World Class 2021: i protagonisti – Luca Cappietti

Restiamo a Roma per incontrare ed intervistare Luca Cappietti, protagonista anche lui della Diageo World Class 2021

 

Raccontaci la tua formazione professionale e, in primis, da dove arriva la tua passione per il bartending…

La passione per i Bar più che per il Bartending è nasce dal divieto quasi assoluto da parte i miei genitori di frequentare il bar

Luca Cappietti

Luca Cappietti

di paese, un ridente paese della Toscana, in Arezzo conosciuto in quei anni per non essere il paese più tranquillo, in termini di problematiche giovanili.
Quindi per me il bar era un luogo vietato, ma allo stesso tempo pieno di cose meravigliose, Arcade, Calcio Balilla, Biliardo, le partite di calcio su Tele+, Gelati ed un sacco di gente grande ed interessante.
Dopo i 14 anni ho iniziato a frequentarlo assiduamente e ci ho speso pomeriggi interi, in più la mattina quando marinavamo la scuola con i compagni di scuola era il posto dove passare le mattinate. diciamo che se non ero a scuola ero dentro un Bar. poi quando mi sono trasferito a Roma in maniera un po’ rocambolesca ho iniziato a lavorare nella ristorazione e da quasi 15 anni, ci amiamo e odiamo con questo lavoro.
Nonostante che ho avuto una serie di problematiche che non mi hanno mai permesso di esprimermi al meglio ho veramente fatto di tutto, il Cameriere per le colazioni in hotel il magazziniere, il barista, pulito cessi e pavimenti, ho scaricato e sollevato fusti di birra, ho fatto mille corsi di formazione, ho servito Martini cocktails e Bloody Marys in uno dei migliori alberghi di Roma per 4 anni, ho rappresentato l’Italia nel 2015 a Londra per una Gara sul Whisky giapponese piazzandomi 3°, ho lavato ed asciugato non so quanti miliardi bicchieri, ho lavorato in 12 posti diversi in un anno ho viaggiato tra Melbourne, Sydney e Miami sputando sangue e dovendo ripartire da 0 ogni volta, l’ultimo anno l’ho passato a fare il cameriere in un famoso ristorante di Roma dove ho imparato molto su Vino, Formaggi, Salumi e su come si fa la Carbonara.
Rappresento molto di più la Working Class che World Class.

L’edizione di questa WorldClass è stata inequivocabilmente unica. Esibirsi su una piattaforma online come ha modificato l’approccio alla gara?

L’approccio è stato molto più cerebrale e meno pratico, i dubbi di non aver fatto la cosa giusta di aver mal interpretato il toolkit ce li ho avuti fino all’ultimo momento.
Nel mio caso non potendo lavorare e non avendo avuto la possibilità di appoggiarmi fisicamente ad un bar mi è mancato tutto, il confronto con clienti e colleghi che nelle esperienze di tutti i giorni è fondamentale è stata forse la cosa più difficile da gestire nella preparazione di questa edizione.

Luca Cappietti

Luca Cappietti

Senza emozioni per l’esecuzione del cocktail – solo da presentare – la sfida è stata più sul concept e si affida molto alla narrazione. Quali sono state le difficoltà? Lo speech, la ricerca di informazioni, convincere la giuria?

Essendo un po’ timido e non molto bravo pratico con le piattaforme Social la difficoltà maggiore è stata quella di gestire l’esposizione e non fare una figuraccia e di conseguenza non riuscire a far passare il concetto.
Riguardando ed analizzando la mia performance mi sono reso contro che non sono riuscito ad essere fluido e vedendo pure le performance degli altri, chi ha avuto un po più di tempo di prepararsi è riuscito a prepararsi la presentazione al meglio.

Quale è, secondo te, il segreto per un cocktail perfetto? Quando un nuovo cliente arriva al tuo bancone cosa noti subito che ti possa aiutare a capire gusti e preferenze per creare il drink cucito su misura?

Il cocktail perfetto è quello che piace al nostro ospite, sicuramente il contesto dove lavoro mi aiuta in maniera importante ad avere un idea dei gusti delle persone, un bar di hotel favorirà consumo di bollicine e cocktail classici, un bar di periferia il consumo di aperitivi, un bar trendy potrà spaziare ed osare ogni posto ha la sua anima.
Ma se dovessi fare un elenco dei segreti per rendere un cocktail perfetto potrei riassumerli in 4 concetti chiave: ascolto attivo, capacità di osservazione, attenzione ai dettagli e mettere il nostro ospite al centro dell’attenzione.

Quale è il tuo spirito o ingrediente preferito e perché? E quale il drink che preferisci bere e perché?

Non ho un ingrediente preferito, ho un affetto viscerale per il whisky giapponese, in particolare per un brand, sono molto legato alle persone che ci lavorano mi hanno fatto sentire parte di una famiglia ed ogni volta che li vedo è sempre un’emozione
Mi piace lavorare il vermouth, tequila e gin in questo ordine.
Il mio cocktail preferito credo che sia il Bloody Mary e drink a tre ingredienti
stile Negroni, Daiquiri e Margarita, sono quelli più difficili da bilanciare perchè il margine di errore è veramente minimo un po come la pasta con il pomodoro e lì si vede la mano del bartender.

Tornando a questa edizione della world class chi vincerà secondo te? Quali sono i concorrenti che ti hanno impressionato di più?

Non sò chi vincerà, alcuni ragazzi mi hanno impressionato più di altro, il livello è stato molto alto da parte di tutti e chi è passato è perchè ha fatto meglio, ma se finiva dopo questa prova HaNuel Lee se la sarebbe meritata tutta di vincerla!

 

Silk & Honey

Silk & Honey

Il Cocktail

Silk & Honey

60 ml Ketel One infuso margherite e bucce di limone

30 ml Crema di miele

25 ml di Limone

5 ml di Zenzero esttratto fresco

25 ml di Latte crudo per fare milk washing

Garnish: marshmellow homemade ai semi di papavero.
Il cocktail è inspirato al classico latte e miele delle nonne. L’idea era di ricreare un drink che andasse ad esaltare l’idea del miele e le varie associazioni più classiche all’interno di un drink utilizzando latte km 0 distribuito alla spina, limone e zenzero in varie declinazioni,
l’utilizzo del marshmellow per dare un evoluzione al drink e continuare con quella sensazione di setosità lasciata dal procedimento del milk washing.

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