Spirit of Scotland 2015

Per gli appassionati di whisky (e non solo) esiste, ormai da anni, un appuntamento imperdibile: Spirit of Scotland. Il festival del distillato di malto è cresciuto con il tempo, diventando un vero punto di riferimento tanto per gli addetti ai lavori quanto per il vasto pubblico. Uno sviluppo che ha portato gli organizzatori ad aggiungere una data alla manifestazione (il lunedì dedicato solo

Il folto pubblico dello Spirit of Scotland 2015

Il folto pubblico dello Spirit of Scotland 2015

agli operatori) e a spostarsi in una location più grande, il Salone delle fontane. Un successo dovuto, innanzitutto, alla presenza di centinaia di imbottigliamenti, fra grandi brand e imbottigliatori privati. Un’occasione unica per degustare prodotti introvabili o per assaporare le nuove produzioni. Due le novità principali dell’edizione 2015 dello Spirit of Scotland: la partecipazione delJerry Thomas Project di Roma e la presenza di un “collection corner” organizzato in collaborazione con la Maison du Whisky di Parigi. Roberto Artusio, Leonardo Leuci, Antonio Parlapiano e Alessandro Procoli, ovvero il Jerry Thomas Project, hanno preso parte alla manifestazione sia organizzando tre seminari dedicati alla storia della miscelazione con il distillato di malto, sia con un vero e proprio cocktail bar interno all’evento con una drinking list a base whisky. Un angolo inedito per lo Spirit of Scotland, fino ad ora dedicato esclusivamente alla degustazione del prodotto in sé, in cui giovani e promettenti bartender, come Alessandro Venturi e Alessandro Serrani, hanno riproposto ricette create dal Jerry Thomas Project. Accanto ai seminari di storia delle mixology due grandi eventi hanno poi arricchito la giornata di lunedì, due incontri con veri e propri maestri della miscelazione: Dario Comini del Nottingham Forest di Milano e Marian Beke e Luca Cinalli del Nightjar di Londra.

Una tre giorni di grandi whisky

La tre giorni dedicata a questo magnifico distillato è stata per noi l’occasione per compiere un tuor degustativo attraverso le mille anime del whisky, dal Giappone alla Scozia, da Taiwan agli Stati Uniti, spostandosi però solo di pochi passi. Il nostro personale viaggio fra gli stand dello Spirit of Scotland non poteva che iniziare dalla terra degli Highlander, assaporando due

Il Benromach 10yo

Il Benromach 10yo

imbottigliamenti di una piccola distilleria situata a nord di Farres, nello Speyside: Benromach. Il Benromach 10yo, autodefinito dai produttori “the classic speyside single malt scotch whisky”, è un distillato dal morbido tono alcolico (nonostante i suoi 57°), decisamente complesso a dispetto della sua giovane età. Al naso si presenta deciso, con un aroma ampio, dal cioccolato al caffè, dalla frutta secca ai fichi; tutti toni che, anche al palato, si rivelano chiari e a cui si aggiungono, nel finale, evidenti note di muffe. Più particolare e intrigate è certamente il Benromach Peat Smoke, whisky dalla gradazione ridotta rispetto al 10yo (47°) ma dalla nota alcolica più pungente. L’invecchiamento delle botti ex-bourbon, a due passi dalla foresta di Culbin e dalla foce del River Findhorn (un’insenatura del Mare del Nord), rende il bouquet di questo distillato davvero interessante. Portandolo al naso si distinguono, infatti, chiaramente, note morbide e floreali ma anche quelle più ruvide della torba e del fumo. In bocca si rivela un prodotto dalla lunga persistenza, torbato e fumoso ma al tempo stesso leggero, con una caratteristico ricordo di mare e salsedine.
Spostandosi di pochi chilometri da Farres, nell’entroterra dello Speyside, si raggiunge Duff Town, sede di uno storico brand del whisky di malto: Balvenie. Fra i molti

Balvenie 14 Year Old Caribbean Cask

Balvenie 14 Year Old Caribbean Cask

imbottigliamenti presenti nello stand Velier, distributore del marchio, descrittici da Dom Costa, scegliamo il Balvenie 14 Year Old Caribbean Cask. Prima di addentrarci nella degustazione è importante sottolineare alcuni elementi che fanno di questa azienda uno dei più tradizionali esempi di produzione di whisky scozzese. Tutte le fasi di lavorazione del distillato sono infatti curate all’interno della distilleria, dalla coltivazione dell’orzo al maltaggio, fino alla produzione dei barili (Blavenie è una delle poche aziende rimaste ad avere fra le sue file mastri bottai atti allo scopo). Il suo master distiller, David Stewart, è, inoltre, uno dei più esperi e longevi del settore. Sin dal colore, ambra scuro molto intenso, la finitura in botte di Rum del Balvenie 14 Year Old Caribbean Cask appare evidente. La distillerie dello Speyside importa infatti appositamente botti di Rum caraibico, selezionate dallo stesso master distiller, per invecchiare sei mesi questo particolare imbottigiliamento. Al naso ricorda, immediatamente, una tazza di buon té, in cui emergono pian piano gli aromi del rum e delle spezie. In bocca appare leggero e morbido, con una lunga e persistente nota

