World Class 2021: i protagonisti – Dario Comis

Continuano gli incontri con i protagonisti della World Class 2021 con l’intervista a Dario Comis che ci racconta la sua esperienza in questa particolare competizione.

 

Raccontaci la tua formazione professionale e, in primis, da dove arriva la tua passione per il bartending…

Dario Comis

Dario Comis

Salve alla redazione di BluBlazer e ai suoi lettori, mi chiamo Dario Comis, ho 25 anni e vengo da Catania. Il mio percorso comincia nel 2017 quando i titolari del “The Smuggler” che frequentavo assiduamente come cliente mi chiedono se avevo voglia di lavorare, oltre a frequentare l’università. Iniziai a fare il cameriere e dopo qualche mese passai anche dietro il bancone. La mia passione però è esplosa dopo aver scoperto dei vecchi video di Simone Caporale che è diventato il mio idolo. Da lì ho iniziato a leggere molti libri, e frequentare tantissimi corsi, che mi hanno portato alla fine del 2018 a lasciare gli studi e a dedicarmi ad nuovo progetto molto stimolante in pieno centro storico il “Collage Boutique Bar”, che mi ha dato la possibilità di esprimere e sfogare le mie idee, dopo però soli 8 mesi comincio a muovermi un po’ in giro nei locali catanesi. Nel 2019 capisco di aver bisogno di stimoli nuovi e parto per la volta di Milano, per lavorare al Dhole un ristorante fusion molto frequentato. Ma quello che mi ha cambiato la vita è stato prima nell’ottobre 2019 partecipare al Roma Bar Show come membro dello staff e poi un anno fa iniziare un percorso di studi al Jerry Thomas Educational, che ha arricchito profondamente il mio knowledge. Adesso sono a casa mia a Catania con la valigia pronta, prossimamente accadranno tante cose. STAY TUNED!

L’edizione di questa WorldClass è stata inequivocabilmente unica. Esibirsi su una piattaforma online come ha modificato l’approccio alla gara?

Ho sempre visto World Class come la gara che viene considerata la più importante nel nostro settore, e anche come un ottima possibilità di crescita, dove hai l’opportunità di rapportarti e competere con i migliori colleghi del settore, provenienti dalle diverse parti dell’Italia prima e del mondo poi. L’approccio è stato basato più sulla creazione di una community e di un concept piuttosto che sulla sola creazione di un drink, grazie a questo ho stretto molto con i colleghi del Team Bologna, e ho avuto il sostegno in primis della mia fidanzata e dei miei amici tra cui uno dei miei primi mentori Andrea Caponnetto, Alfonso Monaco Proprietario del “Dna Cocktail Room” e Nicola Calanducci, Bartender e Agricoltore nell’azienda di famiglia. Il focus era diretto sulla situazione delle api e degli insetti impollinatori e delle possibili azioni e idee che ne avrebbero potuto migliorare la vita partendo dal bar fino ad arrivare al mondo esterno. A esplorare questo mondo mi ha aiutato Marco Finocchiaro, giovane e intraprendente proprietario dell’azienda di famiglia Apicoltura Finocchiaro, che ha saputo introdurmi

Senza emozioni per l’esecuzione del cocktail – solo da presentare – la sfida è stata più sul concept e si affida molto alla narrazione. Quali sono state le difficoltà? Lo speech, la ricerca di informazioni, convincere la giuria?

Dario Comis

Dario Comis in miscelazione

Non mi era mai capitato di fare un presentazione del genere e all’inizio ho sentito la mancanza del non poter mostrare la preparazione del mio drink e interagire con i giudici di persona. Ringrazio il mio coach Giovanni Bologna che mi ha dato la carica il giorno prima, ed il team di World Class, che è stato fantastico e tramite i seminari prima, e il clima creato con i giudici dopo, è stata un’esperienza super divertente e stimolante.

Quale è, secondo te, il segreto per un cocktail perfetto? Quando un nuovo cliente arriva al tuo bancone cosa noti subito che ti possa aiutare a capire gusti e preferenze per creare il drink cucito su misura?

