Two Penny, la scura “Swiss Made”

“La birra fatta con le mani”. Così recita l’ingresso del sito web del Birrificio Ticinese, o Ticino Brewing Company, una delle realtà artigianali più interessanti della zona compresa tra il lago di Como e il confine a nord del Canton Ticino. E a ben vedere (anzi, gustare), il paziente e meticoloso lavoro manuale dei mastri birrai ticinesi contribuisce e non poco alla resa finale del prodotto. Ma andiamo con ordine. Dopo un inizio molto promettente nel 2002 con il marchio “Birra San Martino”, declinato in tre Two pennyclassiche varianti, (lager, amber ale, weissbier) rigorosamente “Swiss Made”, il Birrificio Ticinese compie un deciso passo avanti otto anni dopo, dove, in località Stabio, arricchisce la propria offerta artigianale con un nuovo marchio, il “Bad Attitude”, pensato per chi ama la birra da degustazione e, fermo antagonista della produzione industriale, è sempre in cerca di nuove sperimentazioni. Nel rispetto di standard qualitativi altissimi, e forti dell’esperienza accumulata negli anni precedenti, i mastri birrai della Ticino Brewing Company si spingono verso nuovi lidi, ampliando i propri orizzonti: da questa voglia di crescere e sperimentare nascono birre come la Hobo, una India Pale Ale pensata per essere bevuta nei vagabondaggi serali lungo le strade; o come la Dude, una “quasi” Double IPA straordinariamente aromatica per chi, alla maniera del Drugo de “Il Grande Lebowski”, preferisce rilassarsi sul proprio tappeto di casa. E proprio in questo interessante assortimento si colloca Two Penny, anglosassone di origine, e chiamata così in ricordo di quelle scure che a Londra, a inizio ‘800, costavano la “bellezza” di due pence. Parliamo di una Porter fortemente aromatica, prodotta con malti torrefatti di origine inglese e luppoli americani Chinook, Amarillo e Wllamette. Una birra dall’aspetto tenebroso ma allo stesso tempo brillante, che si caratterizza per la tipica colorazione dark brown, ed è arricchita da pregevoli riflessi ambrati e da una schiuma color crema di cappuccino, fine ma persistente. Al naso, decisi aromi di malto, gradevoli e attraenti, si accompagnano a note fresche, e tuttavia tenui, di cereale, liquirizia e caffè tostato, in una sinfonia di aromi racchiusi in un sentore che tende al balsamico. All’assaggio, una buona frizzantezza ci conduce verso un gusto tipicamente bitter eppure non pastoso, che fa scivolare via questa birra sul palato, dolce, leggera, quasi “beverina”, come a volerci ingannare e passare per qualcos’altro. Ma ecco il finale: sontuoso, aggressivo, deciso, per nulla sfuggente, a tratti speziato; un corpo assolutamente rotondo e consistente ci imagepervade, conquistandoci. Sul fondo possiamo sentire le note di malto ancor più inebrianti, mentre gli aromi al caffè tostato si intensificano, prendendo lentamente il sopravvento, e lasciandoci, letteralmente, con un piacevolissimo amaro in bocca. Una birra, la Two Penny, che gioca a nascondino: delicata e ruvida insieme, quasi un ossimoro, rivela tutta la sua personalità a poco a poco, in modo sorprendente, lasciandosi gustare fino all’ultimo sorso. Gradevolissima a 10-12 gradi di temperatura, non perde comunque le sue caratteristiche se servita più fresca. Consigliata agli amanti delle scure, a chi è in viaggio, a chi ama perdersi nel mondo. E a chi, tra un impegno e l’altro, sente il bisogno di fermarsi un attimo, e meditare.

Pietro

Pietro Girovago capitato per caso in quel di Roma , appassionato bevitore della buona birra da tempo immemore, ho ricevuto il battesimo del malto a Dublino a suon di spillate scure, facendo poi strada ed esperienza tra pub, beershop e bettole dal Belgio alla Turchia, passando per Monaco di Baviera. Non disdegnando il whiskey di qualità, amo ogni luppolo, prediligo le ambrate e le scure e non dico mai di no davanti a una buona weiss. Con animo teso, sono alla continua ricerca di una birra indimenticabile. Preferita: Ciney Brune (belga Speciale prodotta da Roger Demarche)

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