World Class 2021: i protagonisti – Julian Biondi

Proseguiamo la nostra avventura e intervistiamo Julian Biondi, giornalista e bartender, che ci spiega dal suo punto di vista questa Diageo World Class 2021.

Julian Biondi

Julian Biondi

Raccontaci la tua formazione professionale e, in primis, da dove arriva la tua passione per il bartending…

Son nato e cresciuto a Firenze, ho una vocazione da giramondo ma in fondo sto proprio bene qui.
Sono entrato dietro un banco nel 2008, e dei bar e dei banconi ho fatto il mio kamasutra, cercando di conoscerne ogni angolazione ed orifizio. Volevo fare il giornalista ma poi mi piaceva troppo far da bere, quindi ho unito le due cose e faccio il giornalista di settore. Volevo fare il barman ma poi mi piaceva troppo conoscere nuovi bar, quindi ho unito le due cose e faccio il consulente per i bar. Son curioso e mi piace imparare, forse per questo son finito ad insegnare alla Cordon Bleu. Non so bene cosa farò domani, ma credo che ci sarà sempre un bancone a portata di mano, e questo mi rincuora assai.

L’edizione di questa WorldClass è stata inequivocabilmente unica. Esibirsi su una piattaforma online come ha modificato l’approccio alla gara?

Questa edizione è figlia del tempo che stiamo vivendo, che ci ha portato a prendere le cose con più calma e ponderatezza. La frenesia e l’eccitamento che precede gara live, in questo caso è stata sapientemente indirizzata da Diageo verso un approccio più dilazionato nel tempo, ma non per questo meno eccitante. è stato interessante vedere come – nonostante la lontananza fisica – si sia creata una vicinanza virtuale, che probabilmente è stata maggiore di quella che ci sarebbe stata in condizioni normali.

Senza emozioni per l’esecuzione del cocktail – solo da presentare – la sfida è stata più sul concept e si affida molto alla narrazione. Quali sono state le difficoltà? Lo speech, la ricerca di informazioni, convincere la giuria?

Julian Biondi

Julian Biondi

La parte emozionale del contatto vis à vis è certamente una delle componenti più difficili da tenere sotto controllo in una gara. In questo caso però sono entrati in gioco altri elementi, che hanno tenuto alto l’engagement emozionale per noi concorrenti: la necessità di strutturare uno speech che fosse non solo della lunghezza adeguata, ma che all’interno di esso racchiudesse una narrazione articolata e convincente. In generale però, il fatto di essere in gara, ma comunque tra le proprie mura domestiche, è stato sicuramente più agevolante per noi concorrenti.

Quale è, secondo te, il segreto per un cocktail perfetto? Quando un nuovo cliente arriva al tuo bancone cosa noti subito che ti possa aiutare a capire gusti e preferenze per creare il drink cucito su misura?

Ci sono molti indicatori che possono aiutarci a capire quello che il cliente potrebbe volere, che vanno dall’orario al periodo dell’anno, passando per l’abbigliamento e la compagnia che il cliente ha. Sono tutte analisi che potrebbero centrare l’obiettivo, ma in realtà l’unico fattore che ci aiuta è l’ascolto. Nelle poche parole che dirò o non dirà, si capiranno tante cose su ciò che potrebbe piacergli o meno.

Quale è il tuo spirito o ingrediente preferito e perché? E quale il drink che preferisci bere e perché?

Se dovessi scegliermi un singolo spirito da portarmi su un’isola deserta, sarebbe del Rum. Trovo che sia lo spirit più ampio come spettro gustativo e come capacità di sorprendere. Espressione di diverse filosofie e terroir, culture e stili di miscelazione. Non ho un drink preferito, però un Rum Manhattan o un Daiquiri mi trovano sempre abbastanza contento.

Tornando a questa edizione della world class chi vincerà secondo te? Quali sono i concorrenti che ti hanno impressionato di più?

La particolarità di questa edizione è che la maggior parte dei concorrenti non li conosco. Ho visto poche gare di altri concorrenti, perchè non sono avvezzo a trascorrere troppo tempo davanti ad uno schermo. Quindi, in tutta onestà, non saprei chi è andato bene e chi male. Ho certamente un paio di preferiti, ma per scaramanzia preferisco non svelarli: dico solo che sono un uomo e una donna.

 

Aristaeus

Aristaeus

Il cocktail

Aristaeus [divinità greca delle api e degli apicoltori]

40ml Ketel One Vodka

100ml Jun Tea*

*Il Jun Tea è un fermentato a base di tè verde e miele grezzo. è considerato lo Champagne dei Kombucha, per via della nobiltà dei suoi ingredienti, della delicatezza aromatica del suo gusto, e per la sua naturale frizzantezza e acidità.
Due soli ingredienti, ma unici.
Aristaeus celebra l’unione tra la generosità della natura e l’ingegno umano.

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