Il segreto del cocktail perfetto è partire da una super accoglienza. Per capire i gusti del cliente dobbiamo cercare di capire il suo stato d’animo, e ovviamente le sue preferenze cosi da fare un drink che possa accompagnarlo in un un’esperienza unica. Quando il cliente si sente a casa, ed è felice allora abbiamo creato il cocktail perfetto.

Quale è il tuo spirito o ingrediente preferito e perché? E quale il drink che preferisci bere e perché?

Adoro gli Scotch Whisky, e i Rhum Agricoli lisci, però in miscelazione i miei ingredienti preferiti da usare sono gli agrumi. Il mio cocktail preferito è il Manhattan e lo adoro anche nelle sue varianti, perché è una tipologia di drink molto avvolgente, però nel pomeriggio predilisco long drink rinfrescanti e Low ABV.

La fonte d'ispirazione di Dario

Il lavoro delle api in Sicilia che prendono il nettare dai fiori di zagaraTornando a questa edizione della world class chi vincerà secondo te? Quali sono i concorrenti che ti hanno impressionato di più?

Quest’anno ci sono un sacco di favoriti, ho già scelto dei possibili vincitori nella mia testa, ma magari non faccio nomi che sennò gli porto sfortuna.. Però posso dire che mi hanno impressionato molti colleghi anche tra quelli che come me non sono andati avanti.

 

Il cocktail

Il mio progetto vuole esprimere il bisogno di agire cambiando delle piccole abitudini nella vita di tutti i giorni. Se noi comprassimo solo km0, stagionale, e quantità dettate solo dal nostro bisogno, riducendo gli sprechi, piano piano i coltivatori si adatterebbero a delle produzioni meno intensive e focalizzate su una maggiore qualità e quindi a utilizzare meno sostanze tossiche che fanno del male a noi e soprattutto alle specie che si occupano dell’impollinazione. La mia volontà era di lanciare un piccolo messaggio che permettesse ai miei colleghi, alle aziende e ai clienti di aprire gli occhi sulla situazione gravosa in cui ci troviamo e aiutare al miglioramento dei processi produttivi, e a migliorare la salute delle nostre api. Ho deciso di organizzare dei piccoli seminari sul mondo del miele e sulla sostenibilità al bar, e serate in cui si creano delle piccole drink list dove usare solo ingredienti di stagione e mieli locali. Una parte importante del progetto è l’impatto visivo, per questo per veicolare il mio messaggio la mia fidanzata ha creato le grafiche e dei i bigliettini da accompagnare con dei semi di lavanda e limone. L’illustratore Rosario Pappalardo ha creato un’illustrazione che potesse essere rappresentazione della nostra terra e della mia idea.

Ho creato una ricetta che dimostrasse nella sua semplicità come fosse possibile utilizzare il 100% dei nostri prodotti ed il valore della loro località e naturalità dove una parte importante è l’impatto visivo e tattile prima, e ovviamente a quello gustativo e olfattivo dopo. La parola araba Zahra significa fiore ma anche brillante, bello, e luminoso e da essa prende il nome il mio drink.

Zahra

Zahra

Zahra :

50ml Ketel One Vodka

25ml Savory Sherbet

2dash Lavender & Albedo bitters

Lemon Leaves and Essence

Metodo: Stir and strain

Glassware: Beeswax Lemon

Il mio sherbet è formato da due parti di miele infuso alle scorze di limone e da una parte di succo di limone lattofermento al 5% di sale in sottovuoto.
[ ] Nel mio bitters gli elementi fondamentali sono la lavanda e l’albedo che avevo separato dai miei limoni. Il bicchiere è stato fatto partendo da un limone vero con uno stampo alimentare, il materiale che ho usato è la cera d’api non trattata. Con gli scarti finali delle preparazione ho creato le mie cannucce ecosostenibili. Il drink vuole essere una rivisitazione di un gimlet con caratteristiche umami dove vediamo il dolce, l’acido, e la sapidità che esplodono in un sapore complesso chiuso dalla nota bitter e floreale, il tutto in perfetta armonia con il carattere di Ketel One.

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