equo, vengono quindi assegnate ad Andrea Corelli di Meccanismo e Nicolò Valentinetti di Freni e Frizioni, quelle d’argento, anche qui parimerito, a Yuri Gelmini del Surfer’s Den e al bellissimo Fresco di Como, mentre a salire sul gradino più alto del podio è

 Filippo de Martino

Filippo de Martino

del MAG, che deve aver appreso davvero bene l’arte della miscelazione dei distillati d’agave nel suo lavoro in un risotrante/cocktail bar messicano su navigli milanesi. La classifica conta però solo per la cronaca, ciò che più vale, e che rimarrà negli occhi e nello spirito di tutti i partecipanti, e la magica atmosfera del Jerry Thomas Speakeasy e la volontà di iniziare un nuovo anno senza il livore e l’ostilità che spesso segna questo mondo.

Giampiero

Dal cinema al whisky il passo può esser breve. Basta fare un viaggio in Scozia, perdersi magari nel cuore delle Highlands, e ritrovarsi a chiacchierare in un piccolo pub di Ullapool parlando di torbatura e imbottigliamenti. Nasce così una passione travolgente, girando l’Italia, l’Europa (e non solo) di degustazione in degustazione, di locale in locale... alla scoperta del meglio che questo universo può offrire. Cocktail preferito: Rob Roy Distillato preferito: Caol Ila 25 yo

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