I sette collins di Roma

Può capitare di imbattersi, in un pomeriggio primaverile, all’interno di un moderno bistrot di Roma, in dame e senatori, centurioni e vestali, accorsi alla corte di un moderno Cicerone, Dom Costa. Se vi capitasse di assistere ad un tale spettacolo non avreste perso il senno, anzi avreste avuto l’onore di partecipare ad una delle più divertenti manifestazioni che il bartending possa offrire: il Sette Collins di Roma. Dietro le mentite spoglie di questi improbabili antichi romani si cela infatti il meglio della miscelazione capitolina, chiamati a duellare, in quel de La Moderna, nel nome di un prodotto originario di ben altri lidi: la Vodka Stolichnaya.

I partecipanti ai Sette Collins di Roma

I partecipanti ai Sette Collins di Roma

Amici, ancor prima che bartender, Emanuele Broccatelli, Massimo D’Addezio, Max La Rosa, Joy Napolitano, Kenneth Pago, Patrick Pistolesi e Paolo Sanna, hanno portato, dietro e davanti al banco, un’atmosfera meravigliosa, divertente, spontanea, unica. Doveva essere una competizione, una gara su twist on “Collins” preparati con la Vodka Stolichnaya, è stata una festa, un gioco fra grandi amici e ancor più grandi compagni di avventure. Il fatto stesso che a giudicare i sette collins fossero gli stessi concorrenti dimostra quanto, al di là della competizione, contasse lo spirito, quella voglia di convivialità, di star bene insieme che è la base stessa del bartending. Ovviamente un vincitore ci doveva essere e c’è stato, premiato con un viaggio ad Ibiza, ma quel che conta è l’aria di amicizia e sincero divertimento che ha respirato chi ha passato il pomeriggio con questa combriccola di antichi romani.

I Sette Collins di Roma

Massimo D'Addezio

Massimo D’Addezio

Mettere sotto lo stesso tetto, prima ancora che dietro al banco personaggi come Broccatelli, D’Addezio, La Rosa, Napolitano, Pago, Pistolesi e Sanna, significa garantirsi un corposo carico di risate e buon umore. Proprio in nome di questo spirito, che poco o nulla ha a che fare con l’idea di una gara, più che commentare i drink preferiamo semplicemente descriverli, lasciando che sia la stessa autoironia e simpatia dei “concorrenti” a parlare. Il primo a scendere nell’arena, benedetto dalla spada (di plastica) di Dom Costa, l’indomito guerriero Massimo D’Addezio con l’enigmatico “Truganini” (Vodka Stolichnaya, zucchero liquido, limone, soda, pepe della Tasmania), dal nome inspiegabile e misterioso (vanamente illustrato dallo stesso autore) definito, senza sarcasmo, dagli altri bartender “epocale”. Dismesse le spoglie di antico soldato il bartender di Chorus e Co.So. ha lasciato il posto al secondo duellante, nelle spoglie più sagge e meno battagliere di un senatore: Emanuele Broccatelli. Direttamente dalle

Emanuele Broccatelli

Emanuele Broccatelli

segrete stanze R Cocktail bar del Majestic ecco arrivare il “Panzanella Collins” (Vodka Stolichnaya, Acqua di pomodoro, limone, zucchero al timo), realizzato in abbondanza attraverso l’uso del sifone e pensato in ricordo delle più antiche tradizioni nostrane. Certo, il servizio con foglia di basilico e pomodoro pachino, ha fatto scattare un sempre presente “male, male”, ma è una concessione artistica che si concede ad un sapiente erudito. Molto più storicamente coerente rispetto al lenzuolo di Emanuele

Max La Rosa

Max La Rosa

Broccatelli è la mise di Max La Rosa, forse uscito dal prova costumi di un peplum. Ispirato al mulsum (il vino aromatizzato degli antichi romani) il suo “Tiber Collins” (Vodka Stolichnaya , Vodka Stolichnaya al miele, Vodka Stolichnaya al peperoncino, Vodka Stolichnaya all’arancia, miele di corbezzolo infuso con cannella, chiodi di garofano e zafferano, acqua marcia, limone, moscato di Terracina) è un omaggio al fiume di Roma, prima grande via di comunicazione della sua storia. Il quarto sfidante a scendere nella mischia arriva da molto lontano e, al tempo stesso, da molto vicino. Il viaggio che a portato Kenneth Pago