Lo stand di Ardbeg allo Spirit of Scotland 2015

Lo stand di Ardbeg allo Spirit of Scotland 2015

dolce e sapori che spaziano dai datteri alla frutta matura, dalla ciliegia fino alla liquirizia.
Dopo una breve sosta sull’isola di Islay, per gustare un paio dei nostri single malt preferisti, Ardbeg e Caol Ila, e un breve tuor di Tain, cittadina delle Highland in cui sorge la distilleria di Glenmorangie (che, per lo Spirit of Scotland, aveva organizzato un simpatico blind taste), ci dirigiamo verso gli stand di Hunter Laing & Co Ltd. Questa azienda di imbottigliatori privati, rappresentata per l’Italia da Aritrade, ci aveva già regalato il miglior prodotto dello scorso Whisky Festival di Milano, il Talisker 6yo di Hepburn’s Choice. Certi di trovare delle vere chicche ci facciamo così raccontare direttamente da Scott Laing la storia di Sovereign, una selezione di imbottigliamenti di

Glenmorangie allo Spirit of Scotland 2015

Glenmorangie allo Spirit of Scotland 2015

single grain whisky, ovvero distillati prodotti da un singolo cereale. In particolare attira la nostra attenzione il Port Dundas 25 Year Old, distillato nel 1988 e imbottigliato da Hunter Laing nel 2014 in soli 246 esemplari. Il whisky, dal bel colore ambra chiaro, si presenta al naso dolce e aromatico, con note di zenzero, cannella e coriandolo, mentre al palato si rivela piccante, fortemente speziato (ancora zenzero e cannella), con una sensibile nota alcolica.
Il lungo viaggio nelle terre scozzesi ci ha soddisfatto, decidiamo quindi di abbandonare questi lidi per trasferirci dall’altro capo del mondo. Prima di approdare in Giappone, patria di alcuni fra i più pregiati whisky di malto, facciamo una tappa a Taiwan. E’ Ian Chang, master blender di Kavalan, a presentarci la storia di questa giovane azienda. Il sogno del suo proprietario era, infatti, da sempre, quello di aprire una distilleria

Il Kavalan Classic

Il Kavalan Classic

ma fino al 2002, data di adesione di Taiwan all’Organizzazione mondiale del commercio (WTO), questo era impossibile. Con l’apertura al libero mercato nasce così la prima distilleria di whisky della Repubblica di Cina o Cina Taipei. Dei vari imbottigliamenti presenti scegliamo di provare il Kavalan Classic, perfetto per capire le caratteristiche di questa distilleria. Il clima caldo e umido di Taiwan non consente gli invecchiamenti di altre latitudini e restituisce toni diversi al prodotto. Il Kavalan Classic, in particolare, si presenta al naso molto leggero, con un aroma dolce in cui si avvertono lievi sentori di frutta esotica e vaniglia. Decisamente secco al palato, lascia in bocca ricordi di mango e una chiara nota alcolica.
In attesa di scoprire le potenzialità inespresse di questa distilleria decidiamo di concludere il nostro tour con un’azienda che è, da sempre, sinonimo di qualità: Nikka. La perfezione è il limite ultimo cui tende questo brand giapponese, alla continua ricerca dalla rotondità assoluta. Le tre anime di Nikka, il cuore pulsante di Tōkyō e le due distillerie di Yoichi, sull’isola di Hokkaidō, e di Aobaku, nei pressi di Sendai, sono alla base di uno dei prodotti più noti, il Nikka from the barrel. A comporre questo blended sono infatti il Single Malt Yoichi e il Single Malt Miyagikyo (della distilleria di Aobaku).

Una collezione di whisky Nikka

Una collezione di whisky Nikka

Il primo dei due whisky risulta molto morbido al naso, con evidenti note di salsedine e un ricordo di frutta secca, mentre in bocca, dopo un’entrata salina, rilascia gustosi sentori di nocciola e mandorla. Il distillato proveniente dall’isola di Honshū invece è, sin dall’olfatto, decisamente profumato, con aroma di frutta matura e una leggera punta alcolica (quasi assente nel Yoichi), rivelandosi poi al palato gustoso, segnato da persistenti note di frutta e miele. L’imbottigliamento per noi però più interessante è certamente il Nikka Taketsuru 21 Year Old, un blended dal profumo intenso che spazia dal cioccolato al caffé, fino alla frutta matura (prugne) e alle spezie. In bocca risulta speziato (pepe, curcuma), con note di zenzero, frutta matura e un finale lungo e ricco dato dall’invecchiamento. Una chiusura perfetta per tre giorni dal gusto unico.

Giampiero

Dal cinema al whisky il passo può esser breve. Basta fare un viaggio in Scozia, perdersi magari nel cuore delle Highlands, e ritrovarsi a chiacchierare in un piccolo pub di Ullapool parlando di torbatura e imbottigliamenti. Nasce così una passione travolgente, girando l’Italia, l’Europa (e non solo) di degustazione in degustazione, di locale in locale... alla scoperta del meglio che questo universo può offrire. Cocktail preferito: Rob Roy Distillato preferito: Caol Ila 25 yo

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