Martini Grand Prix 2016: la semifinale italiana

Quale location poteva essere più appropriata del Chorus Cafè, con la sua solenne eleganza, per ospitare la semifinale italiana del Martini Grand Prix 2016? Una competizione storica, come quella organizzata dal celeberrimo marchio torinese, meritava infatti un palcoscenico degno della sua tradizione e del suo nome. Ad accogliere barman ed invitati in questo pomeriggio di prima estate , organizzato dalla premiata ditta Denise Ruscio/Daniele Pons, una “strana coppia”, composta da Massimo D’Addezio, bar manager e

I 10 finalisti

I 10 finalisti

padrone di casa, ed Elena Delmagno, brand ambassador sud Europa Martini, accompagnati, non a caso, dalla colonna sonora del film omonimo di Gene Saks del 1968. Con spirito brioso ed elegante l’improvvisato duo, pronto per la televisione, tanto era l’affiatamento, ha condotto una giornata fatta di condivisione e passione, di miscelazione e gusto. Il gusto inconfondibile di Martini, dei classici Martini Rosso e Martini Bianco, ma anche della China, del Bitter e dei più recenti Riserva Speciale Ambrato e Riserva Speciale Rubino, declinati dai dieci (nove in realtà visto il ritiro, per incolpevole ritardo, di uno degli sfidanti) concorrenti in altrettanti, intriganti, cocktail.

La semifinale italiana del Martini Grand Prix 2016

Due minuti per preparare l’imponente bancone del Chorus Cafè e sette per realizzare il drink, questi i temi da rispettare per compiere al meglio la propria prova. Dall’altra parte del bancone, a giudicare i cocktail, un triunvirato di esperti formato da Luca Pirola, di bartender.it, Filippo Lamantia, noto chef e Mauro Lotti,

Francesca Ambanelli

Francesca Ambanelli

monumento vivente del nostro bar. Una giuria chiamata ad esprimere il proprio parere su cinque diversi aspetti del lavoro svolto dagli sfidanti: la tecnica e la mise en place, l’aroma e il bilanciamento dei cocktail, l’innovazione e la creatività, l’aderenza al regolamento e la storia legata alla ricetta. Ad aumentare il grado di difficoltà, già molto alto, l’obbligo di dialogare con la giuria, raccontando il proprio operato, esclusivamente in inglese. Una difficoltà non secondaria visto l’impaccio di molti bartender con la lingua d’oltremanica. La prima ad affrontare la contesa è stata Francesca Ambanelli, del Rapsodia di Cagliari, con un drink “All’americana” (China Martini, Martini Bianco, Birra chiara, Jerry Thomas Bitter), preparato con un top di birra chiara che dona al miscelato un aroma caratteristico ed un piacevole retrogusto. Nicola

Nicola Milella

Nicola Milella

Milella, dello Speakeasy di Bari, secondo a gareggiare, anche a causa di una palese difficoltà con l’idioma della perfida Albione, è incappato in una penalità di extratime,  nella realizzazione del “La signoria” (Martini Bianco, Martini Bitter, timo fresco, fette di arancio, sciroppo di zucchero, acqua tonica), curiosamente shakerato con ghiaccio tritato per esaltare l’aromaticità delle erbe. Una penalità che è toccata anche a Fabrizio Tassia, dell’Happening di Napoli, con il suo “Emigrante”

Fabrizio Tassia

Fabrizio Tassia

(Greco di Tufo, Martini Rubino, Martini Bitter, polpa di pesca bianca fresca), un viaggio in barca da Amalfi fino alle coste romane in compagnia dell’aroma dei prodotti Martini e del vino Greco di Tufo. Un mare attraversato anche da Duilio Bello, de Le Roi di Messina, giunto fino a Roma dalla Sicilia con il suo “Gentium” (Martini Rubino, Martini Bitter, Liquore alla

Duilio Bello

Duilio Bello

genziana, soda), un cocktail semplice e veloce, che gioca ad aromatizzare le diverse note dei vari imbottigliamenti Maritni con quelle amare della genziana. Molto più breve il tragitto di Valerio Mandrà, arrivato dalla vicina Osteria delle Coppelle di

Valerio Mandrà

Valerio Mandrà

Roma, distante meno di un chilometro dal Chorus Cafè. Il barman romano ha proposto una variante fusion del “Negroni”, incrociata con il “caffè corretto” ed il gusto messicano della Tequila, con un drink denominato appunto “Negroni Corretto” (Martini Ambrato, Tequila Patron Silver, Liquore al caffè messicano, Martini Bitter, China Martini). Giro di

Carola Abrate

Carola Abrate

boa con Carola Abrate, della Drogheria di Torino, che ha proposto un drink con una controversa crusta di pepe e sale maldon, preparato con un liquore francese alla genziana, il Suze, e chiamato “The Italian job” (Martini Rubino, Bombay Sapphire, Suze) in onore dell’omonimo film del 1969 (con tanto di remake del 2003). Cinema che fa fil rouge con il concorrente successivo, Francesco Cione, proveniente dall’Octavius at the Stage di Milano, un vero e proprio set nel cuore del capoluogo lombardo. Abile ed ammaliante nel suo modo di gestire il banco, il bartender ha preparato un twist sul classico “MI.TO.”, il “Torino-MIlano raffianto” (Martini Rubino, Bitter Martini, Barolo chinato).

Francesco Cione

Francesco Cione

Un aggettivo, raffinato, che ben rappresenta lo stile di questo barman; uno stile che condivide con Luca Angeli, sfidante successivo. Dalla meravigliosa atmosfera dell’Hotel Four Season Florence, il penultimo bartender in gara ha realizzato un curioso

Luca Angeli

Luca Angeli

aperitivo, rafforzato dalla presenza del gin, finito in coppa con un top di Martini Prosecco Sigillo Blu ed un chunk di ghiaccio preparata sul momento, il “Marigold” (Bombay, Martini Ambrato, Martini Prosecco Sigillo Blu).Il compito di chiudere le ostilità (vista l’assenza forza di Luca Rossi del Zena’s Finest di Genova) è toccato a Roberto Pellegrini, del Tacco11 American Bar di Spinea (VE), che, dopo un simpatico siparietto, in cui si è autodefinito il più anziano concorrente, ha realizzato, a mano libera, il “23&59” (Martini Ambrato, Bitter Martini, China Martini, profumo di cannella), il cocktail della staffa, con un’eleganza ed uno stile davvero

 Roberto Pellegrini

Roberto Pellegrini

impeccabile. Chiuse le danze i tre giudici si sono ritirati per deliberare, mentre il pubblico ed i barman, liberi dal peso della gara, hanno degustato ottimi “Martini & Tonic” e finger food della casa. Un attesa del verdetto mal celata in una calma apparente, rotta dalla voce di Elena Delmango che, dopo aver dato la parola ai giurati, ha proclamato i tre vincitori: Luca Angeli, Roberto Pellegrini e Francesco Cione. A loro il compito di rappresentare l’Italia nella finale di Milano.

Giampiero

Dal cinema al whisky il passo può esser breve. Basta fare un viaggio in Scozia, perdersi magari nel cuore delle Highlands, e ritrovarsi a chiacchierare in un piccolo pub di Ullapool parlando di torbatura e imbottigliamenti. Nasce così una passione travolgente, girando l’Italia, l’Europa (e non solo) di degustazione in degustazione, di locale in locale... alla scoperta del meglio che questo universo può offrire. Cocktail preferito: Rob Roy Distillato preferito: Caol Ila 25 yo

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