Kenneth Pago

Kenneth Pago

nella capitale è infatti sicuramente il più lungo dei sette gladiatori, ma ora, a Roma, a trovato dimora proprio a La Moderna che ospita la competizione. Un percorso che racchiude nel “Tropical Romanella” (Vodka Stolichnaya al miele, passion fruit, lime, cedrata, Cynar), che nulla ha a che fare con il vino dei Castelli Romani, ma che invece racconta molto della storia personale di questo giovane bertender. Dopo aver assistito in prima fila alle creazioni dei primi quattro “concorrenti” Joy Napolitano, nuovo bartender del Barber Shop, scende nell’arena senza però indossare né toghe né armature. Una nota di simpatico demerito che la platea divertita non ha mancato di notare. Accompagnato dalla musica dei Colle der fomento ecco dunque il “Collins del fomento” (Vodka Stolichnaya, Mastiha, limone, sciroppo d’acero, acqua tonica) un cocktail ispirato, per

Joy Napolitano

Joy Napolitano

dichiarazione dello stesso autore a Roma e alla sua storia. Una domanda è nata dunque a tutti spontanea: sciroppo d’acero? La risposta di Joy Napolitano è stata quantomeno sibillina, “la foglia d’acero è come il quadrifoglio d’Irlanda” o meglio “l’acero è quello che viene da fuori”. Le riflessioni sulle criptiche dichiarazioni del bartender si interrompono però fin troppo presto (non lasciandoci in verità il tempo di capirne il senso) perché, sul palco de La Moderna, sale un vero show-man: Paolo Sanna. Lo spettacolo messo in scena dal bartender del Banana Republic si sposta da dietro al bancone ad

Paolo Sanna

Paolo Sanna

un banchetto organizzato lì vicino; un cambiamento necessario a crearsi lo spazio per riprodurre, con protagonisti i sette duellanti, un disegno di un thermopolis, il bar dell’antica roma. Completato questo surreale siparietto ecco dunque il “Thermocollins” (Vodka Stolichnaya, miele millefiori, limone e vino  merlot aromatizzato con acqua alla rosa, pepe, chiodi di garofano e cannella reso frizzate dall’Idrolitina), drink preparato esclusivamente con mezzi risalenti all’epoca: una brocca come mixing glass, dei bicchieri di metallo come jigger e una meravigliosa “cucchiara” di legno come spoon-bar. Solo un istrione come Patrick Pistolesi poteva pensare di scendere  in campo

Patrick Pistolesi

Patrick Pistolesi

subito dopo cotanta presentazione. Il bartender del Caffé Propaganda sceglie però una versione decisamente più originale di “romanità”, quella multiculturale, integrata e multietnica del Mercato Esquilino. Come un mercante di spezie proveniente da molto lontano presenta così il suo “Esquilino Collins” (Vodka Stolichnaya, Vodka Stolichnaya al peperoncino, limone, Licor 43, sciroppo di zucchero, ginger beer), un cocktail definito ruffiano (con appellativi meno eleganti) da alcuni degli altri partecipanti.
Per la mera cronaca la gara è stata vinta da Paolo Sanna, su Patrick Pistolesi e Massimo D’Addezio, ma già dal primo assaggio nessuno aveva preso con eccessiva pesantezza il lato agonistico del pomeriggio. Il premio migliore, per tutti i partecipanti ed il ristretto pubblico, è stata la manifestazione stessa, le risate in amicizia, la spensieratezza, l’idea di un bartending sincero, accattivante e bello.

Giampiero

Dal cinema al whisky il passo può esser breve. Basta fare un viaggio in Scozia, perdersi magari nel cuore delle Highlands, e ritrovarsi a chiacchierare in un piccolo pub di Ullapool parlando di torbatura e imbottigliamenti. Nasce così una passione travolgente, girando l’Italia, l’Europa (e non solo) di degustazione in degustazione, di locale in locale... alla scoperta del meglio che questo universo può offrire. Cocktail preferito: Rob Roy Distillato preferito: Caol Ila 25 yo

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