EurHop 2015

Il classico periodo autunnale legato alla birra a Roma sta per concludersi. Uno degli eventi che sancisce il gran finale è EurHop, salone internazionale della birra artigianale, che fa del monumentale quartiere EUR il salotto del luppolo.
Giunto già alla sua terza edizione, EurHop 2015 è un manifesto della notorietà e del potere di aggregazione che sta raggiungendo nella capitale in questi anni il mondo brassicolo. Un mondo e un evento ben diversi

Il Salone delle Fontane

Il Salone delle Fontane

dagli altri del settore; infatti alla birra è sempre legato il suo aspetto socializzante nonché sbarazzino e irriverente, lontano dai seri simposi dedicati ad altre produzioni. Così, se siete andati nelle serate clou dell’EurHop 2015, vi sarete imbattuti tra i razionali edifici bianchi dell’E42 in una moltitudine e variegata presenza di persone; difficilmente ricordiamo di aver visto il Salone delle Fontane così stracolmo di gente. Bevendo (non solo assaggiando) tra esperti, beergeek e semplici avventori bisogna sottolineare uno degli aspetti più peculiari della manifestazione: il suo essere gioviale, che rende più simile il Salone a una festa che a un festival. Dove nessuno si sente a disagio, anche chi non è un bevitore accanito di birra o un esperto di stili e tipologie; e di questo bisogna dare merito agli organizzatori.
Tornando all’oggetto principale dell’evento ovvero la nostra amata madama luppolata il festival propone un’ampissima selezione di birrifici artigianali italiani e una scelta accurata di birrifici stranieri: dai classici immancabili (il Belgio con la Brasserie Cantillon, Brasserie De La Senne e una selezione di altri birrifici, la Germania, la Danimarca, gli USA e la Gran Bretagna) a nuovi paesi che si affacciano sul mercato birraio (Norvegia, Polonia e Grecia). Interessanti, poi, gli excursus sulla produzione di alcune regioni (la selezione di birrifici campani dell’Ottavonano Pub di Avellino), il viaggio alla scoperta dei birrifici svedesi (selezionati dall’Oliver Twist di Stoccolma) e quello sulla produzione austriaca (Tribaun Bar a Innsbruck) meno nota di quella tedesca ma altrettanto interessante.
Trai prodotti assaggiati noi vi consigliamo questi (segnalandovi, però, che questa volta abbiamo voluto soffermarci su alcuni stili più particolari tralasciando, invece, i classici).
Per l’Italia:
Birra Stavio (Viterbo) – Birrozzo Bianchetto 2014, wild beer, 6,6% vol. Birra fermentata spontaneamente con vinacce di uva Procanico. Provatela e cambierete idea su cosa servire durante l’aperitivo.
Canediguerra (Alessandria) – Canediguerra Berliner Weissbier, berliner weisse, 3,2% vol. Birra di frumento dalla spiccata acidità che si riallaccia a una antica ricetta berlinese. Non lasciatevi ingannare dal nome, non è una weisse, è un’altra cosa.

 

La Madamin

La Madamin

Birrificio di Cagliari (Cagliari) – Meli Marigosu, honey saison, 6,5% vol. Saison caratterizzata dall’utilizzo del miele di corbezzolo. Il Birrificio di Cagliari si conferma, come sempre.
Loverbeer (Marentino) – Madamin, oak amber ale, 6,2% vol. D’ispirazione belga, birra fermentata e maturata esclusivamente in tini di rovere. Se ne avete l’onore, provatela.
Per l’estero:
Lervig Aktiebryggeri (Stavanger – NOR) – Softly Softly Cognac, sour brown ale, 6,6% vol. Una birra

L'eticchetta della Lervig Aktiebryggeri

L’eticchetta della Lervig Aktiebryggeri

complessa nata dalla conservazione in botti di cognac. Immaginatevi un inverno norvegese, seduti in poltrona, con un buon sigaro tra le dita. Vera birra da meditazione.
Fyne Ales (Achadunan – SCO) – Fynebank, golden ale leggermente torbata, 4,6% vol. Ale nota per l’utilizzo di malto torbato della distilleria del whisky Springbank. E così anche nel mondo birraio arriva sua maestà la torba. Una bella pinta di Scozia dal profondo sapore di camino e legna.

Fabio

Iniziata la mia carriera bevendo sidro per tutti i pub del quartiere Prati di Roma, fatale fu un viaggio in Scozia che mi fece scoprire le gioie della birra e del Whisky, per poi consacrarmi al luppolo sulle strade del Belgio tra Trappisti e Lambic. Dal pub sottocasa al micro birrificio più sperduto, dal Manzanarre al Reno, dalla Gran Bretagna alla Scandinavia, in una costante ricerca della birra più introvabile; senza mai disdegnare un buon distillato o un ottimo cocktail. Birra preferita: La Duchesse de Bourgougne (una Flanders Red Ale della Brouwerij Verhaeghe Vichte) è stata per anni la mia compagna preferita; Cocktail preferito: MIlano – TOrino, in fondo siamo pur sempre italiani; Distillato preferito: Sarò uno dei pochi a dirlo ma…Scapa!

Be first to comment