Intervista a Cristian Lorusso e Daniele Cicchinelli

Cristian Lorusso e Daniele CicchinelliSiamo andati a fare due chiacchiere con Cristian Lorusso  bartender del Friends Café di Piazza Fiume e Daniele Cicchinelli bartender Friends Café di Piazza Trilussa, ideatori della manifestazione Head to Head Bar United Competition, competizione tra barman di cui stiamo, in questi giorni, raccontando lo svolgimento.

Roma sta cambiando, stanno nascendo nuove realtà, nuovi locali, che stanno evidentemente trasformando il modo di bere. Può essere vista anche come un segno dei tempi la vostra decisione di realizzare questa competizione? Cristian Lorusso e Daniele Cicchinelli raccontateci com’è nata

Sapete in giro stanno emergendo tanti bravi ragazzi, fanno dei corsi spesso molto professionali, come ad esempio quelli fatti dal Jerry Thomas Project, investendo tantissimo. Poi però questi ragazzi non hanno la possibilità di mettere in pratica questa esperienza. Ci interessava dunque creare una realtà di competizione in cui ai giovani fosse data la possibilità di esprimere le loro abilità. Questo decisione è dovuta anche alla scarsa cultura del bere di molti giovani clienti romani che spesso si accontentano di prodotti di scarsa qualità e di scarsa creatività. Straordinariamente però, da alcune ricerche è emerso che le nuove leggi sulla mobilità stradale, che impediscono di fatto di bere eccessivamente,  hanno costretto clienti a prediligere la qualità rispetto alla quantità, aiutando in questo modo Il bartending in generale. Roma sta in tal senso crescendo molto in termini di apprezzamento della qualità grazie  anche a queste norme e ai locali come il Jerry Thomas Speakeasy, che stanno radicalmente cambiando gli usi e costumi del drinking romano.

Per quanto riguarda la competizione questi giovani barman spesso non avevano la possibilità di esprimersi nei locali dove lavorano. Molte strutture tagliano e tagliano fino all’inverosimile, per aumentare i profitti e limitare i costi: spritz, mojito, birra, vino al bicchiere e shot ad un euro. Ed è purtroppo vero che i numeri finali indicano che queste sono le richieste, e per far cassa si seguono le tendenze. Per fare un esempio la campagna pubblicitaria Spritz life di Aperol ha cambiato il modo di bere. Fino a 15 anni fa non esisteva questa domanda di prodotto, oggi invece questa pubblicità ha cambiato i desideri dei clienti. Una volta lo Spritz era Tocai con un po’ di Seltz e una scorza di limone, oggi invece togliessi l’Aperol dal menù probabilmente perderei l’80% della clientela. Oggi si richiede di tutto e si parte dall’offerta più bassa. Trastevere ne è un esempio eccellente, ci sono troppi locali, è saturo, una guerra a ribasso con prodotti di scarsa qualità. Puoi entrare in un negozio che vende occhiali da sole e dentro trovarci un Bar.Barman in gara e giuria

Nella Head to Head competition avete coinvolto nove fra i migliori cocktail bar di Roma (Friends, Spirito, Pimm’s Good, Freni e Frizioni, Co.So. Banana Republic, Barnum, Salotto 42 e Jerry Thomas Speakeasy), com’è nata questa idea? Non vi sentite tutti concorrenti?

C’è una storia, il Club dei Cantineros a Cuba, una cerchia di locali che si facevano pubblicità a vicenda l’uno con l’altro reciprocamente, tramite una card. Da lì l’idea di farsi una pubblicità tra i locali. Tutti questi locali sono luoghi uniti, infatti, dalla medesima passione e dal medesimo amore per il bar. E allora nasce automatica l’idea di sponsorizzarci tutti a vicenda, tramite i social media, le locandine, le magliette e i video. Quindi se per esempio vai da Freni e Frizioni trovi la locandina che promuove gli altri locali, non c’è più l’idea di una guerra tra di noi. Anche perché la guerra non ha senso, il cliente va dove si trova meglio. Se io offro qualità e tu offri qualità la differenza lo fa chi c’è dietro al bancone, magari anche solo con una battuta in più. Noi  del Friends (di Piazza Trilussa n.d.r.) con Freni e frizioni (distante poche decine di metri dal Friends n.d.r.) per esempio siamo molto amici, ci scambiamo prodotti, ci aiutiamo se c’è un problema.  Questo, per me, è tantissimo perché fai sistema, ed è il modo migliore per fare veramente la differenza, alzando la qualità generale.

Cristian Lorusso, come si svolgerà la competizione?

Un clima da mixologyLa competizione si svolge in 9 locali ognuno dei quali ospiterà 8 concorrenti, per un totale di 64 barman tutti under 30, in una sfida ad eliminazione diretta: quarti, semi e finale. Otto finalisti per le prime otto serate che si sfideranno nella finale, lunedì primo dicembre, nel nono locale, il Jerry Thomas Speakeasy. L’idea è di dare la possibilità a giovani barman di poter cimentarsi con un bancone ricco di liquori e home-mad molto fornito, con cui spesso non hanno a che fare, potendosi così esprimere al meglio, sostenuti da professionisti e giudicati da altri professionisti. Oltre ai gadget che riceverà ogni concorrente e il trionfatore della competition vincerà un premio in denaro e un corso avanzato da barman al Jerry Thomas Project. La cosa importante è che tutta la competizione si gioca sull’improvvisazione e tutti i concorrenti partiranno alla pari; quando uno gareggia all’altro sarà preclusa la visione del concorrente all’opera. I partecipanti avranno tre minuti ciascuno per studiare la bottigliera e il banco, e cinque per preparare il drink. Questo verrà giudicato per tecnica, presentazione, qualità ed ovviamente il gusto. I ragazzi non possono portarsi nulla da casa, né home-made, né attrezzature e neanche ricette, possono usare invece tutto quello che è nel locale, come gli shaker, gli spoon, gli homemade, i bitter e i tutti liquori presenti inquel locale. La giuria sarà composta da  un componente del team del bar ospitante più altri due esperti strettamente collegati all’ambiente del bartending. La cosa positiva è che abbiamo avuto tantissime richieste di partecipazione da ragazzi provenienti da tutta l’Italia e tante richieste da parte di molti locali per poter essere selezionati all’interno dei nove, nonostante questa sia solo la prima edizione. Infine oltre alla competizione, oltre all’evento c’è la voglia di dare una possibilità a dei giovani di conoscere personalità come Antonio Parlapiano (Jerry Thomas Project) e di cimentarsi in una realtà più professionale dandogli magari anche una vetrina per future occasioni lavorative.

 

Nicola

Poco incline al vivere civile, spendo il mio tempo tra film, politica e alcool ... Scuola antica, centri sociali, curva Sud, birrozzi e cattivi gin lemon, nel mezzo del cammin di 'mi vida' scopro che si può bere bene e in qualità. Perdo le brutte abitudini per delle nuove più esaltanti e convincenti. E come tutti quelli che non sanno fare scrivo, anche con una certa abilità. Cocktail preferito mint julep. Distillato preferito : Caol Ila duble matured

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